- #
- 7
- Nome
- Kevin Durant
- Nazionalità
- Stati Uniti
- Posizione
- AG
- Altezza
- 211 cm
- Peso
- 109 kg
- Squadra corrente
- Brooklyn
- Compleanno
- 29/09/1988
- Anni
- 36
La storia di Kevin Durant
Kevin Durant è nato a Suitland (una cittadina del Maryland a circa 1.5 chilometri di distanza da Washington D.C.) il 29 settembre del 1988. La sua infanzia non è stata di sicuro delle più facili, avendo visto il proprio padre prima divorziare da sua madre Wanda e poi sparire nel nulla, facendo perdere le proprie tracce per parecchi anni. Con un padre assente ed una madre costretta a lavorare senza sosta, si è rivelato provvidenziale l’aiuto di nonna Barbara, autentico faro capace di indicare la retta via a Kevin e fratelli e prendersene cura senza fargli mai mancare nulla. Nonostante la presenza costante di sua nonna e gli sforzi titanici di sua madre, il giovane Kevin ha sofferto tanto questo tipo di situazione, trovando conforto al di fuori del nido familiare, per le strade della sua cittadina. Come successo a tanti dei suoi connazionali nordafricani provenienti da realtà difficili, il conforto è arrivato soprattutto grazie allo sport e, in particolare, ai playground cittadini. Dotato di un talento fuori dal comune, non ha tardato troppo tempo nel riconoscere quale fosse la sua strada, il suo futuro. All’età di dieci anni, infatti, Kevin aveva già deciso di diventare un giocatore di basket professionista e si era ripromesso di raggiungere quell’obiettivo a qualsiasi costo, motivato in primis dalla voglia di aiutare sua madre nel mantenere la propria famiglia. A tal proposito, la signora Wanda non ha mai fatto mancare il proprio supporto a suo figlio, responsabilizzandolo sin dalla più tenera età e spingendolo a coltivare gli studi e, al contempo, ad inseguire il suo sogno.
Early Life
All’età di tredici anni, accade un qualcosa di impensabile, che rivoluzionerà la vita del piccolo Kevin. Suo padre torna improvvisamente in città e, venuto a sapere di quello che era il talento cestistico di suo figlio, decide di salire in cattedra in prima persona e fornirgli tutto l’aiuto possibile. L’impegno paterno si tramuta in una serie di viaggi per gli States, in cerca dei più prestigiosi tra i tornei estivi nazionali, dove il talento di Kevin potesse essere notato da allenatori e osservatori di livello superiore. Chiaramente, tutto ciò non tardò ad accadere. La morbidezza dei suoi polpastrelli, la sua coordinazione già notevole e l’altezza di 183 cm, all’età di tredici anni, costituivano una combo pressoché irresistibile per i suoi coetanei, rendendolo già da allora uno specimen fisico e tecnico unico nel suo genere.
La prima tra le sue esperienze cestistiche, quella che più di ogni altra ne ha influenzato il radioso futuro, è avvenuta presso l’Amateur Athletic Union (AAU). In quel periodo, ha avuto modo di disputare parecchi tornei con diverse squadre, al fianco di altri prospetti di livello e futuri giocatori NBA come Michael Beasley, Ty Lawson e Greivis Vasquez. Il suo curriculum, alla fine di tale esperienza, poteva fregiarsi della vittoria di due titoli nazionali, ottenuti – chiaramente – da protagonista indiscusso. Risale a quel periodo un altro evento cruciale nell’esistenza di Kevin Wayne Durant: la morte all’età di 35 anni di Charles Craig, suo allenatore, amico fidato e mentore. In suo onore, Kevin deciderà di indossare il numero 35 e inizierà ad allenarsi con un’intensità ed una cattiveria agonistica inaudite. Ulteriore benzina sul fuoco della sua ambizione.
