Se ai nastri di partenza dei play-off la serie fra Clippers e Warriors era una delle sfide più interessanti l’exploit degli sfavoriti in gara-1 e la succesiva apoteosi di Blake Griffin non ne ha certo limato l’hype.
Se ai vari ingredienti interni al campo aggiungi le tanto chiacchierate -quanto inopportune ed ignoranti- dichiarazioni di Donald Sterling, controverso avvocato presidente dei Clippers, la serie acquisisce inevitabilmente risalto internazionale.
Le dichiarazioni di Obama & Co. non hanno però distolto le due franchigie dal vero obbiettivo della post-season. Vincere.
I Clippers hanno immediatamente escluso l’ipotesi di un boicottaggio ma nel pre-gara hanno simbolicamente dismesso la divisa tradizionale in favore di una semplice t-shirt rossa accompagnata da polsini e cavigliere rigorosamente nere.
I giocatori dei Clippers rifiutano di indossare la loro tradizionale divisa pre-gara
Passando alle questioni di campo cerhciamo di analizzare la vittoria dei Warriors nei confronti dei Clippers.
Il coach dei padroni di casa, Mark Jackson, decide di rinunciare al doppio lungo in favore del quintetto piccolo così da contrastare Griffin con una difesa aggressiva basata sull’anticipo.
Dall’altra parte Doc Rivers continua ad affidarsi al quintetto formato da Cp3-Redick-Barnes-Griffin-DeAndre Jordan.
In partenza del match Stephen Curry riprende da dove aveva interrotto in Gara-3 segnando cinque delle prime cinque triple tentate. Se le tre conclusioni create dal palleggio rimangono esteticamente uno dei dieci migliori spettacoli della lega in gara 4 Curry ha trovato nuovamente la via del canestro anche in situazione “off-the-ball”, soprattutto grazie alla marcatura di Collison, di fattura sicuramente inferiore rispetto a quella di Paul.
In questa occasione Curry si è ritrovato perfettamente al di dietro del canestro accerchiato da tre uomini in blù e riapre immediatamente per Green il quale successivamente serve Iguodala (la linea rossa è la linea del pallone). Contemporaneamente -sfruttando l’involontario blocco dei difensori avversari- Curry si allontana da Collison correndo verso l’angolo destro -come dimostra questa shootchart di Kirk Goldsberry suo tallone d’achille- a questo punto grazie all’assist di Iguodala, e la lenta rotazione di Crawford, il 30 segna l’ennesima tripla della serata dopo aver avviato l’azione solamente
In pratica nel primo quarto il solo Curry ha segnato diciassette punti a fronte dei ventiquattro dell’intero roster losangelino. Ecco la shootchart del primo quarto del playmaker nativo di Akron.
Ed in effetti la sfida ha sicuramente risentito delle cinque triple segnate da Stephen in un singolo quarto, evento che nei primi dodici minuti di gioco non accadeva dal 2003 -fu Billups il protagonista di tale prova balisitca- e che inevitabilmente ha condizionato l’inerzia della gara.
Sette conclusioni da oltre l’arco a fronte di un singolo tiro da due punti.
Gli sconfitti Clippers hanno subito l’esaltante avvio di GSW e soprattutto non sono mai ritornati in partita grazie all’ottima difesa dei padroni di casa. Che la difesa dei guerrieri fosse underrated era un segreto di pulcinella all’interno della lega eppure mai i Warriors si erano trovati ad affrontare una batteria di lunghi come quella dei Clippers senza Bogut.
Eppure la small-lineup dei Warriors ha avuto un effetto devastante sulla serie.
In tutta la stagione il quintetto formato da Curry-Thompson-Iguodala-Green-Lee ha ottenuto un plus/minus di +105 in 132 minuti di gioco e nella serata di ieri è riuscito a far rivalutare giocatori eternamente sottovalutati.
Green è riuscito a limitare Griffin a solamente 21 punti con 8/14 dal campo -ed il termine limitare dovrebbe dare per l’ennesima volta una idea di quanto stia diventando onnipontente il 32- grazie ad una difesa fatta di anticipi e scelte difensive perfette, alla quale ha aggiunto cinque assist nella metàcampo offensiva.
Ancora più impressionante Lee -da sempre pessimo in difesa e superlativo in attacco- che è riuscito a costringere Jordan ad uno 0/1 dal campo in venticinque minuti di gioco!
In pratica lo ha tolto dal gioco tecnicamente prima -con una difesa fatta di anticipi e rapidità, evitando ricezioni del centro avversario nei pressi del canestro- e fisicamente poi, costringendo Rivers ad adeguarsi al quintetto di GS togliendo la propria ancora difensiva dal campo.
E grazie all’assenza di DJ e alle ottime letture di Curry sulla difesa dei P&R dei Clippers -la cosiddetta difesa “Show“- i vari “role player” dei Warriors (Iguodala 6/8 più 8/10 ai liberi, Barnes 6/7 Lee 7/11 ) riusciranno a costriuire un’ottima serata al tiro -accompagnata da percentuali stratosferiche- che condurrà GS ad una vittoria con margine di ventuno punti.
In Gara 5 -che verrà giocata a Los Angeles- Doc Rivers sarà tenuto ad una scelta di difficile risoluzione, continuare con il quintetto pesante oppure adeguarsi ai cinque piccoli di Coach Jackson?
Nel frattempo per l’ennesima volta i Warriors si confermano squadra che vive e muore delle soluzioni estemporanee dei suoi due piccoli da oltre l’arco, e se da una parte non vi è mai stata nessuna squadra che è riuscita a vincere affidandosi all’arma storicamente volubile del tiro pesante dall’altra vi è la consapevolezza che questo roster in serata può battere chiunque.
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