I Nets compiono un anno e mezzo dal trasloco a New York, la terribile stagione del 2012 chiusa con un inquietante 12-70 in regular season, sembra un incubo lontano. Oggi Brooklyn compete di diritto per essere la prima squadra NBA di New York. Ma le aspettative di settembre sono state tradite o rispettate?
La verità sta nel mezzo. Dopo un portentoso avvio di stagione che ha visto coach Avery Jhonson guadagnarsi il premio di coach del mese di novembre, avviene il tracollo. Nel mese di dicembre i Nets perdono 10 partite su 13, Jhonson viene esonerato e sostituito ad interim dal suo vice P.J. Carlesimo. A gennaio le cose vanno meglio, i Nets chiudono con un bilancio di 11-4, che spinge la dirigenza a confermare Carlesimo a tempo indeterminato.
Si cominciano a vedere i primi frutti del rebulding estivo: convocazione all’All Star Game del centro Brook Lopez e qualificazione matematica per i playoff raggiunta il 21 marzo. Brooklyn chiuderà la regular season al quarto posto della eastern conference, con un bilancio di 49 vittorie e 33 sconfitte. Risultati così positivi, non si vedevano dal 2007, ultima volta in cui i Nets approdarono ai playoffs. Ma è proprio con la fine della regular season che iniziano le note dolenti.
Al primo turno di playoff i Nets incontrano i Chicago Bulls, squadra arcigna e dalle mille risorse nonostante l’assenza del suo leader Derrick Rose. I pronostici danno favorita Brooklyn, ma noi conosciamo l’epilogo della serie. Ricordiamo gara 4 finita al terzo overtime, l’eroismo dell’instancabile Nate Robinson, le triple figlie di una prova d’orgoglio in gara 6 del nostro Beli. I ragazzi di coach Thibodeau hanno dimostrato di avere una marcia in più, quella tempra mancata a Deron Williams e soci in certi frangenti della serie.
Oltre al fattore mentale, la squadra è mancata a livello di sistema, Carlesimo ha predicato per tutta la serie isolamenti e giochi a due tra Williams e Lopez. Una tattica che alla lunga e senza aggiustamenti non paga. Discorso simile nella propria metà campo, una difesa lenta e di facile lettura incapace di arginare le scorribande dei Robinson, Butler e Noah di turno. Poche luci e molte ombre quindi, per la prima postseason dei Nets in pelle newyorchese. Postseason che è già un traguardo, per una squadra a secco di playoff da cinque stagioni.
MERCATO
La grande abbuffata. Un’ estate 2013 all’insegna dei colpacci di mercato. Dalla mega-trade con i Celtics, che il 10 luglio ha reso ufficiale l’approdo di Kevin Garnett, Paul Pierce e Jason Terry in cambio di Kris Humphries, Reggie Evans, Keith Bogans e 3 prime scelte, alle firme importanti di Kirilenko( Timberwolves) e Shaun Livingston( Cleveland Cavaliers).
A meno di quattro settimane dalla opening night, i Nets vantano un perfetto mix di veterani e giovani leve. ( 7 over 30, 6 under 30)Diamo un’occhiata al roster e ai contratti dei giocatori:
|
POS |
COLLEGE |
2013-2014 SALARY |
||||
6 |
SG |
30 |
6-6 |
220 |
Michigan State |
$947,907 |
|
0 |
C |
27 |
6-11 |
260 |
|
$1,375,604 |
|
30 |
PF |
33 |
6-8 |
245 |
Iowa |
$1,695,635 |
|
2 |
PF |
37 |
6-11 |
253 |
|
$12,433,735 |
|
7 |
SG |
32 |
6-7 |
240 |
Arkansas |
$21,466,718 |
|
47 |
SF |
32 |
6-9 |
235 |
|
$3,183,000 |
|
14 |
PG |
28 |
6-7 |
175 |
|
$884,293 |
|
11 |
C |
25 |
7-0 |
275 |
Stanford |
$14,693,906 |
|
34 |
SF |
35 |
6-7 |
235 |
Kansas |
$15,333,334 |
|
5 |
PF |
23 |
6-10 |
235 |
Duke |
$1,298,640 |
|
20 |
SF |
21 |
6-9 |
240 |
|
$788,872 |
|
42 |
SF |
38 |
6-6 |
218 |
North Carolina |
|
|
41 |
PG |
23 |
6-3 |
185 |
Kansas |
$788,872 |
|
33 |
PF |
28 |
6-9 |
255 |
|
$3,229,050 |
|
4 |
SG |
36 |
6-2 |
180 |
Arizona |
$5,625,313 |
|
8 |
PG |
29 |
6-3 |
209 |
Illinois |
$18,466,130 |
STARTING LINEUP
PG: Deron Williams.
