Gli Spurs battono 93-86 i Grizzlies, chiudono sul 4-0 la serie e tornano dopo 6 anni alle Finals!

Il termine americano è “sweep” che utilizzato come verbo sta a significare spazzare, travolgere, ribaltare. Ma vuol dire in alcune accezioni anche vincere. Di fronte a questa poliedricità di significati è giusto dire che San Antonio ha sweepato Memphis, dominando anche l’ultimo atto di una serie si combattuta, ma che non ha mai visto in discussione la leadership texana. Secondo cappotto in questa post season per gli Spurs dopo quello rifilato al primo turno ai Lakers.

La partita, nonostante si sia conclusa con un margine ridotto a soli 7 punti, non è mai stata realmente in discussione, ricordando il primo incontro giocato all’AT&T Center non più di una settimana fa. San Antonio ha scavato nel primo quarto un divario di 10 punti, chiudendo sul 24-14 i primi 12 minuti di gioco e non ha più concesso ai Grizzlies la possibilità di rientrare realmente nel match. A pesare in favore della squadra di coach Popovich è la percentuale dal campo concessa da Memphis (51% al tiro, frutto di un ottimo 39/76) e soprattutto i punti all’interno del pitturato, battaglia vinta 52-32 da Duncan e compagni in quello che era stato uno dei punti di forza dei Grizzlies in questa comunque eccezionale stagione.

Causa sicuramente di questo sono state le motivazioni, assenti per Marc Gasol e compagni dopo la sconfitta di 3 giorni fa, contro quelle di una franchigia carica e brillante come non la si vedeva da anni ai Playoff. San Antonio inoltre si è garantita almeno una settimana di riposo, pensando alle 2 sfide che come minimo attendo gli Heat, cosa non di poco conto visto il chilometraggio e l’età dei protagonisti in maglia nero argento.

Alla fine Memphis è stata trascinata offensivamente dal solo Pondexter (22 punti per lui) e dalle doppie cifre dei 2 lunghi, 14 e 13 punti rispettivamente per Randolph e Gasol, i veri “sconfitti” della serie, incapaci di far valere il loro peso nel pitturato e molto sofferenti difensivamente nel contrastare le scorribande offensive di un Parker particolarmente ispirato.

Proprio il playmaker francese è il protagonista indiscusso dell’incontro con i suoi 37 punti, racimolati tirando 15/21 dal campo, incontenibile per i vari Conley, Allen o chiunque abbia provato ad arginarlo. Le parole del numero 9 degli Spurs a fine partita, durante la premiazione come campioni della Western Conference, lasciano ben sperare:

Già dallo scorso anno ho promesso a Duncan che saremo tornati, che avremmo vinto, ritagliandoci un’opportunità di portare a casa l’anello. Io sto provando a fare del mio meglio, cercando di essere aggressivo ogni notte. Credo che tutta la squadra stia dando il massimo perchè tutti noi vogliamo riuscire a farlo per lui (Duncan). Abbiamo vinto la Western Conference e adesso c’è un nuovo step da superare. Quello che ci attende è certamente il più difficile.

Il caraibico, lusingato dalle parole del compagno, per una volta non ha lesinato complimenti:

Lui (Parker) è stato fantastico. Ogni anno riesce a migliorarsi, migliorarsi e migliorarsi. Lui ci sta letteralmente trascinando. Stanotte ci ha praticamente condotto per tutto il match.

I Grizzlies archiviano quindi una positiva stagione, con il rimpianto di aver lasciato partire a febbraio un giocatore come Rudy Gay, uno dei pochi in grado di dare un po’ di attacco nei difficili momenti che offensivamente la franchigia ha attraversato. Va ricordato però che Prince, la sua difesa e alcuni suoi canestri pesanti nelle ultime frazioni di gioco sono stati una delle armi che hanno condotto fino alle finali di Conference la squadra di coach Hollins.

“We will be back”, ritorneremo. Queste le uniche parole di un amareggiatissimo Conley al termine della gara. Da amanti di questo sport, speriamo di rivedere al più presto su palcoscenici di questa importanza una squadra forte ed organizzata come questi Grizzlies.