Finale ad est: Miami – Indiana
Finale ad ovest: San Antonio – Memphis
Difficile da prevedere, diciamo la verità. Chi abbiamo perso per strada?
Sicuramente la grande assente è la finalista dello scorso anno Oklahoma city, i Thunder, infatti, dopo aver battuto Houston 4-2, soffrendo e soprattutto perdendo Westbrook si sono dovuti arrendere ai sorprendenti Memphis Grizzlies guidati dal duo Gasol Randolph.
Memphis che nella prima serie di questi play off hanno portato a termine la vendetta contro i Clippers che li avevano eliminati l’anno scorso (4-2) vincendo 4 partite di fila sono sicuramente la squadra sorpresa ad Est, nessuno infatti si aspettava che potessero dominare in modo così limpido sia contro i Clippers che contro i Thunder.
Thunder e Clippers sono sicuramente le squadre che partivano con i favori del pronostico, quanto meno insieme a San Antonio per poter arrivare fino in fondo, ma l’infortunio di Westbrook e quello di Griffin (anche se in realtà non è stato così determinante) hanno gettato le due squadre nel baratro.
I Nuggets privi di Gallinari hanno impattato contro i fenomenali Golden State Warriors guidati da un Curry MVP e da una squadra completa e compatta che probabilmente farà tesoro di questa esperienza per il prossimo anno.
Lakers fermi al primo turno, eliminati facilmente dagli Spurs guidati da un Parker che, in questi play off viaggia a 20 a sera e circa 6 assist e dai soliti Ducan e Ginobili.
In semifinale di Conference i texani hanno dovuto soffrire e non poco per eliminare (4-2) i Warriors. Per gli spurs è stato determinante il contributo di Leonard, intensità e punti preziosi e di un Ginobili da Buzzer beater vincente in gara 1 e 11 assist in gara 6.
Finale a sorpresa: Memphis Grizzlies – San Antonio Spurs con gara 1 già messa in cassaforte dai texani con il punteggio di 83-105, frutto di un primo quarto da 14-31 e soprattutto del totale flop della coppia Randolph – Gasol (17 punti in 2 con Z-Bo fermo a quota 2 con un 1-8 dal campo).
San Antonio dall’altro lato ha messo insieme la partita perfetta, intensità, difesa e una partita iniziata da subito ad altissima velocità.
Dalle statistiche continuiamo a dire: ancora 20 punti e 9 assist per Parker, 16 di Green, 18 di Leonard (7-10 dal campo / 4-5 da 3pt).
La situazione ad Est ha visto il dominio incontrastato di Miami. Nella prima serie contro i Bucks gioca con il freno a mano e riesce comunque ad annichilire gli avversari facendo passare la coppia Ellis, Jennings per due omini qualsiasi e poi si sbarazzano dei Bulls (decimati) con un 4-1, e 4 vittorie di fila. In gara 1, infatti, grazie ad una prova eccellente, la squadra di coach Thibodeau era riuscita ad imporsi con un 93-86, (27 punti e 9 assist di Nate Robinson). Le successive uscite invece hanno suggellato la supremazia degli Heat che hanno difeso alla grande e lasciato ai Bulls solo e forse neanche le briciole.
I Tori però non possono dirsi falliti in questi play off, infatti, partiti con DRose ancora fermo, Deng e Kirk Hinrich infortunati durante la prima serie contro i Nets e Noah perennemente alle prese con una fascite lombare si sono ritrovati con una squadra decimata e con i soli Robinson, Belinelli e Butler a dover ricoprire 3 ruoli. Inoltre la prova di cuore e carattere mostrata contro i Nets è il chiaro segno che la squadra c’è e che, con un Rose al top, avrebbe potuto andare tranquillamente a Miami a giocarsela alla pari (o quasi).
Contro in Nets, infatti, abbiamo riscoperto il gusto della sfida. Davide contro Golia, una squadra rimaneggiata e malconcia contro una squadra con un’ottima panchina e giocatori al top della forma.
La serie è stata vinta solo in gara sette dopo che ha oscillato varie volte:
gara 1 ai Nets guidati da un buon Derom Williams.
Gara 2 vinta dai Bulls grazie ad un terzo quarto strepitoso.
Gara 3 vinta ancora dai Bulls trascinata dalla doppia doppia di Boozer.
Gara 4 è stata quella della follia di Nate Robinson, 34 (23 nel quarto quarto) punti e 4 assist. Con un recupero pazzesco, tutto cuore, nel quarto quarto e due over time per decidere la sfida a favore di Chicago per 142 a 134.
In gara 5 i Nets riaprono la serie andando a vincere nonostante la grande prova di Robinson (20 + 8 assistenze). Gara 6 conquistata all’ultimo respiro dai giocatori di coach Carlesimo e gara 7 dominata e vinta da un cattivissimo Noah da 24 punt e 14 rimbalzi conditi da 6 stoppate.
