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Sacramento Kings

Situazioni contrattuali dei “draftati” del 2009: I Pelicans scatenati sul mercato offrono 44 milioni in 4 anni a Tyreke Evans!

Partiamo dalla notizia. I New Orleans Pelicans hanno incontrato nella nottata appena trascorsa Tyreke Evans, guardia classe ’89 dei Sacramento Kings, offrendogli un contratto di 44 milioni per i prossimi 4 anni, secondo quanto riportato da David Aldridge di NBA.com. Il giocatore attualmente risulta essere free agent dopo che il quinquennale idealmente firmato il 25 giugno 2009 (sera del Draft in cui fu scelto con la quarta chiamata assoluta) ha terminato la sua validità lo scorso 30 giugno, lasciando ai King il diritto di pareggiare qualsiasi offerta gli venga proposta.

La franchigia di Sacramento aveva già parlato con Evans, discutendo con lui della possibilità di rinnovare per un altro anno guadagnando quasi 7 milioni di dollari (la cosiddetta “qualifying offer”). I Pelicans, tra le società più attive sul mercato in questa sessione estiva, hanno subito proposto al talento di Chester il massimo “possibile”, ossia sfruttando la Early Bird Exception.

Motivazione che può sembrare astrusa o piovuta dal cielo, ma in realtà facilmente spiegabile. Questa “eccezione” (una delle tante in realtà presenti all’interno del salary cap NBA) consente ad un giocatore che milita da più di 2 anni nella Lega (requisito posseduto da Tyreke) di rinnovare da un minimo di 2 ad un massimo di 4 anni, portando il proprio stipendio al 175% del valore precedente e prevedendo un incremento annuale pari all’8%.

Prendendo carta e penna (e calcolatrice) e facendo 2 rapidi calcoli si giunge alla cifra di 44 milioni, che non casualmente è proprio quella che incasserà colui che per ora resta l’unico grande colpo messo a segno dai Pelicans, ossia Jrue Holiday, All-Star preso la notte del draft della scorsa settimana in cambio di Nerlens Noel (a quanto pare i 76ers vanno pazzi per i centri infortunati). Il playmaker fu anche lui scelto in quel Draft 2009 svoltosi al Madison Square Garden, chiamato alla n.17, colpo più che discreto da parte della franchigia della città dell’amore fraterno.

Philadelphia quindi, ritrovatasi davanti ad un giocatore in costante crescita ha deciso di scommettere su di lui, offrendogli il massimo consentito, salvo poi “tradarlo” alla prima opportunità.

Altra situazione contrattuale simile a quella precedentemente citata coinvolge Stephen Curry, rinnovato la scorsa estate a cifre importanti dai Warriors (anche per lui gli ormai acclamati 44 milioni in 4 anni), prima dell’esplosione nella stagione appena trascorsa che ha confermato la bontà dell’operazione. Golden State infatti aveva grandissime perplessità riguardo l’offerta da fare al figlio di Dell, non tanto di tipo tecnico (la bellezza e la purezza di quel tiro non si è scoperta di certo quest’anno), quanto di tipo fisico (leggi “caviglie”).

Altri (e ultimi) 2 esempi di “paperoni” tra i giocatori di quel draft sono Blake Griffin (prima scelta assoluta) con i suoi 72,8 milioni per i prossimi 4 anni più una player option di rinnovo di un altro anno 21,3 milioni e James Harden (terza chiamata), che nei prossimi 5 anni guadagnerà quasi 79 milioni di verdoni. Contratti sicuramente frutto di situazioni diverse da quella di Tyreke, ma che rendono bene l’idea del perché Evans non voglia “accontentarsi” dell’offerta dei Kings.

Anche perché, forse in pochi lo ricorderanno, ma il premio Rookie Of The Year del 2010, nonostante tutti gli altisonanti nomi sciorinati poco sopra, andò proprio a lui.

Ovviamente non ha tutti è andata così bene (tranquilli, di fame comunque non muore nessuno!). Senza contratto da 2 giorni infatti ci sono anche Brandon Jenning, corteggiatissimo dai suoi Bucks ma non solo, e Jeff Teague, scaricato dagli Hawks al termine di una della sue migliori stagioni NBA, alcuni delle decine di nomi caldi che in questo “bollente” inizio di sessione di mercato stanno cercando di accasarsi.

Il buon vecchio Tyreke non ha ancora dato una risposta ufficiale a New Orleans i quali, qualora dovesse accettare, andrebbero a rinforzare ancor di più la franchigia che, oltre a dare una svolta cambiando nome, sta provando a dare una scossa anche sul parquet (Holiday, Gordon, Evans e Davis sarebbe uno dei quartetti più giovani e promettenti dell’NBA).

Il giocatore ascolterà anche i Detroit Pistons prima di parlare nuovamente con Sacramento che, come precedentemente ricordato, ha comunque l’ultimo diritto di parola. La querelle è ancora lunga e promette di certo tante altre puntate. Che noi non tarderemo a raccontare.

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