Stan Van Gundy è ancora alla ricerca di un’offerta allettante per poter tornare ad allenare in NBA. Intanto si gode la famiglia nella sua rustica casa in quel di Lake Mary, con sua moglie ed i loro 4 bambini, aggiungendo 5 gatti ed un cane. Stan si sta godendo la vita per ora, ma certamente il suo obiettivo è quello di ‘riconquistare’ una panchina NBA, dopo l’ultimo fallimento (se così si può chiamare) ad Orlando (chiedere a Dwight Howard). “UsaToday” ha quindi intervistato l’ex head-coach dei Miami per fare il punto della situazione.
Sei Commissioner NBA per un giorno. La prima cosa che faresti?
“Penso che Stern abbia avuto ragione lo scorso anno con il lockout. C’erano tantissimi soldi in ballo. Quindi la prima cosa che farei sarebbe quella di vendere pubblicità sulle magliette così da poter rendere i biglietti delle Arene sempre accessibili ai fans.
Vorresti cambiare qualcosa del gioco?
“Il prodotto è abbastanza buono per quanto riguarda regole e disposizioni. L’unica cosa che renderebbe il gioco ancora migliore, ma che non succederà mai è: giocatore una partita a settimana per ogni team.”
Bene.. questo potrebbe accadere se i proprietari fossero meno avidi.
“E anche i giocatori. Ricordo lo scorso anno, quando abbiamo avuto un calendario pieno di partite. I ragazzi erano si lamentavano. Allora ho detto: “Aspettato un minuto. Voi avete accettato tutto questo perchè più partite vogliono dire più soldi per voi.” Se giocassero meno partite nel lungo periodo, certamente vorrebbe dire meno soldi, ma sarebbe meglio per il corpo e la salute dei giocatori. Poi ci sarebbe la possibilità di fare più allenamenti e conseguentemente ne guadagnerebbe la qualità delle partite. Dalla prospettiva dei fans, meno gare potrebbero far accrescere il phatos per la gara. Il prodotto NFL è ottimo proprio per questo motivo. Tagliando 16 gare si cancellerebbero i back-to-backs. E in aggiunta si ridurrebbero le ‘Popovich situation”. Ma mi rendo conto che questi sono solo sogni.”
C’è una soluzione per evitare le “Popovich situation” come ha detto lei?
“Non so se ci sono. Non mi è piaciuta l’azione delle lega che è entrata in questa situazione, anche se son d’accordo sul principio: facciamo pagare prezzi esorbitanti ai fans, per vedere il miglior show possibile. Comunque chiamatela “prevenzione contro gli infortuni”. Pop stava cercando di evitare danni fisici ulteriori ai suoi giocatori. Non penso che gli Spurs si siano meritati i 250mila dollari di multa. E’ comunque un problema difficile da risolvere.”
Quanta NBA guarda?
“Molta perchè faccio radio per la NBC e devo parlarci. Salto di gara in gara e provo a seguire tutti i miei ex assistenti e giocatori.”
Le manca la NBA?
“Oh.. si, mi manca. Ma quando Orlando va a giocare sulla costa OVEST penso che non mi manca. Non mi è mancata nemmeno nel giorno di Natale quando ero a casa con la famiglia. Amerei tantissimo se potessi allenare 3 giorni a settimana e non viaggiare. Io amo allenare. Mi manca allenare. Mi manca pensare alla tattica. Mi mancano le partite. Ma la vita ‘reale’ è una cosa diversa. E certamente a mia moglie non manca la NBA. Ha praticamente cresciuto quattro bambini. Si sono sacrificati molto per me. Ed hanno sempre il potere di veto sulle mie decisioni. Avranno un ruolo importante sulle mie possibilità di tornare ad allenare. Quando ci trasferimmo ad Orlando (da Miami nel 2007) la mia figlia più grande doveva frequentare la seconda liceo. Era incazzata. Credo che mi abbia perdonato ora. Mi son sentito male per lei, ma avevo bisogno di un nuovo lavoro. E se avrò mai offerte chiederò prima alla mia famiglia se la destinazione è gradita o meno.”
Potrebbe magari proporre Milwaukee?
“Abbiamo fatto il nostro tempo in Wisconsin. Abbiam pessato tre anni là (dal 1992-95 quando Van Gundy allenava Wisconsin, ndr). Abbiamo amato Madison, ma quando vivi qui o a Miami, non so se c’è voglia di tornare in un posto invernale come quello.”
Sei quindi limitato geograficamente parlando?
“Non è solo questione del meteo. Se magari mi offrissero un posto dove posso essere vicino alla mia famiglia potrei anche accettare.”
Ma allenerai ancora, vero?
“Tu lo sai con certezza? Tutti mi chiedono questo. E ripeto… a me manca allenare.”
Stern si ritirerà nel Febbraio 2014. Comporterà qualcosa per la lega?
“Probabilmente a questo punto no. Ha favorito l’espansione del marchio NBA e promosso partire in tutto il mondo. Il businness Nba è cresciuto sempre più. Con il suo ritiro non credo ci saranno molti cambiamenti. Non penso che il suo ritiro avrà un impatto negativo. Dal punto di vista egoistico, spero che Adam Silver (prossimo Commissioner), tratterà il tutto con rispetto. Questo è il perchè ho avuto problemi con Stern. Non ha trattato i coach Nba con ripetto. ”
La più grossa sorpresa NBA di questa stagione?
“Come tutti, probabilmente il modo in cui i Lakers stanno lottando per rimanere a galla. Ci sono probabilmente spiegazioni per tutto questo. Io non ne sono totalmente sorpreso, ma se voi mi aveste chiesto ad inizio anno un pronostico sui gialloviola avrei risposto con: ‘vinceranno la Western Conference’.” Non avrei mai potuto predire che avrebbero avuto problemi di allenatore, come licenziare un ragazzo (Mike Brown) dopo 5 gare in stagione. ”
Phil Jackson era la soluzione?
“Penso che Phil avrebbe avuto gli stessi problemi. Kobe e Pau sono gli unici rimasti dal suo ultimo incarico. Tutto sarebbe stato nuovo, e sarebbe incappato negli stessi problemi di chimica che hanno adesso i Lakers. Penso che avrebbero dovuto rimanere con Brown. Ci sono alcuni licenziamente che, anche se sei personalmente in disaccordo, sono dovuti dall’oggettivo andamento negativo della gestione. Ma 5 gare? Troppo poche! Aveva bisogno di altro tempo per inserire due nuovi giocatori (come Nash-Howard) all’interno della squadra.”
Quindi era Brown l’uomo giusto per i Lakers?
“Penso fosse lui l’uomo giusto. L’assunzione di Mike D’Antoni è stata fatta per riportare lo showtime. Showtime? State scherzando? Quei giocatori (i più vecchi) non sono da ShowTime. Non erano Showtime quando Phil era lì, onestamente. Loro facevano solamente le cose per bene nelle metà-campo, utilizzando le loro qualità fisiche. D’Antoni è un ottimo coach, ma deve avere i giusti pezzi.. i giusti giocatori.
Cosa ne pensa dei microfoni piazzati all’interno del Madison Square Garden da Dolan (proprietario dei Knicks, ndr) per registrare tutti gli insulti a Carmelo Anthony?
“Inutile. Penso che sia ridicolo, onestamente parlando. Non risolverà nulla.”
Il sistema D’Antoni potrà portare alla vittoria nel titolo NBA?
“Penso sia possibile. Credo non abbia avuto giocatori abbastanza forti sul campo per arrivare al titolo. La gente dice che non si potrà fare, ma se guardiamo alle squadre che ci sono adesso in NBA, molte di esse cercano con più insistenza il tiro da 3 punti. Il problema arriva con le squadre migliori, quando diventa difficile segnare. Le persone associano D’Antoni, ingiustamente, con squadra senza difesa. Bene… non è del tutto vero. Ovviamente devi difendere se vuoi raggiungere qualcosa di importante. Ma le squadre di Mike (Phoenix e New York) hanno sempre avuto una difesa migliore a quella che la gente voleva far passare. Le sue squadre, come struttura, non erano costruite ottimamente per difendere. Ma il suo sistema d’attacco è ormai consolidato.. ed il gioco si sta evolvendo con il suo sistema. San Antonio, per anni, ha ricercato, sempre più, il tiro da 3. Guardate gli Heat, hanno un team intero fatto di tiratori intorno a Lebron. Dallas vinse contro Miami, due anni fa, giocando un ottimo basket, ma soprattutto grazie al loro tiro da 3.
Come è il rapporto ora con Dwight Howard dopo gli screzi dello scorso anno?
“Ci sentiamo ogni tanto. Guardate… ora siamo in due punti differenti della nostra vita, ma sono più preoccupato per quello che sta succedendo con lui. Comunque è sempre stato rispettoso con me. E io non ho mai avuto un problema con lui. Magari potevamo gestire meglio le cose, in Orlando, ma ho grande rispetto e lo apprezzo molto. Abbiamo vinto un sacco di partite quando giocava con gli Orlando Magic.. e la maggior parte di queste vittorie son arrivate grazie a lui.”
Potresti essere interessato ad allenarlo ancora?
“Se fossi un coach e lui sarebbe disponibile, io direi al mio GM: “Questo è il giocatore che voglio!”. E’ intelligente, difendete.. sa fare un sacco di cose. Ma prima Howard dovrebbe rispondere a questa domanda: “Lui vorrebbe giocare ancora per me?” Questo è il problema definitivo.”
Il migliore giocatore che hai allenato?
“Dwayne Wade. Poi Dwight. Wade era spettacolare ed era ad inizio carriera. Nella sua prima partita playoff, da rookie, gli abbiamo messo sempre la palla in mano. Come quella volta che ci ha messo il tiro-vincente con 3 decimi sul cronometro.”
Uno centro, una gara: Wilt, Kareem, Shaq o Dwight?
“Cavolo.. questa è difficile. Probabilmente direi Kareem. Poi forse Wilt. Kareem Abdul-Jabbar aveva tutto, tremenda intelligenza e un incredibile livello di abilità. Con gli altri tre… avevano un tallone d’Achille: sarebbe stato difficile affidarsi a loro verso il finale di gara perchè rischiavano di essere soggetti a falli sistematici per mandarli ai tiri liberi. Con Kareem non potevi fare questo. Inoltre Kareem aveva il miglior tiro instoppabile nella storia del gioco”
LeBron James riuscirà a superare Kareem nella classifica dei marcatori NBA?
“E’ già a buon punto. Ma come qualcuno ha detto, Lebron ora deve tenere 25 punti di media per altri 10 anni. E questo è veramente difficile, ma non impossibile. Anche se il problema è che lui ha un istinto da ‘passatore’. Non è Kobe. E’ certamente in grado di esserlo. Se superare Kareem fosse il suo primo obiettivo, non avrei dubbi nel dire che lo potrebbe superare senza problemi.
Il giocatore più sopravvalutato oggi?
“Jeremy Lin. Non è un giocatore che dovrebbe essere così votato all’All Star Game. Non ho mai pensato che Deron Williams sia sopravvalutato, ma la gente continua ancora a guardare lui come fosse uno dei migliori playmaker nella lega. E non credo che sia così”
Il più sottovalutato?
“Non so se è sottovalutato, ma credo che Joe Johnson non sia apprezzato abbastanza.”
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