TOP
J-Swish. Aveva tanto da farsi perdonare, da quell’episodio con Crowder al Primo Turno. Dopo una serie di alti e bassi contro Chicago, finalmente JR Smith ha lanciato dalla propria faretra una micidiale sequenza di bombe che hanno scardinato la resistenza di Atlanta. Le 8 triple, record di franchigia di Cleveland, hanno spaccato in due la gara nel momento decisivo, ma l’ex Knicks non si è fermato qua. Oltre a ben 28 punti, infatti, ha aggiunto 8 rimbalzi, 3 assist, 1 recupero ed una stoppata. Ritrovato.
Tristano. Uno dei veri gladiatori di Cleveland. Per l’ennesima volta in questi Playoffs i Cavaliers hanno potuto godersi un Tristan Thompson da doppia doppia. 10 rimbalzi catturati, equamente suddivisi tra offensivi e difensivi, e ben 14 punti a referto, non sempre la specialità della casa. In difesa poi è stato molto presente ed importante, con 2 stoppate a fare da corollario a tale prestazione.
LeBron. Per più di tre quarti LeBron James è sembrato incontenibile, soprattutto nella fase centrale della partita. E’ stato il top scorer di Cleveland, segnando 31 punti, con 8 rimbalzi e 6 assist, superando Michael Jordan in tale graduatoria. Oltre al bello spavento preso per una caviglia che non deve stare particolarmente bene, anche le scelte infelici nell’ultimo parziale.
Teague. Il migliore degli Hawks è stato, più da un punto di vista numerico che di impatto, Jeff Teague, autore di 27 punti. Il piano gara di Budenholzer consisteva nell’attaccare il menomato Irving, dal canto suo Blatt ha lasciato comodamente il tiro da fuori al playmaker di Atlanta, bravo a metterne diversi.
FLOP
German Rondo. Il Rondo teutonico, Dennis Schroder, è stato caldamente invitato dalla difesa di Cleveland a prendersi il jumper da fuori. Il tedeschino non ha mostrato paura, ma imprecisione: solo 2 su 10 al tiro. Qualche folata in contropiede, dove eccelle, ma impatto super limitato sulle sorti dell’incontro.
Indecisi. La difesa di Cleveland è salita molto di colpi rispetto alle balbettanti prove della regular season. Atlanta, per converso, in questi Playoffs ha mostrato meno armonia e “bel giuoco” rispetto a quanto visto da Dicembre a Marzo. Anche ieri gli Hawks sono sembrati intimoriti ed indecisi nel momento della verità, rallentando la circolazione della sfera.
Soliti difetti. Non si capisce come non si possano notare le evidenti differenze tra quando la palla viene mossa e quando, invece, subisce uno stallo. Dopo essere andati avanti agevolmente, Cleveland, per mille motivi e nessuno di essi giustificabile, ha smesso di attaccare, affidandosi a ripetuti isolamenti, che hanno prodotto il vuoto cosmico. Non si può vincere un titolo in questo modo.
Infortuni. Questi Playoffs saranno ricordati per le numerosissime assenze, per i motivi più disparati. Irving si trascina per il campo, influendo in maniera minima e discutibile. James ha una caviglia in disordine, ma la pagliuzza corta è capitata ieri a Demarre Carroll, infortunatosi da solo mentre provava un terzo tempo. Il ginocchio è saltato dolorosamente, e per quanto non si sappia ancora la prognosi esatta, rischia seriamente di saltare l’intera serie.
Alessandro Scuto