- #
- 11
- Nome
- DeMar DeRozan
- Nazionalità
- Stati Uniti
- Posizione
- G
- Altezza
- 201 cm
- Peso
- 100 kg
- Squadra corrente
- Chicago
- Compleanno
- 07/08/1989
- Anni
- 35
La storia di DeMar DeRozan
“La gente mi chiede cosa avrei fatto se non fosse stato per la pallacanestro. Non riesco mai a offrire una buona storia perché onestamente non lo so. Non avevo altre opzioni.”
[Tratto da “The virtue of DeMar DeRozan” di Mark Kriegel ESPN 16.02.2018]
Il piccolo DeMar ha poco più di un anno quando il padre lo porta al Weever Barber Shop per il primo taglio di capelli. Dopo averlo squadrato per un istante, il titolare del negozio si sbilancia in una previsione quanto mai accurata:
“Mani e piedi grandi. Questo bambino è un giocatore di basket.”
Sin dalle premesse la storia di DeRozan ha i contorni di un autentico miracolo. Papà Frank e mamma Diane sono sposati da cinque anni e la coppia si prende affettuosamente cura di Jermaine, frutto di una precedente relazione dell’uomo. Nel 1989, ormai trentacinquenne, Diane spera ancora di dare alla luce il primo figlio ma lo scenario della gravidanza si complica quando le viene diagnosticato un fibroma benigno all’utero che rende l’intero processo assai pericoloso. In simili condizioni, il parto cesareo nel mese di agosto potrebbe rivelarsi letale e a ogni contrazione il battito del bambino cala all’improvviso. Fortunatamente tutto si risolve per il meglio e ancor oggi DeMar ricorda quei momenti con due tatuaggi: sul polso destro porta la scritta “Blessed one”, richiamo all’affettuoso soprannome datogli dalla nonna; sul sinistro, invece, il tributo alla madre, pronta per lui a qualsiasi sacrificio.
DeRozan è uno dei dieci giocatori della storia NBA cresciuti a Compton, cittadina nella periferia a sud-est di Los Angeles tristemente nota per l’alto tasso di criminalità. Nel corso dell’infanzia, in un ambiente dominato dalle gang, la violenza è un elemento onnipresente. Il suo nome di battesimo, non a caso, rappresenta un omaggio allo zio Lemar, ucciso da un amico, a vent’anni, a seguito di una disputa per una cassetta contenente tracce rap. Gli episodi tumultuosi all’ordine del giorno inducono la famiglia a un approccio estremamente protettivo nei confronti del figlio, che sin da ragazzino trova sfogo al mix di frustrazione ed emozioni negative nello sport. Papà Frank, operatore video con brevi trascorsi anche in NFL da linebacker dei San Diego Chargers, lo stimola attraverso costanti sfide uno-contro-uno nei campetti della zona, da Lueders Park, a Wilson Park e Compton College. A 12 anni DeMar schiaccia senza troppa difficoltà a canestro e il suo profilo comincia a far gola a diversi programmi sportivi della zona.
High School di DeMar DeRozan
In un primo momento, il talento sembra indirizzarlo verso Dominguez o Centennial high-school, bacini dominanti nel panorama cestistico locale e affermatisi come rampa di lancio di giocatori o addirittura campioni NBA del calibro di Tayshaun Prince, Tyson Chandler e Arron Afflalo. Nonostante indicazioni divergenti da parte di persone a lui vicine, il ragazzo sceglie a sorpresa la meno quotata Compton High, a due passi da casa. Tony Thomas, insegnante di matematica e futuro allenatore della squadra dell’istituto, accoglie raggiante DeMar al suo ingresso in aula per il quarto giorno di lezioni. In cuor suo sa bene che il nuovo arrivo potrebbe presto cambiare i rapporti di forza e mettere la scuola sulla mappa dopo anni passati nell’ombra di istituti di maggior blasone.
Il quadriennio in maglia Tarbabes è segnato da un continuo crescendo di prestazioni e risultati: nella stagione da junior, DeRozan conduce la squadra alla vittoria dell’Huntington Beach Ocean View championship, indirizzando con leadership l’esito di semifinale e finale, proprio contro le già citate rivali. Il percorso liceale va in archivio con il bis nella Moore League locale (26-6 il record di squadra) e, dopo una splendida annata da senior chiusa a 29,2 punti di media, L’MVP DeRozan entra di diritto nel California All-State Team. Piccola nota a margine per ricordare che la scuola ha ritirato la maglia #23 nel 2015.
