È strano pensare che siano passati più di cinque anni da quei Playoff del 2019 in cui Portland, guidata da un magico Lillard in pieno Dame Time, sembrava destinata a qualcosa di impossibile. La serie vinta contro i Thunder e quella contro i Nuggets a gara 7 sembravano scritte nel destino. Ma le speranze di vincere quell’anello, che è arrivato una sola volta nella storia della franchigia nel 1977, si erano dovute arrendere alla dinastia degli Warriors. Dopo cinque anni a Portland è cambiato tutto: giocatori, coaching staff, la dirigenza e persino il proprietario.
Diversi sono anche gli obiettivi di franchigia. Prima si puntava a vincere, o almeno provarci: Portland si trovava in quel limbo che in NBA è sinonimo di capacità di lottare per i Playoff ma impossibilità di conseguire quella vittoria pesante a cui tutti ambiscono. Oggi l’unico obiettivo è la ricostruzione, provare a sviluppare i giocatori migliori presenti a roster, pescando nel frattempo al Draft per trovare qualche perla rara.
Il giocatore migliore presente a roster è il 25enne Anfernee Simons. Nella scorsa stagione Simons ha giocato solo 46 partite, che sono state però abbastanza per far registrare i suoi numeri migliori. Ha tenuto una media di 22.6 punti, 3.6 rimbalzi e 5.5 assist. Se è vero che nella NBA moderna gli attacchi sono favoriti, non è comunque facile tenere quelle medie realizzative, tirando con il 43% dal campo e il 38% da tre.
Dopo un anno da rookie difficile, si attendono dei passi in avanti da parte di Scoot Henderson. Henderson era stato scelto con la terza pick assoluta dello scorso Draft, ma la sua prima stagione è passata alla storia più per gli aspetti negativi che positivi. A marzo, nella sfida con i Miami Heat, era diventato il giocatore NBA con il peggior plus-minus mai realizzato (un non esattamente confortante -58). Una delle citazioni più famose di Eraclito è che “tutto si muove e nulla sta fermo”. La sua stagione da rookie è alle spalle, e deve dimostrare di aver imparato la lezione. D’altronde l’impatto con la lega non è facile per nessuno, e con un talento come Henderson serve pazienza.
Mentre ci aspettiamo che Jerami Grant passi in una squadra che lotta per i Playoff prima della trade deadline, spendiamo qualche parola per un talento interessante e da seguire. Deni Avdija ha avuto parecchie difficoltà nelle sue quattro stagioni passate a Washington, ed evidenzia sicuramente dei limiti, soprattutto a livello di scelte in campo. Tuttavia ha un ottimo fisico, e ha mostrato alcuni lampi del suo talento (basti pensare al career high di 43 punti contro i Pelicans). In un contesto migliore degli Wizards può crescere e dimostrare il suo valore.