Dopo la convincente vittoria dei Pacers nella notte che porta la serie sul 3-3, garantendoci una gara 7 memorabile tutta da gustare, protagonista indiscusso, in campo e fuori, è il 7 piedi centro della squadra dell’Indiana, Roy Hibbert. 24 punti, 11 rimbalzi e una quantità indescrivibile di giocate difensive decisive per i suoi. Dovremmo star qui a parlare di lui e di George, di come in 2 abbiano combinato per 52 punti tirando con una percentuale superiore al 56% mentre tutto il resto della squadra ne ha segnati in totale 39 con un rivedibile 43%. Potremmo elencare tutte le situazioni in cui sia mancata sotto canestro la stazza di un Andersen decisivo in questa serie e di come Miami si sia ritrovata orfana di due terzi dei Big Three, lasciando sulle spalle del solo Lebron il peso di un attacco che contro la rocciosa difesa Pacers stenta a decollare.
Ed invece a fare notizia non è il campo, ma le parole che fuori da esso sono state pronunciate. Fanno discutere in particolare proprio quelle del protagonista del match, Roy Hibbert, evidentemente poco lucido o quantomeno offuscato dalla stanchezza, dall’entusiasmo della vittoria e dalla sua formidabile prestazione. Fatto sta che il centro dei Pacers, nel rispondere ad una domanda riguardante il fatto che si sia posizionato soltanto al decimo posto nella classifica del Difensive Player Of The Year, ha sfogato la sua frustrazione per le critiche ricevute e per la poca attenzione che durante l’anno è stata riservata a lui e alla sua franchigia:
Tu sai cosa, è perchè tutti i figli di p. non ci hanno visto giocare durante tutto l’anno, se devo dirti la verità. Io voglio essere sincero con te e non mi importa se sarò multato. Noi abbiamo giocato e per tutto il tempo non siamo mai stati in TV e i giornalisti sono gli unici che votano. Questo è quanto.
Per ascoltare la risposta completa, riporto il link youtube del video:
http://www.youtube.com/watch?v=ju7pGkrKDAE&feature=youtu.be
Di sicuro, guardando le fenomenali prestazioni messe in mostra sul parquet da Hibbert in questi Playoff (e di conseguenza sotto i riflettori televisivi), in molti si stanno chiedendo come abbia fatto a finire così in basso nella classifica di miglior difensore della Lega, accaparrandosi la miseria di 36 voti, ben 176 in meno rispetto al vincitore Marc Gasol. La diatriba sull’impossibilità numerica di stabilire degli indicatori rappresentativi della qualità difensiva (stoppate e palle rubate non possono essere considerati tali) è di nuovo d’attualità, considerando anche che grazie ai nuovi sistemi altamente tecnologici installati in buona parte delle arene NBA, la quantità di numeri a disposizione sta diventando sempre più rilevante.
La shot chart di Miami però sembra dare qualche indizio in più. La percentuale al tiro degli Heat nei pressi del ferro è imbarazzante, un 31% che denota tutte le difficoltà che si incontrano contro questi Pacers ed in particolare contro Hibbert nel tirare da sotto, senza considerare il fatto che gli Heat in stagione sono stati una delle migliori franchigie in quanto a percentuale nei pressi del canestro, disponendo del miglior tiratore da sotto della Lega (ovviamente Lebron).
Questi numeri assumono una rilevanza ancora maggiore se si considera che, secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowsky di Yahoo Sport, David West ha giocato con la febbre a 103 gradi Fahrenheit, quantità che espressa in questi termini non ci dice molto. Se però ad essa sottraiamo 32 e dividiamo per 1.8, ottenendo l’equivalente in Celsius, il risultato suona molto più palesemente nella sua drammaticità: 39,5. Una febbre che avrebbe tenuto ai box la maggior parte dei giocatori e che stava spingendo coach Vogel a rinunciare all’apporto di West, come lo stesso allenatore ha dichiarato a fine partita.
“Durante il timeout a fine primo quarto gli ho detto “Devo tenerti fuori questa sera. Tu non hai niente da dare” ma mi sono sentito rispondere “Io sto bene coach, mi tenga in partita“. Questi ragazzi sono davvero tutto cuore e questa cosa è contagiosa. Non ho davvero parole per descriverla.
Alla luce di questo i 36 minuti in campo e la doppia doppia (11 punti e 14 rimbalzi) di West assumono un contorno eroico, sintomo di come questa franchigia stia dando davvero tutto in questa serie.
A tutto questo si aggiungono purtroppo le dichiarazioni omofobe rilasciate sempre dal solito Hibbert, che ho appositamente conservato per ultime. Nate riguardo una domanda su Lebron James, il centro ha risposto dicendo:
Lebron ha segnato molto in post o nel pitturato perché Miami allarga il campo e non mi permette di essere lì a proteggere il ferro. Non è abbastanza uomo! (“No homo”)
Ciò che fa discutere ovviamente sono le ultime due parole, quel “No homo” che può essere letto con facilità come un insulto a sfondo sessista. Sappiamo tutti come il trash talking sia uno degli aspetti fondamentali in una lega testosteronica come quella NBA, ma sappiamo anche come si cerchi sempre di prendere le distanze da insulti di questa portata. Per questo nelle prossime ore non è da escludere che vengano presi dei provvedimenti nei suoi confronti, dovuti al fatto che l’intera organizzazione cercherà certamente di stigmatizzare un simile comportamento.
Noi da appassionati speriamo non si arrivi ad escludere il giocatore da gara 7. I tifosi di Miami, visto il suo impatto, credo siano di parere opposto.