E’ da qualche anno che non lo vediamo giocare ai suoi standard e questa sarà l’occasione perfetta per tornare nella elite di point guard NBA. Con Pierce e Terry in scuderia, è prevista una pioggia di assist sul perimetro come ai tempi dei Jazz.
Nelle ultime tre stagioni, ha segnato con il 42.9% dal campo, ma con l’arrivo di Pierce e Garnett, avrà meno rensonsabilità da realizzatore. Se da una parte aumenteranno le percentuali al tiro, dall’altra sarà la seconda se non terza opzione offensiva.
G: Joe Jhonson
Ha avuto una delle peggiori stagioni in carriera, probabilmente a causa dell’utilizzo fuori dalla comfort zone, la sua zona di maggiore competenza. Tra i più micidiali isolation player della lega, trasformato in spot up shooter tutt’ altro che pericoloso quando l’asse Williams- Lopez conduceva l’attacco. Quest’anno giocherà al fianco di Paul Pierce, che ha stile e ruolo analogo al suo.
Un piccolo calo come realizzatore sarà inevitabile. Il suo impiego verrà diluito per fare spazio a una panchina più lunga e solida.
SF: Paul Pierce
All’eta di 35 anni, ha disputato una delle stagioni più produttive in maglia Celtics, cercando di compensare la mancanza di Rondo nel migliore dei modi. Giocherà come sempre ha fattoa Boston, non sarà la prima bocca di fuoco dei Nets, ma segnerà quando gli avversarsi non saranno concentrati su di lui. Pierce avrà meno minuti a disposizioni per due ragioni: tenerlo fresco in ottica playoffs e dargli respiro con pariruolo come Kirilenko, pronti a entrare dalla panchina.
PF: Kevin Garnett
Da quando si è unito ai Celtics, segnare non è più stato lo scopo principale del gioco di Kevin. Si è concentrato maggiormente sulla difesa del pitturato, sui rimbalzi e le piccolo cose che servono per vincere. Il suo ruolo ai Nets sarà simile a quello dei Celtics da titolo. Difenderà il pitturato e darà alla squadra una nuova impronta di durezza e impatto fisico che ai Nets manca dai tempi in cui Kenyon Martin lasciò la città.
C: Brook Lopez.
Lopez si è già fatto un nome tra i centri più produttivi in attacco. Può giocare spalle a canestro, andare al ferro e ha mani abbastanza educate per tirare dalla media.
Rivedibile sotto la voce toughness e con grandi margini di miglioramento in difesa. La scorsa stagione ha lavorato per tornare da un infortunio al piede e non ha giocato quanto avrebbe dovuto. Con un altro anno di esperienza sotto le plance, continuerà a migliorare per essere una presenza dominante sotto canestro.
PREVISIONI
La squadra punta a vincere, subito. Se non subito, nel più breve tempo possibile. Lo stesso proprietario Michail Prokhorov, ai giornalisti che gli facevano notare che dovrà pagare oltre 85 milioni di Luxury Tax, ha risposto di non sopportare i progetti a lungo termine: “non fanno parte della mia filosofia” . Ergo non sembrano ammessi “contentini”. Tutti gli altri piazzamenti al di fuori della Finale NBA,saranno considerati dei fallimenti. La dirigenza ha speso tanto, il timer dice due anni per vincere e la prossima scelta al draft è prevista per il 2018.
L’aspetto più positivo della trade è che ha cambiato il DNA della squadra. I Nets della scorsa stagione non mancavano di talento, ma di una componente fondamentale per vincere: il cuore(quel pride tipicamente bostoniano). Nel primo turno di playoff contro i Bulls, con Pierce e Garnett in campo, sarebbe probabilmente finita in modo diverso.
Una novità è avvenuta anche nel coaching staff, Carlesimo ha lasciato il posto di head coach all’ex stella dei Nets Jason Kidd, di cui recentemente hanno ritirato il suo numero 5. C’è tanto entusiasmo quanti dubbi attorno a questa candidatura. Kidd non ha alcuna esperienza come allenatore e per questo sarà supportato da uno staff esperto in grado di inserirlo gradualmente nella sua nuova realtà. Intanto ha già espresso una politica a favore della circolazione di palla, una sorta di frecciatina al suo precedessore più in linea con gli isolamenti e i giochi individuali.
Cerco di sbilancarmi e di fare un pronostico, i Nets approdano ai playoff e usciranno in finale di conference. Vedremo se la filosofia del magnate russo avrà la meglio sulla nuvola di dubbi che si affaccia all’orizzonte Nets.