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New York Knicks

La freddezza di Melo:”Non credo che sarò emozionato nel tornare a Denver”

È un Carmelo Anthony non particolarmente emozionato quello che ha parlato ai media riguardo alle proprie sensazioni sul suo ritorno a Denver per la prima volta dalla trade che, nel febbraio 2011, lo portò ai New York Knicks. Stanotte infatti la franchigia della Grande Mela, al Pepsi Center di Denver, tenterà di espugnare la “roccaforte” dei Nuggets, forti di una striscia vincente che dura ormai da 9 partite e di un record casalingo stagionale di 28 vittorie e 3 sconfitte, occupando peraltro stabilmente 5º posto nella classifica della Western Conference. Queste le dichiarazioni di Anthony a Yahoo! Sports:

“Non credo che sarò emozionato. Credo che sarà strano sedermi sull’altra panchina, giocare dal lato opposto del campo, cambiarmi nello spogliatoio per gli ospiti. Ma quanto all’essere emozionato, non credo proprio che lo sarò.”

Carmelo Anthony è stato dal 2003 al 2011 l’uomo franchigia dei Denver Nuggets, che nel ben noto draft del 2003 lo selezionarono con la 3ª scelta assoluta, dopo che il nostro era appena uscito da Syracuse con la vittoria del titolo NCAA e l’ulteriore riconoscimento di MVP delle Final Four NCAA. Con Anthony, i Nuggets fecero il salto di qualità e, da una stagione 2002-2003 da 17 vittorie, l’anno seguente Denver centrò l’obiettivo postseason, da allora non mancando più i playoff, e arrivando nel 2009 persino alle finali di Conference, cedendo unicamente di fronte a Kobe Bryant e i suoi Los Angeles Lakers.

“Ho sempre dato il massimo per Denver, non mi sono mai risparmiato. Mi hanno accolto a braccia aperte quando avevo 18,19 anni. Siamo cresciuti insieme. Vorrei che questo non lo si dimenticasse.”

Durante l’esperienza in Colorado, Melo ha fatto registrare una media di 24,8 punti a partita, guadagnandosi anche 4 convocazioni all’ All Star Game e 4 inclusioni nei quintetti All-NBA (3 nel terzo quintetto, 1 nel secondo). Grazie alla sua presenza, il piccolo mercato di Denver è diventato attraente anche per gente del calibro di Chauncey Billups, Kenyon Martin, Allen Iverson e Andre Miller (nella sua prima versione in quel del Colorado).

Tuttavia nonostante il bel ricordo cestistico (su quello umano qualche dubbio è anche lecito averlo), molti sono i dubbi sull’accoglienza che verrà riservata all’ex no.15 della franchigia del Colorado. Alcuni, come l’analista dei Nuggets Scott Hastings, ritengono che Melo verrà fischiato, così come un altro grande ex della partita, Marcus Camby, il quale ritiene che la medesima accoglienza i fan di Denver la riserveranno a J.R. Smith, che ai Denver Nuggets, nei 5 anni in cui ha giocato in Colorado, ha fatto un po’ il bello e il cattivo tempo (inutile dire che il cattivo tempo era più usuale del buono!), alternando prestazioni di livello (si pensi nel 2007 alla bella prestazione da 45 punti contro i Sacramento Kings, con 11/18 dall’arco) ad altre (si vedano i playoff del medesimo anno per esempio), meno consone al talento del giocatore in questione.

Quello che comunque Anthony spera è che durante l’accoglienza, aldilà degli eventuali (e molto probabili) fischi, il tutto si mantenga nei limiti del rispetto reciproco.

“Non ho, né avrò mai rancori per nessuno a Denver. Non capisco davvero perché dovrei averne.”

Dunque in una partita in cui gli ex saranno molti da ambo le parti (Gallinari e Wilson Chandler da una parte e Ray Felton, Anthony, Kenyon Martin e J.R.Smith dall’altra, per citarne alcuni), siamo sicuri che, aldilà delle dichiarazioni rituali, le emozioni per gran parte dei giocatori in campo saranno indubbiamente forti e la vittoria dipenderà dalla capacità di trasformare quei sentimenti in determinazione e lucidità, qualità che, uniti agli alti valori tecnici in campo, ci consentiranno di assistere ad una partita ad alto tasso di spettacolarità.

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