Earvin “Magic” Johnson. Chiaramente la storia degli Spartans accoglie al suo interno altri nomi di una certa rilevanza, oltre ad un discreto palmarès di successi, ma è impossibile non pensare immediatamente ad uno dei più grandi della storia del gioco nel momento in cui si nomina MSU; correva l’anno 1979 quando Earvin Johnson, che, da lì, per tutti, sarebbe poi diventato Magic, guidato da Coach Jud Heatcote, prese per mano gli Spartans trascinandoli al primo titolo NCAA, in una stagione segnata dalla didascalizzazione di una rivalità che accese gli animi di tutti gli addetti ai lavori e che successivamente avrebbe alimentato la storica sfida NBA tra Los Angeles Lakers e Boston Celtics, consentendo l’espansione mondiale del seguito NBA: Magic contro Larry Bird. Gli Indiana State Sycamores di Bird arrivarono imbattuti a quella finale, ma dovettero soccombere per 75 a 64 sotto i “magici” colpi di Johnson, assistito da giocatori quali, per esempio, Greg Kelser e Jay Vincent, che, al pari di Magic, avrebbero visto ritirate le proprie uniformi in quel di MSU. Nel 1995, passati 16 anni dall’unico titolo conquistato, a fronte comunque di 9 partecipazioni al torneo NCAA, Heatcote cede la guida della squadra a Coach Tom Izzo, ancora oggi sulla panchina degli Spartans; è con lui che arriva il secondo titolo per Michigan State. La scritta Michigan State University Spartans è comparsa, quindi, per la seconda volta, nell’albo d’oro Ncaa, nel 2000, quando Morris Peterson, A.J Granger, Charlie Bell, Jason Richardson e l’MOP Mateen Cleaves, hanno surclassato con il punteggio di 89-76 i Florida Gators. Una statistica molto interessante, tuttavia, circa i ragazzi di biancoverde vestiti, è da ricercarsi al di fuori del titolo del 2000 e più specificatamente nel numero di partecipazioni alle Final Four: 8 volte complessivamente, di cui ben 6 delle quali negli ultimi 14 anni, ad indicare come, nonostante i cambiamenti nel roster, il gioco di Coach Izzo si sia ormai innalzato a certificata garanzia di qualità, tanto che, in questo momento, cinque allenatori della Division I, hanno prima svolto il ruolo di assistenti per lui.
Oltre ai già citati protagonisti dei due titoli, molti altri Spartans hanno poi calcato il palcoscenico principale ( Shannon Brown, Erazem Lorbek, Zach Randolph, Scott Skiles, Eric Snow, Draymond Green,ecc… ), altri ancora lo faranno nei prossimi anni e, con molta probabilità, in 3 saranno draftati il prossimo giugno, trattasi di: Adreian Payne, Keith Appling e Gary Harris, con quest’ultimo attualmente dato tra le prime dieci “pick”. Il motivo d’interesse principale di questi Spartans edizione ’13-’14 è dato dal ranking, che, nel momento in cui vi sto scrivendo, li vede come #1, favoriti alla vittoria finale; questo perchè, a dispetto di un serbatoio di talento assoluto di minore entità rispetto a compagini come Duke, Kansas o Kentucky, gli Spartans sembrano tra i pochi a poter vantare un minimo di esperienza di base nelle proprie fila: se è vero che freshmen come Wiggins, Parker o Randle saranno sicuramente d’impatto nel torneo ed, in futuro, nell’NBA, è altrettanto vero che le stelle di MSU sono un sophomore ( Harris ) e due Senior ( Appling e Payne ), ed avere già alle spalle un background di gioco in ambito collegiale, oltre ad una buona conoscenza reciproca e degli schemi di Coach Izzo, gioverà di sicuro ad un gruppo in cui il talento, comunque, non latita.
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