College di DeMar DeRozan
Fresco di partecipazione in serie a McDonald All American Game – dove vince anche la gara delle schiacciate ndr. – Jordan Brand Classic e Nike Hoop Summit, DeMar è senza dubbio tra i talenti più in vista della class 2008 (#3 a livello assoluto secondo il sito specializzato Rivals.com). Sul ragazzo piombano i migliori college della nazione Washington, UCLA, Florida State, North Carolina, USC. Nello stesso periodo, però, la madre è costretta ad abbandonare l’impiego in una fabbrica di termostati per l’aggravarsi di una forma di lupus eritematoso sistemico, malattia che colpisce il sistema immunitario. La situazione contingente spinge dunque DeRozan verso Southern California, ad appena 20 minuti di distanza dalla comunità natìa. Coach Tim Floyd, al quarto anno sulla panchina dei Trojans, può contare su un gruppo dall’ottimo potenziale e DeRozan condivide il parquet con futuri NBA come Nikola Vucevic e Taj Gibson, senza dimenticare il “nostro” Daniel Hackett. In un roster dove nessun giocatore arriva a 15 punti di media, DeRozan riesce a trovare continuità e parte in quintetto in tutte le 35 partite in calendario. La sua stagione sale di colpi con il passare dei mesi e diventa assoluto protagonista del successo al torneo di conference della Pac10. I 25 punti in finale, contro l’Arizona State di James Harden, mettono la ciliegina sul premio di MVP e USC strappa la testa di serie #10 nel tabellone Midwest. La corsa al torneo NCAA si arresta però al secondo turno contro Michigan State, sconfitta solo in finale, a Detroit, da North Carolina. A USC DeMar incontra anche l’anima gemella e futura moglie, Kiara Morrison (la coppia ha due figlie, Diar e Mari).
Carriera NBA di DeMar DeRozan
DeRozan lascia il college dopo una sola stagione e passa tra i professionisti al fine di poter aiutare la madre bisognosa di cure. Per quanto si tratti di una decisione ponderata e sofferta allo stesso tempo, il percorso da one-and done non penalizza troppo le sue quotazioni in sede di Draft 2009. Viene scelto con la nona chiamata assoluta dai Toronto Raptors, due posizioni dopo tale Stephen Curry. Nella stagione da matricola è vicino di armadietto di Chris Bosh, giunto a un bivio vista l’imminente free agency. DeRozan parte titolare in 65 delle 77 partite giocate e, al di là di numeri non scintillanti, il simbolico passaggio del testimone si consuma nel corso dell’annata. La squadra manca però l’accesso ai Playoff chiudendo al nono posto della Conference, appena sotto al 50% di vittorie. La situazione precipita come prevedibile dopo il già citato addio di Bosh direzione Miami dei nuovi Big Three. Il roster cambia continuamente faccia e durante la regular season Toronto schiera 22 giocatori diversi. I Raptors chiudono la stagione 2010-11 al penultimo posto nella Eastern Conference, proprio davanti ai Cavs orfani a loro volta di LeBron James. A livello personale il secondo anno nella lega conferma le potenzialità realizzative di DeRozan: il #10 vede aumentare sensibilmente il proprio minutaggio e risponde presente raddoppiando la propria produzione offensiva alla voce punti di media (17.2). Viene chiamato al Rising Star Challenge e, per il secondo anno consecutivo, stavolta da riserva dell’infortunato Brandon Jennings, partecipa allo Slam Dunk Contest all’All-Star Game 2011, non riuscendo tuttavia a confermare la finale raggiunta nell’edizione edizione precedente della kermesse.
Dopo due stagioni agli ordini di Jay Triano il cambio in panchina per il 2011-12 non sembra sufficiente a invertire la rotta. La franchigia continua a faticare nelle retrovie dell’Est e chiude la stagione del lockout con il record di 23-43, buono soltanto per l’undicesimo posto nella Conference.
