La seconda gara andata in scena sul parquet dell’American Airlines Center, la quarta complessiva di una serie così avvincente, è ritornata in parte a calcare quelle che erano state le peculiarità degli incontri passati (qui, qui e qui le analisi precedenti).
Limitare il contributo di Parker prima di tutto sotto il profilo della creazione di gioco (con conseguente “assunzione di maggiori responsabilità offensive” da parte di Ginobili come contromossa Spurs) da un lato; pick&roll, pick&roll e ancora pick&roll dall’altra (dei 39 tiri presi in totale dal duo Ellis-Nowitzki, tanti sono frutto di quella situazione di gioco).
Quello che ne è venuto fuori però, è stato un match dall’andamento diverso dagli altri. In particolar modo sotto 2 aspetti decisivi (che fanno ben sperare i tifosi di San Antonio molto più della “”semplice”” vittoria conquistata):
– la capacità di creare un margine importante nel punteggio: Gli Spurs per la prima volta sono riusciti a conciliare le ottime percentuali dal campo con una difesa che a tratti ha ricordato quella della Regular Season (il 32-13 del secondo quarto ed il conseguente +20 ne sono la riprova);
– l’apporto decisivo e fondamentale della panchina: tolto il nostro Belinelli (0 punti in 12 minuti, -7 di plus/minus), gli uomini in uscita dal pino sono stati determinanti (come mai prima d’ora in questa serie) ai fini del risultato. La grafica di ESPN nel sottolineare questo è molto chiara.
Come si legge chiaramente i vari Ginobili (non una novità), Diaw e Mills hanno messo a referto ben 20 punti in più della panchina avversaria (nonostante un Blair da 12 punti, 11 rimbalzi ed un impatto notevole), realizzando più del 50% del fatturato complessivo della squadra, “scavando” con la loro presenza sul parquet il parziale tra le 2 squadre (come evidenziato dal plus/minus).
Inevitabile parentesi su Belinelli.
Marco sta soffrendo l’assenza di fluidità del sistema offensivo Spurs, tornato a rifugiarsi in vecchi ma affidabili ed efficaci concetti (il p&r Ginobili-Splitter e il “4 down” di Duncan ne sono 2 esempi). Per spiegare la sofferenza delle guardie (e in generale dei tiratori) nero argento ci viene incontro questa immagine chiarificatrice, fornita da SBNation.com, riguardo il concetto difensivo che Carlisle e i suoi stanno portando avanti sin da gara 1.
I due difensori negli angoli con posizione molto flottata verso l’esterno, totalmente disinteressati ad eventuali linee di penetrazioni centrali ed i restanti 3 giocatori a zona, pronti a cambiare su ogni p&r, concedendo il palleggio/arresto/tiro dalla media e provando a limitare i danni sulle penetrazioni (le quali, non avendo possibilità di scarico sui tiratori, perdono buona parte delle loro potenzialità).
A questo si aggiunge un altro deterrente decisivo: lo scarso minutaggio legato non tanto alla scarsa vena realizzativa, quanto alla poca fiducia che Popovich ripone in Belinelli riguardo i possibili accoppiamenti difensivamente con le guardie/ali avversarie, tutte più fisiche e dotate di lui.
Il mix delle due cose ha fatto si che Belinelli si ritrovi ai margini di una serie che ai nastri di partenza lo vedeva come potenziale protagonista. Tocca al giocatore di San Giovanni in Persiceto (e alla maturità da lui più volte dimostrata) restare concentrato ed aspettare il momento giusto (come già fatto lo scorso anno coi Bulls).
Le ultime 4 azioni del video di highlights sotto riportato spiegano come (e quanto) le vittorie in questo avvincente turno playoff siano dettate dai particolari (in nome di un equilibrio pronosticato da pochi):
– Minuto 2:45, p&r Spurs. La difesa concede il jumper con spazio a Parker (poco produttivo per tutta la sera, 4-13 fino a quel momento), solo rete.
– Minuto 3:03, di nuovo p&r Spurs, stavolta con Diaw. La difesa, dopo il canestro precedente, è costretta ad adeguarsi. Nowitzki resta dentro mentre “Boris le co-capitain” poppa (perdonato il pessimo inglesismo) sul perimetro, riceve e spara. Scrivere 3.
– Minuto 3:10, esecuzione dalla rimessa per Ellis, col consegnato di Nowitzki. Penetrazione al ferro sul cambio difensivo ed errore. Game, set and match.
Tutto questo per dire cosa? Semplicemente che quel jumper di Parker non è entrato mai ed alla fine si, che gli Spurs con un barlume di lucidità sono riusciti a creare una tripla con spazio a pochi secondi dalla fine, che Ellis quel tiro in penetrazione l’ha segnato decine di volte in questa serie.
Insomma, tutto alla fine si riduce a pochi particolari. Vedremo stanotte quali saranno quelli che determineranno il risultato di gara 5.