Boston – New York:
Altra sfida cattiva, finita 4-2 per New York che ha dovuto sudare sette camice per portarla a casa contro KG e compagni. Boston perde le prime tre, senza sembrare in grado neanche di partecipare ai Play off, diciamo in pieno stile LAL, poi però ecco che il cuore bostoniano esce allo scoperto come le debolezze dei Knicks. In gara 4 Boston si impone con un 97-90 (consideriamo che nelle prime tre Boston non aveva mai fatto neanche 80 punti), 29 punti di Pierce e un Garnett in versione distruttore con 13 punti 6 assist e 17 rimbalzi.
Gara 5 è una fotocopia della precedente 92-86 con Green sugli scudi 18 punti per lui e Garnett di nuovo a 16 punti, 18 rimbalzi e 5 assistenze.
In gara 6 finalmente New York chiude la serie vincendo 88 a 80 grazie ad un ottima prova corale guidata da Carmelo Anthony.
La serie più apatica è stata quella tra Atlanta e Indiana, mai messa in discussione nonostante il bugiardo 4-2 finale. Indiana vince le prime due convincendo, poi Atlanta si riscatta vincendo gara 3 e gara 4 e portando la serie sul pari. Ma in gara 5 e 6 Indiana non ha difficoltà a far sua la serie. I Pacers guidati da George (18 punti, quasi 10 rimbalzi e 5 assistenze contro gli Hawks) affrontano i Knicks.
Parte subito forte indiana vincendo gara 1, David West e Stephenson fanno la differenza sempre coadiuvati da un incredibile George.
Gara due va invece a New York con Carmelo a quota 32 punti.
Da gara 3 in poi esce fuori Roy Hibbert (24 punti -12 rimbalzi) e soprattutto la grande voglia dei Pacers di portarsi a casa la serie.In gara 4 grandissima prestazione corale dei gialli guidati dai 26 punti di Hill e da un George vicino alla tripla doppia: 18 punti, 14 rimbalzi, 7 assist che riescono a vincere 93-82. Gara 5 va a New York ancora guidati da Anthony, ma in gara 6 non bastano i suoi 39 punti, infatti, uno Stephenson da 25 punti e 10 rimbalzi e un Hibbert da doppia doppia portano Indiana in finale di Conference dopo 9 anni.
Purtroppo a New York sono mancati i punti di JR Smith e un Anthony più concreto e meno sprecone di quello visto negli ultimi minuti di gara 6.
I delusi di questi play off.
Ad Ovest:
Lakers? Delusi? Diciamo che non hanno neanche provato ad inventarsi qualcosa, (Golden State insegna).
Houston? No direi che è una squadra con un ottimo margine di crescita e che ha comunque messo in difficoltà una delle contender. Segnalo le ottime prestazioni di Parson che ha dimostrato di avere mano calda e grinta da vendere.
Golden State? Ma siamo pazzi, partiti per non arrivare da nessuna parte hanno prima massacrato i Nuggets e poi hanno messo paura a San Antonio.
Nuggets? Alcuni dicevano che il Gallo non era determinante per questo gruppo, ai Play off senza il Gallo e con Faried a mezzo servizio erano irriconoscibili.
Delusione
Clippers? Da lob City a flop City, delusione tremenda secondo me. Potevano e dovevano andare più avanti nonostante Memphis.
Memphis? Delusi? Si che abbiano preso in finale San Antonio.
Thunder? Durant ha capito che non si può vincere da soli, e che Martin non può bastare come spalla soprattutto se sotto canestro hai solo la forza di Ibaka. Westbrook è risultato più decisivo di quello che molti si aspettavano.
San Antonio? …. I Nero argento non muoiono mai e lunga vita al Sig. Manu Ginobili.
Ad Est:
Bucks? Si, delusi soprattutto dal Twitter di Jenning ad inizio play off… “Vinceremo in 6” si, ma intendeva anni (luce).
Nets? Delusione totale, Williams indecente per larghi tratti, perdono contro metà Bulls, se avessero giocato contro quelli interi avrebbero giocato solo 4 partite.
Atlanta? Delusione o no è una squadra che non migliora, rimane sempre identica a se stessa e i suoi play off sono quasi noiosi.
Indiana? Spettacolari, completi sarebbero da titolo solo per esserci arrivati con questo carattere.
New York? Altra delusione al pari dei Nets. Hanno dalla loro i mille infortuni, ma sinceramente la squadra poggia su basi troppo vecchie per poter sorreggere fenomeni come JR (magari non quello dei play off) Shumpert (quello dei play off, magari proprio quello delle 3 triple di fila in gara 6 contro Indiana) e Carmelo.
Boston? Delusi? Si solo dall’infortunio di Rondo, e dalla probabile partenza di Pierce. Per gli amanti della palla a spicchi è una generazione che va via.
Miami? Delusi solo se Wade non sarà almeno al 70% per il resto possono solo perdere contro loro stessi.
Chicago? Delusi dagli infortuni, dalla situazione Drose, dalla mancanza di un quintetto serio e di una panchina piena. Delusi dal cuore di chi lotta sempre, delusi da un Nate che da nano diventa gigante, delusi da un Noah brutto ma concreto. Ma come si può essere delusi? Quando si gioca con il cuore non si può mai essere delusi.
Domani sera ancora San Antonio – Memphis, gara due, aspettando Indiana e Miami.
Si entra nel vivo… siamo alle finali.