La vera scossa arriva al termine della regular season seguente: Il dirigente uscente Bryan Colangelo, che nel frattempo ha rinnovato il contratto di DeMar (quadriennale dal valore complessivo di $38 milioni di dollari), lascia il posto a Masai Ujiri. L’ex Nuggets prende le redini operative della franchigia e si muove senza paura sul mercato. Lo scambio che porta Andrea Bargnani ai Knicks nel luglio 2013 sancisce la separazione dalla prima scelta assoluta al Draft 2006 ed è il primo tassello di un programma a lungo termine che segna un taglio netto con il passato. La squadra perde 12 delle prime 18 partite in calendario e Ujiri imbastisce una nuova trade attorno a Rudy Gay, pezzo pregiato del roster. Da qui in avanti la squadra si regge sul back-court DeRozan Lowry e ingrana le marce alte. Il nativo di Compton si guadagna a suon di prestazioni la prima convocazione tra le riserve della Eastern Conference in vista dell’All Star Game. Un paio di giorni dopo l’ufficialità della selezione, nella partita contro Portland, DeRozan legittima la chiamata segnando trenta punti nel solo secondo tempo e propiziando la rimonta Raptors dal -17. La squadra chiude la regular season con il record di 48-34 e mette in bacheca il titolo dell’Atlantic Division. Gli avversari al primo turno Playoff sono i nuovi Nets targati Mikhail Prokhorov, Kevin Garnett, Jason Terry e compagni. La serie rimane in bilico sino all’ultimo possesso di Gara 7 e si risolve soltanto grazie alla stoppata decisiva ai danni di Kyle Lowry da parte di Paul Pierce.
La stagione 2014-15 non parte sotto i migliori auspici: DeRozan resta ai box per un mese abbondante a causa di un problema all’inguine della gamba sinistra tra fine novembre e inizio gennaio. Nonostante una ventina di partite di stop, in sua assenza la squadra si mantiene in linea di galleggiamento (12-9 complessivo) e chiude al quarto posto a Est a un passo dalla soglia delle 50 vittorie stagionali (49-33). DeRozan vince il premio di Giocatore del Mese ad aprile e prepara l’imminente campagna Playoff nel migliore dei modi, ma anche questa volta la corsa si ferma al primo turno, contro gli Wizards. L’annata va in archivio con un pesante -31 in Gara 4, in trasferta, e lo sweep subito lascia diversi punti interrogativi.
La reazione non tarda ad arrivare e i Raptors confermano la continua ascesa nell’élite della Conference migliorando ulteriormente il record di squadra (56-26). Da segnalare, in particolare, la striscia di 11 vittorie consecutive a cavallo tra il 6 e il 30 gennaio. Il periodo brillante vale a Lowry e DeRozan non solo il premio condiviso di Giocatori del Mese a Est, ma anche una nuova e più che meritata convocazione all’All-Star Game 2016, in programma proprio a Toronto. Il gruppo si presenta ai Playoff da seconda testa di serie, ma il percorso fino alla Finale di Conference non è meno impervio (due turni a Gara 7 contro Pacers e Heat). A un passo dalle Finali NBA, Toronto si trova a dover battagliare per la prima volta contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James. DeRozan manda a referto 32 punti in Gara 3 e Gara 4 siglando di fatto gli unici due successi dei canadesi nella serie. La contesa si chiude in sei partite in favore dei futuri campioni NBA e lo scarto maturato nelle quattro sconfitte (-31 -19, -38, -26) dà un’idea del divario ancora ampio da colmare rispetto ai rivali.
Grazie all’impennata del salary cap, DeRozan riesce a strappare un ricco quinquennale da $139 milioni di dollari con i Raptors. Nel corso della stagione 2016-17 si rende protagonista di un ulteriore salto di qualità a livello realizzativo: fa registrare la miglior annata in carriera per media punti (27,3) e chiude al primo posto assoluto per conclusioni tentate ‘da due’ (1421). Come prevedibile, inoltre, partecipa da titolare all’evento clou dell’All-Star Weekend di New Orleans. I Raptors chiudono oltre le 50 vittorie per la seconda stagione consecutiva (51-31), con lo stesso record dei Cavs campioni in carica (ma tie breaker sfavorevole). La conformazione della griglia Playoff li condanna a una sfida anticipata al 2^ turno contro questi ultimi e il responso – sweep 4-0 – è più severo rispetto a 12 mesi prima.
La stagione 2017-18 di DeRozan è ricca di avvenimenti dentro e fuori dal rettangolo di gioco. L’highlight sportivo è rappresentato da un solido mese di gennaio inaugurato con i 52 punti segnati dal #10 nella vittoria in overtime, a Capodanno, contro i Milwaukee Bucks. Ai risultati pur eccellenti sul campo fa da sfondo una complessa vicenda familiare e personale: il padre di DeMar è da tempo ricoverato in ospedale e nel corso dell’All-Star Weekend di Los Angeles il tre volte All-Star parla per la prima volta senza filtri dei problemi di depressione.