High School di Kevin Durant
Il suo percorso a livello di High-School ha inizio presso la National Christian Academy (Maryland) e la prestigiosa Oak Hill Academy (Virginia) Deciderà di trasferirsi, per il suo anno da senior, nella locale Montrose Christian School (Rockville, Maryland). Nel frattempo, la sua altezza aveva raggiunto i 201 centimetri, rendendolo un rebus irrisolvibile per chiunque. La sua fama cresceva di giorno in giorno, supportata anche dai 25.1 punti, 8.7 rimbalzi e 3.1 palle rubate di media nella sua ultima annata di High-School e dalle parole di elogio spese continuamente dall’ex stella NBA e suo allenatore presso la Oak Hill Academy Steve Smith. Quest’ultimo, a qualche anno di distanza, affermerà di aver sempre paragonato KD al più esperto pariruolo Carmelo Anthony, andando incontro a diverse critiche da parte dei suoi colleghi che vedevano un tale paragone come un qualcosa di affrettato. In più, lo stesso Smith affermava di aver sempre speso parole al miele per Kevin, elogiando in particolare la sua grande etica del lavoro ed il suo atteggiamento sempre positivo.
College di Kevin Durant
Dopo aver ottenuto una sfilza di premi a livello nazionale, giunge l’ora di decidere cosa fare del proprio futuro collegiale. Per un ragazzo di quella età, corteggiato dai più prestigiosi atenei della Division I, la scelta non era affatto semplice o banale. Nonostante la corte serrata del suo amico Ty Lawson, che nel frattempo aveva già deciso di unirsi ai North Carolina Tar Heels, Kevin decise di fare una scelta un po’ in controtendenza, rifiutando offerte da college più prestigiosi e decidendo di sposare il progetto della Texas University, con un ruolo da protagonista assoluto. A tal proposito, un ruolo decisivo è stato svolto da Russell Springman, allora assistant coach per i Longhorns e nativo del Maryland, che aveva seguito Kevin sin dal suo primo anno di High-School ed era riuscito ad instaurare con lui un rapporto di amicizia e fiducia reciproca.
Durante la sua stagione da freshman, il nativo di Suitland cresce ulteriormente in altezza, raggiungendo i 206 centrimetri. La sua crescita non sarà solo fisica, ma anche e soprattutto tecnica e caratteriale. Al termine della sua prima ed unica stagione collegiale, KD mette assieme le statistiche di 25.8 punti, 11.1 rimbalzi e 1.3 assist, guidando i suoi Longhorns verso un record complessivo di 25-10. Si afferma in qualità di vera e propria scoring-machine, facendo registrare 20 o più punti per ben 30 volte e 30 o più punti per ben 11 volte. Gli scout, ovviamente, erano sempre lì a prendere nota e a stropicciarsi gli occhi.
La sua annata termina prematuramente, con una sconfitta al secondo turno del Torneo NCAA contro la meno quotata USC (University of Southern California). Durant, chiaramente, ha salutato il mondo collegiale uscendo dalla porta principale, grazie ad una prestazione da 30 punti e 9 rimbalzi, discreto bigliettino da visita per l’imminente Draft NBA.
Carriera NBA
Seattle Sonics & Oklahoma City Thunder
La sua carriera tra i professionisti ha inizio con la canotta dei Seattle Supersonics, che decidono di puntare su di lui con la seconda chiamata assoluta nel Draft del 2007, alle spalle del solo Greg Oden. La sua prima stagione NBA procederà senza alcun intoppo a livello di ambientamento, incasellando prestazioni sorprendenti a partire dal day-one. In una squadra non particolarmente ricca di talento, Kevin avrà la possibilità di sprigionare tutto il suo talento offensivo di partita in partita, impossessandosi sin da subito dello scettro di go-to-guy e uomo franchigia. Con delle medie di 20.3 punti, 4.4 rimbalzi e 2.4 assist, il premio di Rookie dell’anno non poteva che venire di conseguenza, permettendogli di raggiungere i soli LeBron James e Carmelo Anthony nel club dei giocatori capaci di segnare 20 o più punti di media, da teenager, al primo anno nella Lega.
Il suo secondo anno in NBA sarà scosso dalla relocation della franchigia di Seattle, con conseguente spostamento a Oklahoma City. La sua altezza, nel frattempo, aveva raggiunto il suo apice di 211 centrimetri. La sua evoluzione nel prototipo di attaccante perfetto poteva dirsi completata.
La sua storia recente in maglia Thunder è costellata di record personali a livello statistico e rincorse disperate al titolo NBA, terminate tutte con delle cocenti delusioni. La squadra, nel frattempo, si era decisamente rafforzata, riuscendo a pescare dei talenti come quelli di Russell Westbrook e James Harden rispettivamente nei Draft NBA del 2008 e del 2009.
