Parlare di rivoluzione forse è esagerato, ma in casa Nuggets le sensazioni che hanno accompagnato gli ultimi mesi sono molto vicine a quelle di una parziale rifondazione, costruita su una solida base, giovane, con grandissime potenzialità e reduce da una stagione record che non può non influenzare le aspettative dei tifosi in vista dell’imminente inizio di campionato. Va ricordato che quando si cambia l’organizzazione di un team ben rodato, il rischio di un flop è sempre dietro l’angolo, soprattutto con l’incognita di un allenatore esordiente, Brian Shaw, che succede al Coach of the Year uscente, George Karl, ossia colui che ha plasmato il gioco di questa squadra lasciando le proprie impronte sulla migliore stagione di sempre della franchigia. Se a questo ci si vuole aggiungere la partenza di una guardia del calibro di Andre Iguodala non si corre il rischio di passare per cinici se si guarda a Denver con un po’ di pessimismo in questo momento della preseason, con le squadre sui blocchi di partenza, pronte per dare il via alla stagione 2014. Tuttavia, analizzando bene la situazione, si scoprirà che i Nuggets hanno ancora le carte a disposizione per mettere paura ad una conference agguerritissima.
ROSTER
Come già detto, il punto cruciale della stagione dei Nuggets sarà senz’altro l’effetto che il mercato estivo avrà sulla chimica di squadra, sul rendimento in campo e sulle politiche gestionali di una franchigia che ha dato l’addio anche al General Manager Masai Ujiri, premiato come dirigente dell’anno del 2013.
La partenza di Iguodala è, sul campo, la perdita più importante per Denver, ma il nuovo arrivato Nate Robinson potrà dare un grande contributo grazie alle sue doti che, durante la passata stagione a Chicago, l’hanno portato ad essere un giocatore decisivo in diverse occasioni. Per quanto riguarda la panchina, i partenti Corey Brewer, direzione Minnesota, e Kosta Koufos, approdato a Memphis, saranno sostituiti da J.J. Hickson e Randy Foye dovrebbero garantire un buon apporto alla squadra nei minuti a loro dedicati, grazie alle doti a rimbalzo del primo e all’abilità di tiro del secondo, anche se le doti difensive del neo-acquisto dei Timberwolves saranno difficilmente rimpiazzabili.
ARRIVI |
PARTENZE |
Nate Robinson | Andre Iguodala |
Randy Foye | Corey Brewer |
J.J. Hickson | Kosta Koufos |
Darrel Arthur | Julian Stone |
A seguito dei bilanci di mercato è doveroso spendere del tempo analizzando le armi a disposizione di coach Shaw per la stagione alle porte. Per chiarire al meglio le idee è necessario suddividere la stagione in due fasi, ossia prima e dopo il rientro di Danilo Gallinari, assente dal parquet da aprile per un infortunio al ginocchio, che può rivelarsi una carta molto importante per Denver, soprattutto per la sua pericolosità offensiva, sia da fuori che in penetrazione.
SENZA GALLINARI
PM – Ty Lawson
G – Randy Foye
AP – Wilson Chandler
AG – Kenneth Faried
C – JaVale McGee
CON GALLINARI
PM – Ty Lawson
G– Wilson Chandler
AP– Danilo Gallinari
AG– Kenneth Faried
C– JaVale McGee
GIOCATORI CHIAVE
Ty Lawson avrà il compito di guidare l’attacco della squadra e, con le sue doti atletiche, ha le carte in regola per mettere in difficoltà le difese avversarie, sia come passatore che come finalizzatore. È chiaro che si tratta del giocatore più talentuoso in rosa e le sue prestazioni rischieranno di risultare spesso decisive.
Danilo Gallinari avrà sicuramente delle importanti responsabilità sulle proprie spalle una volta rientrato dall’infortunio. L’anno scorso si è trovato ad essere molto spesso la prima scelta offensiva anche quando in campo c’era Iguodala e, quest’anno più che mai, i Nuggets conteranno sulle sue conclusioni da tre punti e sulle abilità in penetrazione di cui è dotato.
