I Miami Heat che hanno vinto gara 7, eliminando degli immensi Pacers, sono apparsi molto diversi da quelli scesi in campo alla Fieldhouse Arena nella partita precedente. Una di queste differenze porta il nome di Ray Allen.
Insieme al solito imperturbabile James, da 32 punti e 8 rimbalzi, Allen ha messo a referto 10 punti, tirando 3 su 5 da dietro l’arco dei tre punti. Proprio il tiro “from down town” sarà la chiave di queste finals e di questi Heat, visto che gli Spurs giocano un basket completamente opposto a quello di Indiana. Mentre questi ultimi tendono a giocare in post e a soffocare la squadra avversaria con una difesa a dir poco estenuante, i texani prediligono ammazzare la partita principalmente muovendo la palla ai limiti dell’immaginabile e creando molti più tiri da fuori dei Pacers.
Infatti, c’è parecchia gente come
Danny Green, Gary Neal, Matt Bonner e Tony Parker che trattano spesso la sfera al di fuori del l’arco dei tre punti.
Pure Miami ha buoni tiratori dalla lunga distanza. Oltre ad Allen, possono permettersi il contributo di Shane Battier, Mike Miller e (a volte) Mario Chalmers. Ma il punto, è che a Miami in questa serie è venuto meno proprio il loro contributo. Basti pensare proprio a Battier, che si è trovato catapultato fuori dalle rotazioni di coach Spoelstra (ha giocato 4 minuti in gara sei, mentre in gara sette non ha nemmeno visto il parquet). Questo perché, avendo giocato tutta stagione come ala grande nel sistema “small-ball” degli Heat, Coach Spo si è visto costretto a limitarne l’utilizzo a causa della frontline dei Pacers composta dalla super coppia David West e Roy Hibbert, portatori di massacranti mismatch nei confronti del povero giocatore del Michigan. Ma ora, la sua difesa perimetrale e il suo tiro da fuori, tornano un must per gli Heat in vista di queste Finals.
Per vedere se Battier tornerà ad essere un uomo cruciale per Miami (assieme al “futuro hall of famer” Bosh, non dimentichamocene) bisognerà aspettare domani notte, quendo inizierà il più grande spettacolo dopo il Big Bang.
