L’inevitabile risalita, visti i nomi presenti nel roster, dei Lakers che a fine febbraio si aggiravano ancora nei pressi di un’anonima quanto deprimente decima piazza c’è stata. Il record di 11-3 nel post All Star Game che ha rilanciato le ambizioni dei losangelini, portandoli al di sopra del 50% di vittorie (cosa che fino a qualche mese fa sembrava soltanto un lontanissimo miraggio) ha subito una battuta d’arresto nelle ultime due settimane, nelle quali i gialloviola hanno perso quattro delle ultime sei partite, portando attualmente la situazioni in sostanziale equilibrio con i Jazz, con la squadra dello Utah avanti di 1/2 vittoria dopo l’affermazione di questa notte contro Portland.
Alle due franchigie sopracitate in lizza per l’ottavo posto ad Ovest si aggiungono anche i Mavericks che, dopo un inizio di stagione raccapricciante (dopo 24 partite il record era al di sotto del 40% di vittorie) hanno totalmente modificato la loro impostazione di gioco e da qualche settimana a questa parte hanno anche ritrovato un Nowitzki in grande spolvero, finalmente recuperato dall’infortunio che lo ha tenuto ai box nei primi mesi di regular season.
Per dare un’idea visiva dell’andamento nel post All Star Game, prendiamo in considerazione il seguente grafico:
Come mostrato dai tre andamenti, la tendenza delle ultime settimane è chiaramente di risalita per Dallas, autrice di vittorie esaltanti come quella in rimonta di qualche giorno fa contro i Bulls; ondivaga per i Lakers, che hanno subito una flessione nel rendimento proprio nel momento in cui sembravano essere in grado di prendere un po’ di margine e addirittura puntare ad un’ulteriore miglioria della posizione ai Playoff, cercando di avvicinare Houston e Golden State; calante per i Jazz, arrivati all’All Star Game in vantaggio rispetto a tutte le altre contendenti e con un calendario sulla carta più abbordabile, dato l’elevato numero di partite contro squadre non presenti nella griglia della post season e soprattutto la gran quantità di match da disputare in casa, dove storicamente i Jazz riescono a far pesare il fattore campo, ed in realtà rivelatosi un cammino tutt’altro che semplice, con il record di 4-12 nelle ultime settimane che è lì a testimoniarne le difficoltà.
Per queste ragioni, se dovessimo farne una questione meramente di “momento”, Dallas appare come quella più in forma, ma considerando la lunga rincorsa che sta mettendo in atto, unita alla non giovane età di parte del roster (Nowitzki, Marion e Carter ad esempio), mi porta a pensare che potrebbero risentire della fatica accumulata. I Lakers, emblema dell’imprevedibilità in questa stagione, non si prestano ad analisi di “tendenza”, essendo peculiarità del DNA di Kobe e soci in questa regular season quella di non dare nessuna indicazione sul medio periodo, ma quella di alternare fasi di ottima qualità con situazione di totale assenza di concentrazione (successo più volte anche all’interno della stessa partita). Infine la squadra di Salt Lake City sembra quella che più delle altre due è in flessione, nonostante dopo la deadline di mercato del 21 Febbraio abbia mantenuto in squadra i vari Millsap, Jefferson, Hayward e Favors, uno dei reparti lunghi migliore e completo dell’intera NBA.
Come ben sappiamo però, non si può ricondurre il tutto soltanto ad una mera questione di “forma fisica” e di “momento psicologico”. In realtà, alla fine di una lunga cavalcata come quella di una stagione regolare nella National Basketball Association, ciò che più conta sono gli avversari che si affrontano e il momento in cui questi incontri vengono disputati.
La tabella sopra riportata (che non tiene conto della 39esima vittoria dei Jazz contro Portland della notte appena trascorsa) riporta il numero di partite rimanenti, il tipo di avversarie che si devono ancora affrontare, eventuali back to back e nell’ultima colonna la media percentuale delle vittorie delle squadre contro cui ci si andrà a scontrare da qui fino al 17 aprile.
