Nello spogliatoio dei Miami Heat, la frustrazione comincia a pulsare come un organismo vivente. Stavolta ad avere la meglio sui campioni in carica sono stati i Celtics,che hanno trionfato in casa questo mercoledì sera per 101 a 96
Chris Bosh suona il primo campanello di allarme:
“Vorrei avere una risposta a questo andazzo” ha confessato Bosh in merito al pauroso calo di rendimento degli Heat: “Non siamo abituati a giocare in modo così ondivago. Dobbiamo rendercene conto, ritrovare il nostro stile di gioco e la consistenza in campo. In questo momento è come se fossimo una foto sbiadita. Dobbiamo riprenderci, stiamo facendo una corsa contro il tempo, che non è ancora esaurito, ma se vogliamo vincere dobbiamo rimboccarci le maniche”
A dare manforte alla denuncia di Bosh, arriva anche Shane Battier che aggiunge:”non abbiamo mai giocato così male arrivati a questo punto della stagione. Per noi è un territorio inesplorato, ma all’idea che ci temprerà, rendendoci più forti per la volata finale, vedo quasi un lato positivo. Però dobbiamo fare in modo che questo accada, non possiamo sperare semplicemente che le cose vadano per il verso giusto.”
Alla ricerca della quarta finale NBA consecutiva( e del terzo anello da infilare al dito), è ancora battaglia aperta per Miami che vuole chiudere la stagione al primo posto. Nonostante anche i Pacers abbiano sofferto una flessione nel rendimento, con un record di 50-18, la squadra allenata da coach Vogel rimane sempre in testa alla eastern conference.
Miami ha perso 6 delle ultime 10 partite, uno stallo che arrivato nel mese di marzo, obbliga ad accelerare i tempi. Se da una parte significa aggiustare ora e subito le cose che non vanno, dall’altra c’è una sfida in più da raccogliere e lo stimolo per Bosh e compagnia di riconquistare lo scettro di campioni NBA.