In un’intervista rilasciata al New York Times negli scorsi giorni, Jason Williams, per tutti Jay, ha dichiarato che durante la sua unica stagione NBA i suoi compagni di squadra di Chicago erano soliti fumare marijuana nell’immediato pre-partita.
I fatti risalgono all’annata 2002-03, quando Williams era il rookie nonché la grande speranza dei Bulls per risalire la china dopo alcuni anni di oblio. L’ex playmaker ha reso noto nell’intervista come certi suoi compagni fossero “alticci” in panchina all’epoca, con frasi bizzarre nel bel mezzo delle partite e altri atteggiamenti non proprio consoni ad un professionista NBA. Williams ha aggiunto che anche le scommesse erano un vizietto abbastanza frequente tra i componenti dei Bulls, anche sull’aereo del club di ritorno da sconfitte cocenti.
Chicago quell’anno non fece un gran figurone nella stagione NBA. Agli ordini di coach Cartwright, i Bulls partirono con un record di 4-15 per poi chiudere con un mediocre 30-52. La carriera di Williams, scelto al numero 2 nel Draft del 2002, subì un drammatico quanto decisivo stop nell’estate successiva. Mentre era in sella alla sua moto, il giocatore fu vittima di un gravissimo incidente che in un primo momento sembrò presumere un’amputazione della gamba. Dopo alcuni infruttuosi tentativi di tornare a giocare, oggi Williams è uno degli analisti di punta per ESPN per quanto riguarda il basket NCAA.
Come prevedibile, non sono tardate ad arrivare le reazioni della parte chiamata in causa, nella fattispecie gli allora compagni di Jay. Donyell Marshall, uno dei leader della squadra dell’epoca, si chiede come mai certe dichiarazioni vengano fatte solo ora e con quale scopo, data la loro natura. Rick Brunson, uno dei componenti della panchina, pur rispettando Williams ha difeso la professionalità della rosa del 2003 mentre Jalen Rose si è rifiutato di commentare l’accaduto.
Anche Tyson Chandler non ha fatto mancare la propria risposta. Il centro dei New York Knicks ha definito “assurde” le dichiarazioni di Jay Williams, chiedendosi quali siano le motivazioni per affermazioni di tale portata. Chandler ha anche aggiunto che non si ricorda gli episodi citati da Williams durante l’intervista al quotidiano newyorchese.
Non è stata ancora rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale dall’Olympic Tower. I test anti-droga sono una pratica comune da molti anni nella NBA, particolarmente afflitta da tale piaga durante gli anni ’70 e ’80. Se le affermazioni di Williams trovassero un qualche riscontro, ci si potrebbe domandare come mai ai tempi nessun Bull sia stato trovato positivo ad uno dei test in questione.
Alessandro Scuto