Una stagione trascorsa tra squalifiche, infortuni – che hanno costretto Memphis a schierare ben 51 (!!) quintetti titolari diversi – ha portato in dote un ragazzone di 2 metri e 24 centimetri da Purdue. Proprio quello che serviva dopo aver spedito a Houston uno Steven Adams che oramai non rientrava più nei piani del front office e occupava solamente spazio salariale. Il futuro di Zach Edey in NBA è ancora tutta da decifrare dato che sembra un giocatore proveniente dall’era Ralph Sampson-Mark Eaton: un big man da almanacco, con piedi relativamente lenti e un tiro da fuori pressoché inesistente. Prototipo che cozza, in realtà, col progetto Memphis, che sembrava voler costruire attorno ad un DPOY come Jaren Jackson Jr. (tiratore da 34% abbondante in carriera dalla lunga distanza).
La scelta è interessante, e il canadese darà sicuramente una mano ad una squadra che ha perso fisicità sotto canestro, ma è difficile comprendere come questo sarà positivo nel lungo periodo nella metà campo offensiva – soprattutto per una squadra che basa il proprio gioco su una ‘point guard’ che ama concludere al ferro ed è ancora titubante con i piedi fuori dalla linea da tre. Una stagione travagliata come quella scorsa ha senza dubbio temprato i ragazzi di coach Jenkins, un gruppo che solo due anni fa fece registrare 56 vittorie in stagione. Riproporsi su livelli élite è ambizione nemmeno troppo celata.