I Raptors si issano in vetta alla Conference (59-23) ma sfortunatamente il tabellone li vede ancora accoppiati, al secondo turno, contro LeBron James e i Cavs. Il copione si ripropone per il terzo anno consecutivo e l’ennesimo, pesante sweep impone riflessioni. Masai Ujiri non teme il cambio radicale e il primo a farne le spese è proprio il volto della franchigia sacrificato sull’altare dello scambio per Kawhi Leonard con i San Antonio Spurs. DeRozan lascia così il Canada da detentore di diversi primati di franchigia: partite giocate (675), minuti giocati (22986), canestri totali e liberi realizzati (rispettivamente 4716 e 3539).
Il botta e risposta tra dirigente e giocatore anima la sfida fino al primo incontro sul parquet del 3 gennaio. In quell’occasione DeMar completa la prima tripla doppia in carriera (21 punti, 11 assist e 14 rimbalzi. Gli Spurs si qualificano ai Playoff per la 22esima stagione consecutiva ma perdono al primo turno, in sette gare, contro i Denver Nuggets.
Nazionale
Giusto citare il trionfo iridato nel 2014, in uscita dalla panchina per Team USA, e la medaglia d’oro conquistata nella rassegna a cinque cerchi di Rio 2016.
Titoli e riconoscimenti di DeMar DeRozan
High school and college
- 2006 All-Moore League First Team
- 2007 All-Moore League First Team
- 2007 Named to the Los Angeles Times First Team
- 2008 Parade Magazine All-America First Team
- 2008 Long Beach Press-Telegram’s Best in the West First Team
- 2008 McDonald’s High School All-American
- 2008 Jordan Brand All-American Classic
- 2008 Southern California Interscholastic Basketball Coaches Association I-AA Player of the Year (tied with two others)
- 2008 All-State Team
- 2009 Pac-10 Tournament Champion
- 2009 Named Most Outstanding Player in Pac-10 Tournament
NBA achievements
- All-NBA Second Team: 2018
- All-NBA Third Team: 2017
- NBA All-Star: 2014, 2016, 2017, 2018
- NBA All-Star Rising Star: 2011
- NBA Eastern Conference Player of the Month: April 2015, January 2016, January 2018
- NBA Eastern Conference Player of the Week: December 7–13, 2015; November 7–13, 2016; December 12–18, 2016; January 9–15, 2017; March 20–26, 2017; November 13–19, 2017; December 18–24, 2017; January 1–7, 2018; February 26 – March 4, 2018
Contratto di DeMar DeRozan
DeMar DeRozan ha firmato un contratto di 5 anni / $139,000,000 con i Toronto Raptors di cui $137,500,000 garantiti nell’off-season NBA del 2016.
Anno | Squadra | Età | Salario |
2016-17 | Toronto Raptors | 27 | $26,540,100 |
2017-18 | Toronto Raptors | 28 | $27,739,975 |
2018-19 | San Antonio Spurs | 29 | $27,739,975 |
2019-20 | San Antonio Spurs | 30 | $27,739,975 |
2020-21 | San Antonio Spurs | 31 | $27,739,975* |
2021 | San Antonio Spurs | 32 | UFA |
*player option
NBA
Stagione | Team | G | PPG | APG | RPG | SPG | BPG |
---|---|---|---|---|---|---|---|
2009/2010 | Toronto | 77 | 8.6 | 0.7 | 2.9 | 0.6 | 0.2 |
2010/2011 | Toronto | 82 | 17.2 | 1.8 | 3.8 | 1.0 | 0.4 |
2011/2012 | Toronto | 63 | 16.7 | 2.0 | 3.3 | 0.8 | 0.3 |
2012/2013 | Toronto | 82 | 18.1 | 2.5 | 3.9 | 0.9 | 0.3 |
2013/2014 | Toronto | 79 | 22.7 | 4.0 | 4.3 | 1.1 | 0.4 |
2014/2015 | Toronto | 60 | 20.1 | 3.5 | 4.6 | 1.2 | 0.2 |
2015/2016 | Toronto | 78 | 23.5 | 4.0 | 4.5 | 1.0 | 0.3 |
2016/2017 | Toronto | 74 | 27.3 | 3.9 | 5.2 | 1.1 | 0.2 |
2017/2018 | Toronto | 80 | 23.0 | 5.2 | 3.9 | 1.1 | 0.3 |
2018/2019 | San Antonio | 77 | 21.2 | 6.2 | 6.0 | 1.1 | 0.5 |
2019/2020 | San Antonio | 68 | 22.1 | 5.5 | 5.6 | 1.0 | 0.3 |
2020/2021 | San Antonio | 61 | 21.6 | 6.9 | 4.2 | 0.9 | 0.2 |
2021/2022 | Chicago | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |