Parte CELTICS
I Celtics, come ben noto privi di Rondo e Sullinger, arrivano al super classico contro i Lakers con una dote di 5 vittorie consecutive e con la voglia di dimostrare che malgrado le assenze possono risultare squadra pericolosa in ottica Playoff.
Nel primo quarto la difesa di Boston costringe LA a tirare con il 38,1% dal campo, mandando come da prassi in lunetta Howard ad ogni occasione utile. Nella metà campo offensiva Pierce risulta difficilmente contenibile e dimostra ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, di gradire molto le partite contro la squadra della sua città natale. The Captain and The Truth mette a referto 10 punti nella sola prima frazione e garantisce un vantaggio di 4 lunghezze ai suoi al suono della prima sirena.
Il secondo quarto vede i bianco verdi in controllo del match, protagonista è Garnett che realizza uno dei suoi classici fade-away che gli permette di raggiungere quota 25000 punti in carriera. Jeff Green dimostra il suo stato di grandissima forma, abusando offensivamente di Jamison, battendolo puntualmente ed andando ad appoggiare comodi punti. L’attacco Celtics è fluido come non mai complice la quantomeno arrendevole difesa ospite. In fase di retroguardia Boston ottiene esattamente quello che vuole costringendo Bryant a giocare in controtendenza rispetto alle ultime apparizioni, forzandolo al tiro e impedendogli di servire i compagni. Al termine della seconda frazione il tassametro delle assistenze del numero 24 Lakers sarà ancora fermo a zero e i punti di vantaggio per i padroni di casa saranno già 14.
Vantaggio dato dalle sole 2 palle perse contro le 6 di Los Angeles e soprattutto dal 51% al tiro in contrasto con il 37.8% ospite. All’intervallo lungo per la squadra del Massachusetts 12 punti per Pierce, 11 per Green e 9 per Garnett.
Nella terza frazione di gioco i Celtics amministrano il vantaggio costruito nei quarti precedenti. Se da una parte il Black Mamba è costretto a tenere in piedi da solo i suoi, inventando canestri al limite del surreale, dall’altra i padroni di casa rispondono colpo su colpo grazie ad un’ottima circolazione di palla e ad un efficace gioco di squadra, vanificando gli immani sforzi della stella dei Lakers. Sul finire del terzo quarto Boston cambia marcia e dà lo strappo decisivo. Gli ultimi 5 minuti della terza frazione sono puro tripudio per i Celtics, Pierce segna 12 punti in questo lasso di tempo e le palle perse di Los Angeles fanno il resto. Alla terza sirena il vantaggio bianco verde è di ben 26 lunghezze con 95 punti a referto, 37 dei quali nel solo quarto appena citato (record stagionale eguagliato).
L’ultimo atto di quella che tutti attendevano come una sfida equilibrata risulta in realtà pura accademia, al punto tale da rendere ampiamente censurabile l’intero quarto. Negli ultimi minuti il concetto di porno basket si eleva all’ennesima potenza con scabrose palle perse, tiri privi di logica e scelte dalla dubbia morale etica da ambo le parti.
Dopo un infinito garbage time, finisce 116 a 95 per i padroni di casa. Ottima prestazione del collettivo 17 volte campione Nba che vede ben sei giocatori in doppia cifra:
Pierce 24
Garnett 15
Green 19
Bradley 10
Lee 13
Terry 15
Risulta a mio avviso inutile parlare di cifre e statistiche ampiamente falsate dal finale di gara.
I Celtics colgono la sesta vittoria consecutiva, regalano la 401esima W in regular season a Doc Rivers e scavalcano momentaneamente i Bucks al settimo posto nella Eastern Conference.
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Parte LAKERS
Solamente Kobe Bryant era in campo per i Lakers il 17 Giugno 2008, quando i Celtics conquistarono il 17° anello umiliando i Lakers in Gara-6 su questo stesso campo. Il terzo quarto della partita di stanotte l’ha ricordata molto da vicino.
L.A. che veniva da 6 vittorie nelle ultime 7 partite, ritrova a sorpresa Dwight Howard in quintetto dopo aver perso Pau Gasol per almeno 6 settimane per infortunio.
Le condizioni del centro dei Lakers però sono molto dubbie, e quanto mai limitate, la sua presenza difensiva in area non è quella abituale, così il pitturato verde diventa un parco giochi per i Celtics che quando non segnano, subiscono falli a ripetizione. I Lakers non sfruttano i 2 rapidi falli di Kevin Garnett per costruirsi un vantaggio e quando KG tornerà in campo di fatto non avranno più alcuna possibilità di riavvicinamento.
Se da una parte c’è una squadra in totale armonia nonostante l’assenza di Rondo, dall’altra c’è un gruppo disgiunto di giocatori peraltro in cattiva serata. Solo Kobe Bryant (27 e 7 rimbalzi ma 0 Assist) si presenta al TD Garden tirato a lucido e solo il suo smisurato talento e alcune conclusioni di difficoltà incalcolabile tengono i Lakers in partita seppur sempre sotto in doppia cifra.
La seconda metà del terzo quarto diventa un’esibizione di tiro clamorosa dei Celtics, che praticamente non sbagliano più (80% al tiro nel quarto!). Kobe prova a resistere finché può ma alla fine si arrende anche lui all’apatia e alla rassegnazione dei compagni. Howard, come sempre, è in panchina per problemi di falli, MWP non riuscirebbe a segnare nemmeno sotto tortura e Meeks, che teoricamente è un tiratore, segna solo nell’esibizione del quarto periodo, definizione stessa di Garbage Time.
Come detto dal mio collega, è inutile parlare di cifre falsate dai fuorvianti 12 minuti conclusivi; quello che preme ricordare è che la stagione da incubo dei Lakers prosegue e il tempo per recuperare stringe. D’Antoni è scontento perché non può far giocare la sua squadra come vorrebbe; Howard pensa al suo futuro più che al presente e Kobe Bryant sta esaurendo quel minimo di pazienza rimasta. Se a questo aggiungiamo l’infortunio di Gasol capite perché risulta molto difficile pensare ai Lakers in campo a Primavera nella Post-Season. L’ottavo posto è ancora distante 3 lunghezze nella colonna delle sconfitte ma sono i segnali a non dare grande fiducia, anzi.
I Lakers giocheranno questa notte a Charlotte la sesta partita di questa lunga trasferta, prima di far visita ai campioni del Mondo domenica a Miami: vincere stanotte diventa un must, perché Wade e LeBron sentono già l’odore del sangue.
Parte Celtics: Michelangelo Mion
Parte Lakers: Luca De Gaspari
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