La percentuale parla chiaro: quello dei Lakers, in quanto a valore degli avversari, è certamente il calendario più difficile, nonostante la quasi totalità delle partite sia da disputare allo Staples (considerando anche il fatto che una delle due trasferte è con i Clippers), mentre quello dei Mavs appare quello più “sfiancante” (maggior numero di partite e ben 2 back to back), anche se ben 6 partite sono contro squadre che non sono in corsa per un piazzamento ai Playoff.
Infine, per avere una visione completa, andiamo a riportare nel dettaglio la successione delle partite che le tre squadre si ritroveranno ad affrontare nei prossimi 16 giorni:
Utah Jazz |
Los Angeles Lakers |
Dallas Mavericks |
vs. Nuggets |
vs. Mavericks |
at Lakers |
vs. Hornets |
vs. Grizzlies |
at Nuggets |
at Warriors |
at Clippers |
at Kings |
vs. Thunder |
vs. Hornets |
at Blazers |
vs. Timberwolves |
at Blazers |
vs. Suns |
at Timberwolves |
vs. Warriors |
vs. Nuggets |
at Grizzlies |
vs. Spurs |
at Hornets |
/ |
vs. Rockets |
vs. Grizzlies |
/ |
/ |
vs. Hornets |
Sembra evidente che la prossima sfida tra Lakers e Mavericks sia l’ultima possibilità per Dallas di rilanciarsi definitivamente, raggiungendo il 50% di vittorie ed accorciando ulteriormente sugli acerrimi rivali in gialloviola. Questa è la classica partita in cui i Jazz rimpiangono il fatto che nel basket non sia previsto il pareggio, risultato ideale sulla carta per la franchigia dello Utah, che dovendo scegliere non esiterà a fare il tifo per la squadra di Mark Cuban.
Quello che potrebbe fare la differenza è il momento in cui queste sfide verrano giocate. Difatti, essendo Utah attualmente la squadra con il miglior record ed avendo a suo favore gli scontri diretti con entrambe le avversarie, la corsa va fatta rispetto al numero di vittorie che la squadra di coach Corbin riuscirà a conquistare. In realtà il calendario per gli Jazz sembra riservare altre 3 vittorie abbordabili (la doppia sfida con Minnesota e la gara con gli Hornets), mentre le altre 4 sembrano più difficili del previsto, essendo contro squadre da Playoff che hanno ancora qualcosa da giocarsi.
Per questo motivo, qualora il record di Al Jefferson e soci fosse di 3-4, ai Lakers servirebbero 5 vittorie nelle ultime 8 per garantirsi l’accesso alla post season. Considerando il match con Dallas LA partita da vincere (per di più con il fattore campo a favore), ai losangelini resterebbero da vincere altri 4 incontri. New Orleans e Portland sembrano relativamente semplici e poi, visto il calendario, i Lakers potrebbero ritrovarsi a giocare nel finale di stagione contro Warriors e Rockets che, acquisita e consolidata la loro posizione, non chiederebbero molto ad una partita nella quale la squadra di Mike D’Antoni si ritroverebbe ad essere l’unica realmente motivata a vincere.
Di conseguenza quindi per Dallas la qualificazione passa per una vittoria a Los Angeles e poi dal racimolare altre 6 vittorie nelle 8 partite rimanenti, avendo sì un margine di errore minimo, ma dovendo affrontare soltanto Nuggets (2 volte) e Grizzlies come squadre di una certa caratura.
A margine di tutto questo, Basketball Reference. com ed ESPN.com, attraverso l’utilizzo di particolari strumenti statistici, hanno dato le loro percentuali, riportate di seguito:
Basketball Reference |
ESPN |
|
Utah Jazz |
40,50% |
48,40% |
Los Angeles Lakers |
49,30% |
45,60% |
Dallas Mavericks |
11,80% |
8 |
Secondo il mio modestissimo parere, considerando tutto quello che è stato detto nell’articolo, alla fine i Lakers riusciranno a conquistare questo sudatissimo ottavo posto. E secondo voi? Chi si aggiudicherà l’ottava piazza ad Ovest? Se vi va, commentate e diteci la vostra!