Kenneth Faried viene da una seconda stagione NBA in cui è riuscito a mettersi in luce per il grande atletismo e una buona caparbietà a rimbalzo, oltre ad essere dotato di un fisico fuori dal comune, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Manimal”. Se la sua crescita sarà costante rischia di diventare un pilastro inamovibile della squadra, e c’è quasi.
INCOGNITE
Di JaVale McGee si è parlato tanto questa estate. Un atletismo invidiabile, potenza e agilità lo rendono potenzialmente uno dei migliori lunghi in circolazione, ma l’incredibile serie di errori che è capace di commettere in campo sono riusciti a trasformarlo in un flop, anno dopo anno. Ha passato tutta l’estate ad allenarsi in post e nel tiro dalla media e se riuscirà ad arginare la sua foga in campo, imparando a giocare come è richiesto ad un professionista, può rivelarsi un’arma molto pericolosa.
Nate Robinson è un giocatore con grande esperienza e con doti atletiche quasi senza pari per un playmaker. L’anno passato, a Chicago, ha dimostrato più volte di saper prendere per mano la squadra realizzando prestazioni da più di 30 punti. Se in forma, il suo apporto dalla panchina potrà risultare devastante.
Come detto in precedenza, Brian Shaw avrà un compito molto difficile nel succedere a George Karl. Un allenatore esordiente è sempre una grande incognita anche se si tratta di una vecchia conoscenza della lega. Dovrà lavorare moltissimo a difesa schierata, per permettere alla squadra di far bene laddove aveva i più grossi problemi con coach Karl e apportare quindi un miglioramento al rendimento sul campo, soprattutto in chiave playoffs. La difesa, inoltre, ha subito un duro colpo con le perdite di Igoudala e Brewer, i due migliori difensori in rosa della passata stagione, e si affiderà ancora di più alle doti dell’incognita McGee e della promessa Kenneth Faried. In attacco inoltre peserà moltissimo la mancanza di Gallinari per i primi mesi dell’anno, ma le sempre migliori notizie sul suo recupero fanno sperare un rientro per la fine del 2013.
BREAKOUT PLAYER
Evan Fournier
Alla sua seconda stagione in NBA, la guardia francese si trova catapultato in una realtà che può essere molto favorevole per il suo sviluppo. Non avrà più Igoudala a limitare i suoi minuti in campo e, per i primi mesi Wilson Chandler, la guardia titolare, verrà impiegato come ala piccola, per sostituire Gallinari. Tutto ciò gli garantirà un numero decisamente maggiore di minuti di gioco rispetto all’anno scorso e, nella sua situazione, rappresentano senz’altro un’opportunità quasi irripetibile. Tutto il resto sta solo a lui, potrebbe deludere come sorprendere. Una perfetta allegoria dei Denver Nuggets di quest’anno.
ASPETTATIVE
Anche se le intenzioni non sono quelle di ripetere la stagione dei record, le aspettative in casa Nuggets rimangono alte. Come dichiarato in più occasioni da Brian Shaw, l’obiettivo non è ripetere la stagione da 57 vittorie, ma riuscire ad ottenere un buon record per poi concentrarsi a passare il primo turno ai playoffs, impresa mai riuscita a coach Karl. I bookmakers americani li danno come secondi nella Northwest Division, dietro ai super favoriti Oklahoma City Thunder, pronosticando un record che si aggira intorno alle 53 vittorie in regoular season che, dopo tutto, sarebbe un risultato molto positivo considerando tutti i cambiamenti subiti dalla squadra nell’ultimo anno. Tuttavia non bisogna dimenticare che i Nuggets disputano gli incontri casalinghi a 1600 metri di altitudine e questo negli ultimi anni ha quasi sempre giocato a loro favore.