Una nuova era è alle porte in quel di New Orleans. Da questa stagione la squadra cambia tutto: nome, logo, colori. Non più Hornets, bensì Pelicans, in onore dell’uccello simbolo dello stato della Louisiana dove la franchigia è approdata nel 2002 dopoché la sede originale era stata Charlotte a partire dal 1988. Una storia recente quella tra NOLA e l’NBA, dato che quella che sta per incominciare è appena la 12° regular season dopo il trasloco dalla North Carolina, con momenti altalenanti: dal duro biennio extrasportivo 2005-2007 post-uragano Katrina con le partite casalinghe giocate anch’esse in trasferta ad Oklahoma City, alla splendida cavalcata dei Playoff 2008 guidata da un abbacinante Chris Paul e conclusasi solo a gara 7 della semifinale di Conference solo al cospetto degli Spurs.
Dal 2009 in poi stagioni non proprio esaltanti nella Crescent City: un paio di fugaci apparizioni in postseason, l’addio di CP3 e la squadra che precipita nei bassifondi della Western Conference con il punto più basso raggiunto nel 2012 col 21-45, peggior record ad Ovest. Ma si sa che c’è sempre una luce in fondo al tunnel e l’uomo che fa riemergere New Orleans dalle tenebre si chiama Tom Benson, che, già proprietario dei Saints di football, decide di acquistare la franchigia dalla NBA il 12 aprile 2012. Oltre alla nuova proprietà, l’altra buona notizia è che le palline della lottery sorridono agli ancora Hornets che pescano la scelta numero 1 del draft 2012 dove chiamano Anthony Davis, lungo da Kentucky, destinato a diventare l’uomo franchigia simbolo della rifondazione del nuovo corso.
Le gare di casa dei Pelicans saranno ospitate dalla rinnovata New Orleans Arena, che durante l’estate ha subito lavori di ammodernamento, con novità strutturali e ulteriori servizi per gli spettatori, e di ampliamento della capienza del palazzo, che ora potrà ospitare fino a 17002 persone. L’arena è un’opera recente; costruita nel 1999 e da poco ristrutturata per volere di Tom Benson a fronte di una spesa complessiva di 50 milioni di dollari, è situata nel Central Business District, a due passi dal Louisiana Superdome.
QUINTETTO BASE
Jrue Holiday: playmaker da UCLA, proveniente dai 76ers nell’ambito dello scambio che ha portato Nerlens Noel a Philadelphia
Eric Gordon: guardia da Indiana, arrivato nel 2011 dai Clippers nell’ambito della trade Chris Paul
Al-Farouq Aminu: ala piccola da Wake Forest, anch’egli rientrato nella trade che ha portato Chris Paul ai Clippers
Ryan Anderson: ala grande da California, alla seconda stagione in Louisiana dopo il precedente trascorso ai Magic
Anthony Davis: centro da Kentucky, prima scelta assoluta del draft 2012
DALLA PANCHINA
Tyreke Evans: guardia da Memphis, proveniente dai Kings in una trade a tre squadre che ha coinvolto anche i Trail Blazers
Jason Smith: ala grande da Colorado State, alla quarta stagione a New Orleans dopo l’esperienza di Philadelphia
Greg Stiemsma: centro da Wisconsin, proveniente dai Minnesota Timberwolves
Anthony Morrow: guardia da Georgia Tech, proveniente dai Dallas Mavericks
Austin Rivers: guardia da Duke, figlio di Doc, coach dei Clippers; è alla seconda stagione nella Lega
Brian Roberts: playmaker da Dayton, alla seconda stagione a New Orleans
Lance Thomas: ala grande da Duke, alla seconda stagione in Louisiana
Darius Miller: ala piccola da Kentucky, alla seconda stagione in Louisiana
Jeff Whitey: centro da Kansas, scelto alla chiamata numero 39 all’ultimo draft
Arinze Onuaku: ala grande da Syracuse, alla prima stagione in NBA
COACH
Monty Williams: alla quarta stagione da capo allenatore a New Orleans, in precedenza assistente negli staff di Gregg Popovich agli Spurs e di Nate McMillan ai Trail Trail Blazers
Fare dei pronostici è sempre difficile, una volta di più se si tratta di prevedere l’andamento di una squadra molto rivoluzionata rispetto alla passata stagione, in una giungla sempre difficile come la Western Conference con tanti avversari agguerriti. Detto questo, i neo Pelicans hanno tutto per poter emergere ad Ovest: una squadra giovane, ben assortita, di talento, con una discreta panchina e un ottimo allenatore. L’aggiunta di due stelle del calibro di Jrue Holiday in cabina di regia, reduce dalla miglior stagione della carriera, e di Tyreke Evans come sesto uomo in partenza, anche se non è da escludere il suo inserimento in quintetto a scapito di Aminu, non fa altro che aumentare il tasso di qualità già garantito da Anthony Davis e che dovrebbe garantire Eric Gordon, che però fino ad ora non è riuscito ad esprimere tutto il suo potenziale a causa dei tanti problemi fisici che lo hanno tormentato.
Già, le condizioni di salute di Gordon possono rivelarsi una grossa incognita sulla stagione di NOLA che però può guardare con fiducia al futuro, un futuro che potrebbe vedere New Orleans protagonista durante la regular season e, perché no, anche nei Playoff. Gli ingredienti per far sì che lo “chef” Williams confezioni un ottimo piatto ci sono tutti, servirà un pò di tempo all’inizio perché la ricetta è in gran parte nuova ma se si avrà una buona dose di pazienza per attendere che gli elementi mescolati diano una bella amalgama, il prodotto finale non potrà che essere prelibato ed in grado di saziare gli affamati – di vittorie – palati dei tifosi dei New Orleans Pelicans.
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