“Nel caso di San Antonio, gli Spurs non si sono limitati a recarsi a Miami e a tenere a riposo dei giocatori in buone condizioni fisiche, ma di fatto hanno lasciato a casa in gran segreto un 26enne e un 30enne, oltre a Ginobili e a Duncan, senza informare come richiesto dalle norme stabilite dalla Nba sugli infortuni e sulle malattie. Forse il mio errore è quello di non pensare che tra gli infortuni e le malattie previste dal regolamento Nba si dovrebbe tenere in considerazione anche la scelta di lasciare fuori dei giocatori, soprattutto quando un club decide di agire di nascosto. Per questo ho capito che se non avessimo preso posizione in questa circostanza, in futuro non avremmo mai avuto un motivo per farlo. Si trattava dell’unica trasferta degli Spurs a Miami, nel primo mese della stagione: ho pensato che la scelta di non informare la Nba e di lasciare fuori dei giocatori giovani e in buone condizioni fisiche meritasse un rimprovero, di conseguenza ho preso questa decisione”.
Queste le parole di David Stern, commissioner NBA, che ha spiegato così la multa data ai San Antonio Spurs (quindi a Popovich) per aver tenuto fuori i suoi migliori giocatori per la partita contro i Miami Heat, poi persa 105-100. Stern ha quindi chiosato in questo modo:
“È una scelta del club. Non è una questione tra me e Popovich, che è un grande coach, un tecnico da Hall of Fame: oltretutto la decisione è stata presa dalla dirigenza dei San Antonio Spurs, che credo abbia fatto semplicemente il suo lavoro come io penso di avere fatto il mio. Posso solo dire che se ci avessero informato non sarebbe successo niente, ma forse dal loro punto di vista hanno pensato di aver preso la decisione migliore”.