La stagione NBA 2024-2025 è alle porte, e nella Central Division si respira un’aria di aspettative contrastanti. Le squadre si presentano con ambizioni differenti: alcune puntano al titolo, altre cercano di uscire dal limbo della mediocrità, mentre altre ancora sono alla ricerca di una rinascita dopo stagioni difficili. Indiana Pacers e Cleveland Cavaliers guidano il gruppo con la volontà di confermare il proprio status di contender, mentre i Milwaukee Bucks sono determinati a ritrovarlo. Sullo sfondo, i Chicago Bulls sono alla ricerca di nuove direzioni per il futuro, mentre i Detroit Pistons affrontano l’ennesimo anno di ricostruzione, sperando in segnali di crescita dai loro giovani talenti. Con nuovi volti, cambi in panchina e roster ancora in fase di definizione, la Central Division promette di essere un terreno di confronto incerto e appassionante. Ecco un’analisi dettagliata delle squadre e di cosa aspettarsi da ciascuna in questa stagione.
Reduci da un’annata mediocre, chiusa con un record di 39-43 e l’eliminazione al Play-in Tournament per mano dei Miami Heat, i Bulls arrivano alla stagione 2024-2025 con tante incognite. La parziale ristrutturazione del roster non ha lasciato intravedere una chiara strada verso il futuro, e il rischio è che la dirigenza stia solo rimandando l’inevitabile: un’altra fase di rebuilding.
A ben vedere, l’addio di DeMar DeRozan in estate ha segnato di fatto la fine del precedente progetto. L’ex Spurs era il principale riferimento offensivo della squadra nelle ultime stagioni, e la sua cessione ai Kings ha fruttato poco valore immediato per Chicago. Alex Caruso, altro elemento chiave per il suo apporto difensivo (la scorsa stagione è stato incluso nel Second All-Defensive Team), è stato scambiato con gli Oklahoma City Thunder in cambio di Josh Giddey, una guardia longilinea e capace di giocare più posizioni, all’occorrenza anche quella di ala, ma ancora incostante: rispetto agli oltre 16 punti di media del 2022-2023, la sua produzione è calata a 12 punti a serata nel 2023-2024, frutto di un 31% di realizzazione dalla lunga distanza in carriera ancora da perfezionare.
Sugli altri giovani della franchigia c’è comunque un certo entusiasmo, primo fra tutti Matas Buzelis, selezionato con l’11ª scelta al Draft 2024. Buzelis è un’ala versatile con un buon potenziale:i segnali lanciati nel corso della Summer League su entrambi i lati del campo lasciano ben sperare, come dimostrato dai 16.4 punti, 4.2 rimbalzi, due palloni rubati e due stoppate in cinque partite, oltre che ad alcune schiacciate che, se sarà in grado di ripetere anche nel corso della regular season, gli potrebbero valere una chiamata al prossimo Slam Dunk Contest.
Coby White, uno dei pochi ‘prodotti’ allevati in casa Bulls che si è effettivamente ritagliato un ruolo importante nelle rotazioni della franchigia, è poi reduce da una stagione in cui ha compiuto un balzo in avanti significativo (19 punti e cinque assist di media), classificandosi al secondo posto per il premio di giocatore più migliorato della lega, e rappresenta la più immediata base su cui poter costruire il futuro della squadra. C’è poi Lonzo Ball, tornato su un parquet NBA per la prima volta dopo quasi tre anni di assenza e tre diversi interventi al ginocchio sinistro. L’ultima ha previsto la ricostruzione della cartilagine del ginocchio, un’operazione dalla quale nessun giocatore si è più ripreso. Nella partita di preseason giocata contro i Timberwolves, Ball non solo è sceso in campo, ma ha anche convinto segnando 10 punti. Si prevede un progressivo e cauto reinserimento a roster per l’ex Lakers, ma la sua tenuta fisica, e il conseguente impatto sul gioco dei Bulls nel corso della stagione, resta ancora tutta da verificare.
Nel corso della offseason, la dirigenza ha poi aggiunto altri due giovani: Jalen Smith e Chris Duarte. Il primo è un lungo che può giocare sia da 4 che da 5, ma la scorsa stagione a Indiana non ha trovato molto spazio (18 minuti a serata, partendo in quintetto titolare solamente in 14 occasioni). Efficace sotto canestro, non disdegna il tiro da tre punti (42% di realizzazione con 2.4 tentativi a partita), e ha il potenziale da doppia doppia di media tra punti e rimbalzi. Duarte è invece apparso essere un giocatore più ‘ondivago’: scelto con l’11° chiamata assoluta al Draft 2021, dopo una prima stagione tra i pro tutto sommato positiva (oltre 13 punti e quattro rimbalzi di media con il 37% da tre punti), si è un po’ perso nelle ultime due annate, trovando pochissimo spazio n a Sacramento (12 minuti a serata): è atteso al riscatto e a Chicago potrebbe trovare la sua dimensione ideale.
Il nodo centrale del destino dei Bulls, guardando anche oltre la stagione 2024-2025, resta dunque Zach LaVine: nonostante sia un giocatore altamente prolifico, capace di segnare più di 25 punti a serata con buone percentuali al tiro (oltre il 38% di media da tre punti da quando è nella NBA), nel corso della sua carriera ha patito numerosi infortuni che lo hanno costretto a saltare considerevoli porzioni di stagione, inclusa la scorsa, nella quale ha giocato 25 partite. Anche se ha firmato un’estensione da 215 milioni di dollari complessivi nel 2022, LaVine è stato al centro di diverse voci di mercato nel corso della offseason, ma alla fine è rimasto. Il suo ingaggio, che occupa una significativa fetta del salary cap, rende perciò difficile per Chicago fare mosse audaci, e cedere LaVine richiederebbe probabilmente l’aggiunta di asset come scelte future per convincere qualche squadra a prendersi il suo contratto. I Bulls potrebbero dunque valutare una trade nei prossimi mesi a seconda dell’evolversi della stagione.
Infine, nonostante l’addio di DeRozan e Caruso, in squadra è rimasto anche Nikola Vučević. Due volte All-Star, l’ex Magic è un giocatore esperto e affidabile, ma la sua età non coincide con la linea progettuale del resto del roster. Inoltre, il suo oneroso contratto (20 milioni di dollari quest’anno), ha portato i tifosi dei Bulls a porsi domande sul suo futuro: come per LaVine, la sensazione è che il front office potrebbe cercare di estrarre un valore residuo con una trade.
In definitiva, cosa aspettarci dalla stagione dei Bulls? Per Chicago si delineano due strade possibili. Da una parte, la cessione di LaVine e Vučević libererebbe maggiore spazio salariale per attrarre una nuova star, che combinata con lo sviluppo di Buzelis, Giddey e White, potrebbe rappresentare una solida base di ripartenza per il futuro, anche se ciò significherebbe sacrificare in toto la stagione 2024-2025. Dall’altro, se i due giocatori resteranno bloccati a roster, lo sviluppo dei giovani potrebbe risentirne, e la squadra potrebbe vincere abbastanza partite per lottare per una posizione al Play-in Tournament, prolungando ulteriormente questo ciclo di mediocrità.