Nonostante la partenza in estate di Ray Allen, l’aver mantenuto come perni della squadra giocatori come Pierce e Garnett fa sì che alla domanda “I Celtics sono una squadra di veterani?” la risposta sia abbastanza ovvia e scontata. Ma quando la domanda è stata posta a Doc Rivers, allenatore dei biancoverdi di Boston, la considerazioni sono state diverse da quelle che in molti si aspettavano:
“Io penso che le persone si confondano nel fare la differenza tra una squadra veterana e l’avere molti veterani in una squadra. Noi non siamo una squadra navigata. Questa squadra non è stata insieme per molto”
Diciamo che la considerazione fatta dal coach di Boston si basa più sull’aspetto semantico della questione, mantenendo però un’onestà intellettuale nel ragionamento che non può essere che riconosciuta.
I Celtics si fondano su Pierce e Garnett (veterani e navigati per davvero tra loro e nella Lega) con Rajon Rondo (che una certa intesa con i due precedentemente citati può vantarla). A questi però si aggiunge un roster profondamente cambiato, modificato nella sua totalità negli ultimi 2 anni, con le trade estive che hanno portato nel Massachusetts Jason Terry (veterano sì, ma non di certo amalgamato con un gruppo al quale si è appena unito), Leandrinho Barbosa, Courtney Lee, il draftato Jared Sullinger e il recuperato Green, uscito in più che buone condizioni da un intervento chirurgico in cui la posta in gioco era molto più alta di un semplice ritorno sul parquet di gioco.
Insomma, se ad una prima superficiale osservazione questi Celtics potevano essere annoverati tra le squadre “navigate”, in realtà ad una più attenta analisi ci si rende facilmente conto che sono una franchigia che dovrà lavorare molto al fine di trovare la giusta chimica di squadra. Parola di Doc Rivers (e direi che ci si può fidare).