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Jordan a proposito del dualismo tra Kobe e Lebron: “5 è sempre maggiore di 1”!

Bryant o James? Semplice domanda dalla risposta a mio avviso quasi impossibile da trovare. C’è sempre qualcosa di sbagliato nel momento in cui si cerca di dire tra due eccellenze quale sia la migliore e chi invece vada relegato sul secondo gradino del podio. Per quel che riguarda poi nello specifico la questione Lebron/Kobe sono stati già sviscerati tutti i pro e i contro, la fisicità del primo contro la tecnica del secondo, l’essere uomo da tripla doppia di James contro l’essere uno dei migliori uomini da ultimo tiro della storia del gioco di Bryant.

Quello che però secondo sua immensità Micheal Jordan conta di più, seguendo una logica tolkeniana dai più condivisa all’interno dell’NBA, sono gli anelli, ossia i titoli che i due fenomeni sono riusciti a portarsi a casa. E su quel piano, per ora, la partita è senza storia.

Le parole rilasciate ad Ahmad Rashad dall’attuale proprietario dei Bobcats non lasciano adito a dubbi:

“Sceglierne uno tra loro due non è semplice, ma cinque batte uno ogni volta che penso a questo paragone. E questo non vuol dire che James non ne vincerà cinque. Lui potrà vincerne anche di più, ma cinque è maggiore di uno.”

Poche, chiare e semplici parole, che lasciano intendere come alla fine dei giochi ciò che più conta in una logica NBA sono solo e soltanto i titoli vinti, non i punti, gli assist i rimbalzi o le percentuali. E in questa logica quindi che va letta anche l’ossessione che affligge Kobe, alla spasmodica ricerca di quel sesto anello che gli permetterebbe di salire su gradino più alto insieme ad MJ.

Ovviamente non sono mancate repliche piccate a queste parole, ma il diretto interessato ha preferito ostentare indifferenza rispetto a tutta la questione.

“Questo non mi interessa” ha detto Lebron “Se lui mette Kobe al primo posto e me al secondo.. Non mi interessa. Io non voglio farmi coinvolgere in quello che le persone pensano su di me o se esse preferiscono Kobe o preferiscono me. Io scendo in campo e provo a fare giocate per i miei compagni di squadra e di certo non lo faccio per cercare l’approvazione degli altri.”

Anche manifestando il suo disinteresse James ha comunque voluto lanciare una frecciatina neanche troppo indiretta sia a Bryant, ma soprattutto a Jordan con quel suo I try to make plays for my teammates”, cercando di voler far pesare il suo essere uomo squadra a differenza dell’individualismo che ha sempre contraddistinto le carriere di “His Airness” e del “Black Mamba”.

Allo scambio di battute ha voluto partecipare anche Dwyane Wade, che ha però portato la discussione su un altro piano. Difatti la guardia degli Heat ha azzardato un paragone non più includendo Kobe, ma parlando di un ipotetico parallelo tra MJ e Lebron. Le sue parole sono state:

“Se io sono un GM, chiudo gli occhi ed estraggo a sorte il nome di uno dei due se entrambi avessero la stessa età.”

A questo però DWade ha subito aggiunto che in realtà fare un paragone del genere è scorretto:

“E’ molto semplice, non ci sarà mai più un altro Micheal Jordan. Lui è stato il primo a fare un sacco di cose che fino a quel momento non aveva fatto nessuno. Ogni volta che sei il primo a fare qualcosa, non ce ne potrà mai essere un altro”

In realtà, ritornando alla questione anelli, Lebron la scorsa stagione ha vinto il suo primo anello a 28 anni, proprio come fece MJ nel 1991 contro i Lakers di Magic. Per questo l’idea che in realtà James possa vincere davvero cinque titoli non è del tutto da scartare, magari arrivando ad ambire anche lui ai 6 anelli che solo Jordan con i suoi Bulls è riuscito a collezionare.

L’impresa all’apparenza sembra impossibile o quasi, ma il consiglio che possiamo dare al fenomeno degli Heat lo prendiamo in prestito proprio dalle parole di colui che l’ha messo al secondo posto dietro Kobe:

“Posso accettare di fallire, chiunque fallisce in qualcosa. Ma non posso accettare di non tentare”.

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