Doveva essere un allenamento per far ingranare con i giusti tempi i meccanismi della squadra che fra meno di un mese approderà in Spagna per tentare di vincere il Mondiale. Invece nell’amichevole fra Team White e Team Blue dell’USA basketball, è successo quello che nessuno si aspettava. Un infortunio grave, gravissimo, occorso a Paul George. Tutto è partito con il tentativo di James Harden di andare a canestro, con Paul George che gli andava incontro per la stoppata. In aria il contatto. Ricadendo, poggia malissimo la gamba sinistra. Che si piega in modo innaturale. I compagni di PG24 nascondono le facce negli asciugamani e si riuniscono in preghiera mentre George viene soccorso, la gamba subito immobilizzata. Nell’arena regna un surreale silenzio, che coach Krzyzewski interrompe per annunciare al pubblico la fine dell’esibizione: “Per rispetto di Paul George e della sua famiglia, la squadra non continuerà l’amichevole”. Che il Team White stava vincendo, ma ora come ora non interessa a nessuno. Perché, pur non conoscendo ancora con esattezza la sua entità, questo infortunio terrà per molto tempo la stella degli Indiana Pacers lontano dal parquet.
God bless u my brother @Paul_George24. Im hurt, praying for you. Praying for peace. Praying that God heals you in a supernatural way.
— Kevin Durant (@KDTrey5) 2 Agosto 2014
Sui social network non sono mancati i messaggi di supporto al giovane cestista. La famiglia della NBA, specialmente i giocatori, hanno subito mandato un messaggio al collega. Diverse franchigie hanno voluto esprimere la loro vicinanza al giocatore. Alla fine del rocambolesco allenamento, ai microfoni dei giornalisti si sono presentati solo Jerry Colangelo e Coach K. I giocatori non se la sono sentita. E’ Colangelo il primo a parlare: “E’ un duro colpo. La nostra prima preoccupazione ora come ora è Paul George. I tagli al roster (prevista per domani la prima scrematura, ndr) possono aspettare”. E dello stesso parere è Krzyzewski, il quale afferma: “Andrò il prima possibile in ospedale da Paul. Per ora non si sa ancora nulla, è dura”. I due componenti del coaching staff sono molto scossi mentre parlano con la stampa presente. Coach K continua: “La NBA si è sempre distinta per la fratellanza mostrata in situazioni come questa. Bisogna stringersi intorno al ragazzo. Noi non ce la siamo sentita di andare avanti, di continuare la partita”.