La frase è celebre e sembrerebbe essere rivolta ai Rockets che non stanno brillando come dovrebbero in questo inizio di stagione, ma in realtà vorrei parlare dei Nets che sono in una situazione ben peggiore, penultimi nella Eastern Conference e con pochissimi margini di miglioramento nelle ultime partite.
Una squadra costruita per vincere, quella di Brooklyn, ma come si evince da questo inizio di stagione, i problemi da risolvere sono davvero moltissimi. Dando un’occhiata alle statistiche individuali viene subito all’occhio un particolare abbastanza evidente: si concedono troppi punti, 97,3 a partita e si segna relativamente poco 100 punti.
Il problema è dunque la difesa, anche perché le percentuali dal campo dei giocatori sono tutte vicine al 50% per un complessivo 44,9 % di squadra, niente male direi. Se consideriamo, inoltre che i principali interpreti offensivi, Pierce e Johnson stanno tirando con il 49 % dal campo per 13 punti a partita possiamo concludere che il problema non è la fase offensiva, quanto meno nei numeri.
Si perché oltre ai numeri positivi anche la fase offensiva ha i suoi bei problemi di mobilità e velocità di manovra. Williams non sembra essere l’uomo giusto per questi terminali offensivi, poco “inventore” e molto “costruttore”, non adatto a far girare una squadra con caratteristiche del genere, ed intendo una squadra costituita per lo più da tiratori: Terry, Pierce, Johnson, solisti che faticano a correre negli spazi lasciati dalle difese avversarie quando si crea una situazione di transizione offensiva invece molto più capaci di segnare sull’invenzione di un altro genere di playmaker. Sarà proprio per questo motivo che spesso si utilizza come arma offensiva Lopez con il jump dai 5 metri e poco spesso si riesce ad andare da Pierce o appunto da Johnson se non utilizzando un isolamento.
Non è finita qui pero perché oltre a mancare una costruzione efficace della fase di transizione, latita anche il gioco perimetrale a difesa piazzata, manca la circolazione rapida del pallone che potrebbe permette altri numeri alle guardie o agli esterni. Inoltre Garnett sembra essere “quasi” d’intralcio in mezzo all’area e, sappiamo bene che Garnett NON può essere un intralcio in nessuna delle franchigie NBA.
Andando a guardare le statistiche sui 100 possessi, i punti fatti sono 98,3 e quelli subiti arrivano a 101, niente di tragico però possiamo già notare qualcosa di più interessante, i Nets sono poco efficaci e poco coperti. E’ ovvio che analizzando solo le statistiche non possiamo capire quale sia il reale problema del roster guidato da Kidd, perché a dir la verità non troviamo vere “falle” o grossi buchi neri per i quali potremmo sentenziare con il classico “è questo il problema…” , qui la situazione è più complessa, e va analizzata con pazienza.
Arriviamo così alla difesa, si, la difesa. Un problema certo e accertabile sono i rimbalzi. Solo 41 i catturati a fronte dei 42 concessi agli avversari. Inoltre dato ancor più rilevante i Nets concedono 11 rimbalzi offensivi, troppi, soprattutto per una squadra che potenzialmente con Garnett e Blatche potrebbero riuscire a concedere meno. In questo senso il problema potrebbe essere Lopez, non un grande rimbalzista, ma al momento indispensabile per la fase offensiva ed è qui che si cela l’arcano, manca, in effetti, un lungo, capace di offendere e difendere in maniera decisiva. Altro problema da rilevare è lo scarso utilizzo di un difensore come Kirilenko, solo 13 minuti sul parquet sono pochi per un giocatore che potrebbe aiutare molto la squadra sia per quel che riguarda la difesa sul perimetro sia sotto le plance essendo, comunque un discreto rimbalzista, sicuramente migliore di Joe Johnson.
Il problema principale, tralasciando le statistiche, penso sia da individuare nell’amalgama e nelle rotazioni di un roster completamente nuovo, sono certo che con qualche accorgimento la squadra possa ambire comunque a palcoscenici importanti ma a dirla tutta non penso che possano arrivare a vincere l’anello.