Il culmine del suo soggiorno sportivo nell’Oklahoma è stato raggiunto nella stagione 2010-2011, con una memorabile cavalcata Playoff iniziata con una vittoria ai danni dei campioni in carica dei Dallas Mavericks e conclusasi con una sconfitta, nelle Finals, contro i Miami Heat di LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh. La sua uscita di scena, come in occasione della sconfitta contro USC, avviene ancora una volta a testa altissima. Durant, infatti, è stato il giocatore delle Finals NBA con la media punti più alta in assoluto (30.6 punti), supportata da un ottimo 54.8% di media dal campo.
La stagione successiva, conclusasi con un record di 60-22, si concluderà in maniera parecchio sfortunata. Infatti, durante la serie di primo turno contro gli Houston Rockets, il compagno di mille battaglie Russell Westbrook si infortuna gravemente al menisco, concludendo lì la propria stagione. Durant proverà a prendersi sulle spalle la propria squadra, aiutandola effettivamente a superare il primo turno nonostante lo shock dovuto alla perdita della loro point-guard titolare; i loro sogni di gloria andranno poi ad infrangersi contro la solidità dei Memphis Grizzlies, che chiuderanno la serie in loro favore con un complessivo 4-1.
La successiva stagione 2012-2013 vede Kevin Durant ottenere il prestigioso riconoscimento di MVP della Lega per la prima volta nella sua carriera; tuttavia, a livello di squadra, le cose non vanno altrettanto bene. Questa volta la sconfitta arriva nelle Finali della Western Conference, ad opera dei San Antonio Spurs, che si laureeranno poi campioni NBA.
Nel 2014-2015, si ha forse la più sfortunata delle stagioni nella carriera di KD, segnata da una serie incredibilmente lunga di infortuni. In particolare, un grave infortunio al piede destro lo costringerà a prendere la difficile scelta di operarsi, nel marzo 2015. Questa scelta significava conclusione prematura della stagione e assenza nei prossimi Playoff. Oklahoma City, senza il suo miglior giocatore, non aveva alcuna speranza di provare a competere per il traguardo più ambito.
La seguente (2015-2016) sarà la sua ultima stagione in maglia Thunder. Anche questa volta, i suoi sogni di gloria si spengono sul più bello, con una cocente sconfitta subita da parte dei Golden State Warriors nelle Finali della Western Conference, arrivata nel peggiore dei modi. I Thunder, infatti, hanno visto sfumare il proprio vantaggio di 3-1 nella serie, perdendo ben 3 partite di fila e regalando ai Warriors un biglietto per le Finals che sembrava ormai saldo nelle loro mani.
Golden State Warriors
Arriva a questo punto quello che è l’episodio più discusso della carriera di Kevin Durant. Il 4 luglio 2016, con una lettera pubblicata sul noto sito americano “The Players’ Tribune”, annuncia la propria decisione di unirsi alla squadra che l’anno prima aveva infranto i suoi sogni di titolo NBA: Golden State Warriors. Tra polemiche e critiche continue da parte di fan e addetti ai lavori, Durant reagisce rimboccandosi le maniche e lavorando ancor più duramente. Unendosi ad una squadra che l’anno precedente aveva infranto il record di vittorie ottenute in Regular Season (73 vittorie e 9 sconfitte, superando il 72-10 precedente dei Chicago Bulls 1996-1997), si era assicurato la quasi certezza di un altro pass per le Finals. Ed effettivamente quella tanto agognata seconda chance arriva, e questa volta l’esito sarà dolcissimo: vittoria contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James, anello al dito e premio di MVP dell Finals.
La stagione successiva (2017-2018) sarà altrettanto ricca di soddisfazioni. I risultati individuali e di squadra saranno esattamente gli stessi, e tutto il mondo NBA avrebbe dovuto arrendersi davanti all’evidenza: era ufficialmente nata una nuova “dinastia”.
Il resto è storia recentissima.
Quest’ultima stagione NBA (2018-2019) si è conclusa nel modo più triste possibile, per il nativo di Suitland. Dopo aver provato a forzare il rientro da un precedente infortunio, con l’obiettivo di aiutare i propri compagni a rimontare da un difficile 3-1 nelle Finals, ha visto rompersi il proprio tendine d’achille. Questo evento, a cui è andato a sommarsi un grave infortunio subito da Klay Thompson, ha praticamente consegnato il trofeo nelle mani dei Toronto Raptors, campioni NBA per la prima volta nella propria storia con un complessivo 4-2.
