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Grizzlies, Allen confessa: “Il mio cuore è qui a Memphis”

Tony Allen è uno degli degli idoli per i tifosi dei Grizzlies. Lo dimostra una volta di più l’accoglienza ricevuta dall’ex Boston Celtics nella prima uscita pubblica dopo l’estensione contrattuale siglata a inizio luglio: gente in fila per ore e camper appostati nei pressi della palestra di una chiesa di Memphis dove si è svolto un evento nel quale il numero 9 ha interagito con molti ragazzi della zona.

Allen non si è sottratto alle domande dei giornalisti presenti, partendo con una vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti di Memphis. “Questo è il posto dove si trova il mio cuore. Non ho mai pensato di lasciare Memphis nemmeno quando ero free agent, la mia volontà era quella di restare e così è stato. Il mio cuore è qui, sia in campo sia fuori. Io darò l’anima come ho sempre fatto, per i Grizzlies e per tutta la città”.

Allen ha rinnovato per i prossimi quattro anni a 5 milioni di dollari a stagione con i Grizzlies, con cui è reduce da una stupenda cavalcata negli ultimi Playoff interrotta solo in finale di Conference dagli Spurs. Proprio nella serie con San Antonio sono emersi tutti i limiti del gioco di Memphis, che ha pagato a caro prezzo la mancanza di tiratori sul perimetro pronti a sfruttare gli scarichi di Gasol e Randolph una volta attirato il raddoppio.

Non a caso la dirigenza dei Grizzlies si è mossa per colmare questa lacuna nel roster piazzando il colpo Mike Miller, proveniente dai Miami Heat con cui ha conquistato gli ultimi due anelli consecutivi. Arrivo accolto con gioia anche dallo stesso Allen. “E’ un tiratore impressionante, sono davvero felice che ora sia dei nostri”.

Puntuale è arrivata la domanda sul siparietto che ha visto Allen protagonista su Twitter nei giorni scorsi: infatti Tony si era permesso di esprimere un’opinione personale in un post che chiedeva quali fossero le necessità più impellenti per i Grizzlies. Allen è intervenuto nella vicenda commentando che secondo lui manca un’altra guardia tiratrice e che l’amico Delonte West, al momento senza squadra, potrebbe fare al caso di Memphis.

I giornalisti più maliziosi l’hanno visto come un messaggio molto esplicito alla dirigenza, ma Allen ha voluto subito gettare acqua sul fuoco. “Tutti sanno quali sono le nostre esigenze ma non mi permetterei mai di suggerire un nome piuttosto che un altro al management. Oh andiamo, non siate superficiali! I nostri dirigenti sanno cosa fare e ho piena fiducia e rispetto verso di loro. Per la cosa di Twitter, ho solo detto che come play di riserva mi piacerebbe rigiocare col mio amico Delonte, tutto qui”.

Allen è tornato anche sull’argomento della “jock tax” che è stata introdotta nel Tennessee. Questa tassa riguarderà gli atleti professionisti delle squadre dello stato, ovvero i Memphis Grizzlies di basket e i Nashville Predators di hockey su ghiaccio, per una somma di 2500 dollari a testa al superamento delle tre partite giocate sul suolo del Tennessee. Allen, come gli altri giocatori del resto, però non ci sta. “L’associazione giocatori della NBA ha fatto un ottimo lavoro informandoci di questa tassa. Se non fai attenzione ai tuoi estratti conto della banca, non te ne accorgeresti da dove provengono queste piccole tasse. Tutto quello che ho fatto è stato far sapere all’NBPA (National Basketball Players Association) che non voglio pagare questa tassa. A questo punto mi guardo alle spalle e mi chiedo se non fosse meglio prima quando avevo un stipendio inferiore rispetto ad ora!”

 

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