Tempi grigi in quel di New York. Considerati una delle potenziali prime 4 squadre ad Est, i Knicks stanno deludendo in questo primo scorcio di stagione NBA. Al momento in cui vi scriviamo, infatti, i ragazzi di coach Woodson hanno un poco invidiabile bilancio di 3-7, buono, si fa per dire, per l’ultimo posto nella non irreprensibile Atlantic Division. A far compagnia a Melo e compagni ci sono, anche qua sorpresa delle sorprese, i cugini Brooklyn Nets, destinati, in sede di preview stagionali, a ben altri orizzonti di gloria. A testimonianza, quindi, di un periodo tutt’altro che indimenticabile nella Grande Mela.
Il calendario per una delle franchigie più storiche della Lega è stato di difficoltà medio-alta, il dodicesimo stando al sempre più usato parametro della Strength of schedule. Ciononostante, sono poco comprensibili alcune di queste sconfitte, come il rovescio interno contro i Bobcats od il -20, sempre casalingo, contro gli Hawks, ambedue formazioni alla portata di New York. Non ha di certo aiutato l’infortunio a Tyson Chandler. L’ex vincitore del trofeo di Difensore dell’Anno starà fuori ancora per diverse settimane a causa di una frattura al perone. Senza l’ancora della propria metà-campo, i Knicks sono semplicemente affondati, perdendo 5 gare su 6 tra le mura amiche.
Cosa non sta funzionando sin qui per Woodson? La tentazione di rispondere “quasi niente” sarebbe troppo facile, ancorché semplicistica. Partendo dall’attacco, New York attualmente è alla posizione numero 18 per offensive rating ed alla 25 per punti a partita, 93,5. Anche per quanto riguarda le percentuali la situazione non è delle più rosee. La franchigia della Big Apple è tra le ultime in tali classifiche, sia nel tiro da 2 punti quanto da 3, specialità questa che vede, per converso, i Knicks alla seconda posizione per conclusioni dalla distanza provate. Sempre analizzando le statistiche, notiamo che la squadra è penultima per tiri liberi tentati, nonostante la presenza di Anthony, e non compensa a sufficienza i tanti errori al tiro con i rimbalzi offensivi (sedicesimi). Altra cifra da prendere in considerazione è il numero sempre insufficiente di assist, graduatoria che vede NY in fondo (posizione numero 23) così come quella del pace factor, nella quale la squadra occupa il penultimo posto.
Capitolo difesa. I Knicks concedono meno di 99 punti a partita, ma sono addirittura ventottesimi per difensive rating. Non certo quello che Woodson si aspetterebbe dai suoi ragazzi. La sola assenza di Chandler non può servire da scusante per l’elevato 46,6% concesso agli avversari, che diventa un astronomico 61% se si considera solo i tiri nel pitturato. Note positive provengono dalla difesa sul tiro da fuori, che vede New York concedere solo il 33%, e nelle palle perse forzate. Tutte considerazioni che sono in mente al front-office di NY e che riprenderemo quando parleremo più avanti dei rumors di mercato attorno alla squadra.
Veniamo ora ai singoli. Carmelo Anthony, almeno statisticamente, sta dando il suo solito contributo: 25,7 punti e 8,7 rimbalzi dato che, se confermato, sarebbe il suo massimo in carriera. Melo sta però tirando con la peggiore percentuale personale di sempre, specchio delle difficoltà di squadra, con un body language, osservando le partite, che non sempre si è rivelato dei migliori, tradendo le possibili ansie sul futuro, tanto personale quanto della squadra.
Dopo l’infortunio di Chandler si è trovato catapultato sotto le luci della ribalta Andrea Bargnani, arrivato in estate dai Raptors. Dopo alcune gare abuliche, recentemente il romano ha dimostrato la consueta verve realizzativa, che lo ha portato ad essere il secondo terminale offensivo dei Knicks con quasi 15 punti di media. Il tutto è condito da un ottimo 50% dal campo, considerando da dove proviene la maggior parte dei suoi tiri. I difetti della prima scelta del Draft 2006 sono altresì ben noti. I rimbalzi, nonostante qualche ottima prestazione di recente ed una presenza costante sotto le plance offensive, restano sempre sotto i 5 di media. Troppo pochi per un 7 piedi, sempre tenendo ferme le zone del campo in cui staziona maggiormente nell’arco dei 48 minuti. Anche la difesa in aiuto non è il pezzo forte della casa, ed è una, ma non l’unica ovviamente, delle cause dei problemi difensivi della squadra. Tra i titolari, in doppia cifra ci va Raymond Felton, le cui medie sono in calo rispetto alla stagione passata e che ha sofferto qualche lieve problema fisico di recente.
Poche le note liete dalla panchina. Tra queste sicuramente Tim Hardaway Jr, costante fornitore di punti e scariche di adrenalina pura quando i titolari vanno in difficoltà. Per lui 7 punti di media in 17′ sul parquet. Capitolo a parte Jr Smith e Amar’e Stoudemire. Il primo ha iniziato la stagione decisamente col piede sbagliato. Dopo la sospensione è arrivata anche una multa per un’inutile querelle via Twitter con Brandon Jennings. In campo le cose non sono andate tanto meglio. Jr è si in doppia cifra di media, ma tira con un abominevole 28% dal campo, con tante conclusioni fuori bersaglio e lo spietato pubblico del Madison che ha addirittura invocato, durante una delle ultime sconfitte, l’ingresso in campo del fratello. Fa invece effetto vedere quanto soffra Stoudemire, pensando anche alla forza della natura che era sino a qualche stagione or sono. Minutaggio limitato, statistiche ed impatto risibili ma contratto pesante, che potrebbe anche essere inserito in qualche trade. Le prossime settimane saranno decisive per capire, forse in maniera definitiva, la piega presa dalla propria carriera.
Già, gli scambi. I Knicks sono al centro di varie voci di mercato già da diversi giorni. Oltre a Stoudemire, il nome più gettonato è quello di Iman Shumpert, il migliore difensore sugli esterni della squadra. Il sacrificio del terzo anno servirebbe, stando sempre ai soliti beninformati, a coprire le lacune della squadra nel pitturato, assicurando al contempo qualche rimbalzo offensivo in più e maggiore precisione al tiro. L’indiziato dovrebbe essere Kenneth Faried, ma al momento nessuna delle due franchigie ha premuto il pulsante dell’esecuzione. Pur tamponando momentaneamente qualche falla, Faried, o chi per lui, rappresenterebbe tutt’altro che la panacea ai mali della squadra, andando peraltro ad intasare gli spazi preferiti in attacco da Anthony, soprattutto col ritorno di Chandler. A meno che il numero 6 non recuperi ancora più lentamente da un infortunio tanto rognoso.
Fortunatamente per New York ed i suoi tanti tifosi (quinto posto per numero di spettatori nella Lega) di palle a due da alzare in questa stagione ve ne sono ancora parecchie. Tuttavia, il calendario nei prossimi giorni è decisamente sfavorevole. I Knicks affronteranno gli ostici Pacers al Garden, quindi 4 trasferte di fila a Washington, Portland, Los Angeles sponda Clippers e Denver, ritorno a casa contro i Pelicans e derby al Barclays Center contro i Nets. Alla fine di questa temibile serie di partite avremo capito qualcosa in più sulla stagione della squadra e sulle aspettative prossime venture. Scoprendo, al contempo, se Woodson avrà tenuto il posto su di una panchina diventata nel frattempo rovente.
Alessandro Scuto