Brooklyn Nets
Nel corso di questa estate, nel luglio 2019, Kevin Durant ha deciso di iniziare un nuovo capitolo della propria carriera firmando per i Brooklyn Nets e cambiando, a sorpresa, il proprio numero di maglia (dal 35 al 7). Per assistere al suo esordio nella Big Apple ci sarà da aspettare ancora qualche mese, viste le lunghe tempistiche necessarie per recuperare del tutto da un infortunio grave come quello al tendine d’achille. Al suo ritorno, la squadra plasmata dal GM Sean Marks avrà di sicuro più di qualche chance di competere per il titolo NBA, in virtù anche della firma di un altro fuoriclasse come Kyrie Irving.
Premi e riconoscimenti di Kevin Durant
High-School:
- McDonald’s All-American (2006)
College:
- NCAA AP Player of the Year (2007)
- Premio John R. Wooden (2007)
- Naismith College Player of the Year (2007)
- NCAA AP All-America First Team (2007)
NBA:
- Campionato NBA: 2
- Golden State Warriors: 2017, 2018.
- MVP delle Finals: 2
- 2017, 2018.
- MVP della Regular Season: 1
- 2013-2014.
- MVP dell’All-Star Game: 2012, 2019
- NBA Rookie of the Year Award: 2008
- Miglior marcatore della stagione: 4
- 2010, 2011, 2013, 2014
- All-Rookie First Team: 2008.
- All-NBA Team: 9
- First Team: 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2018
- Second Team: 2016, 2017, 2019
- Convocazioni all’All-Star Game: 10
- 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019
Nazionale:
- Oro olimpico:
- Londra 2012, Rio de Janeiro 2016
- Oro mondiale:
- Turchia 2010
- MVP dei Mondiali di Basket 2010
- Membro del quintetto ideale dei Mondiali di basket 2010
- MVP della Finale Olimpica Londra 2012
Contratto di Kevin Durant
Kevin Durant ha firmato un contratto di 4 anni / $164,255,700 con i Brooklyn Nets di cui $159,955,700 garantiti nell’off-season NBA del 2019.
Anno | Squadra | Età | Salario |
2019-20 | Brooklyn Nets | 27 | $37,199,000 |
2020-21 | Brooklyn Nets | 28 | $39,058,950 |
2021-22 | Brooklyn Nets | 29 | $40,918,900 |
2022-23 | Brooklyn Nets | 30 | $42,778,850* |
2023 | Brooklyn Nets | 31 | UFA |
*player option
NBA
Stagione | Team | G | PPG | APG | RPG | SPG | BPG |
---|---|---|---|---|---|---|---|
2007/2008 | Oklahoma City | 80 | 20.3 | 2.4 | 4.4 | 1.0 | 0.9 |
2008/2009 | Oklahoma City | 74 | 25.3 | 2.8 | 6.5 | 1.3 | 0.7 |
2009/2010 | Oklahoma City | 82 | 30.1 | 2.8 | 7.6 | 1.4 | 1.0 |
2010/2011 | Oklahoma City | 78 | 27.7 | 2.7 | 6.8 | 1.1 | 1.0 |
2011/2012 | Oklahoma City | 66 | 28.0 | 3.5 | 8.0 | 1.3 | 1.2 |
2012/2013 | Oklahoma City | 81 | 28.1 | 4.6 | 7.9 | 1.4 | 1.3 |
2013/2014 | Oklahoma City | 81 | 32.0 | 5.5 | 7.4 | 1.3 | 0.7 |
2014/2015 | Oklahoma City | 27 | 25.4 | 4.1 | 6.6 | 0.9 | 0.9 |
2015/2016 | Oklahoma City | 72 | 28.2 | 5.0 | 8.2 | 1.0 | 1.2 |
2016/2017 | Golden State | 62 | 25.1 | 4.8 | 8.3 | 1.1 | 1.6 |
2017/2018 | Golden State | 68 | 26.4 | 5.4 | 6.8 | 0.7 | 1.8 |
2018/2019 | Golden State | 78 | 26.0 | 5.9 | 6.4 | 0.7 | 1.1 |
2019/2020 | Brooklyn | 0 | 0.0 | 0.0 | 0.0 | 0.0 | 0.0 |
2020/2021 | Brooklyn | 35 | 26.9 | 5.6 | 7.1 | 0.7 | 1.3 |
2021/2022 | Brooklyn | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |