Indiana risorge. Sull’orlo del precipizio arriva la sterzata degli uomini di Vogel, bravi a piazzare l’acuto prima del ritorno a casa. La serie è ferma sul 2-2 e l’effetto flipper è pronto per essere sdoganato. Si torna alla Bankers Life Fieldhouse per Gara 5, poi di nuovo in Georgia per il sesto atto. I punti interrogativi aleggiano, ma non più a caratteri cubitali: i Pacers intendono onorare il ruolo di padroni della Eastern Conference cucito loro dal tabellone. Adesso però aspettate i voti, giusto? Et voilà…
CATEGORIA TOP
Paul George: 8. Questo ragazzo ha i numeri. Anzi, ha il numero. Il 24 gli scorre nel sangue, lo sfoggia sulla schiena e lo scrive sul tabellino con enorme disinvoltura. Risponde colpo su colpo alle magate di Millsap, ormai la sua voglia di emergere non stupisce più. La tripla del sorpasso a una manciata di secondi dalla fine scatena la fame dei compagni. E’ il leader assoluto. Lo 0/2 ai liberi che concede l’ultima chance ad Atlanta è una macchiolina che non cancella la sua immensa prestazione. SIMBOLO
David West: 7,5. Famoso per la sua cattiveria agonistica, il senatore in maglia Pacers dimostra di possedere anche una manina niente male. La bomba del +4 è la fotografia della partita, l’urlo liberatorio è lo sfogo dopo giorni di incessanti critiche. La grinta in difesa non fa più notizia, ma Vogel gongola in silenzio di fronte ai 3 recuperi e alle 2 stoppate. Se non cede alle provocazioni e non gli si tappa la vena, è una pedina fondamentale. TORO
Paul Millsap: 7,5. Ma come, ha perso! E quindi? Gioca come se fosse un manuale del basket vivente. La sua intelligenza viene aiutata, in alcune circostanze, da una massiccia dose di fortuna (vedere un paio di tiri impossibili). Non si risparmia, butta sudore in nome della causa, ma non essendo un robot è obbligato a prendersi qualche pausa. E quando si siede, per la ciurma è notte fonda. BIBBIA
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CATEGORIA “RIMANDATI”
Roy Hibbert: 6. Le statistiche restano mediocri, ma i dettagli bucano lo schermo. E’ diverso rispetto alle recenti comparsate. E’ animato da qualche stimolo in più e la cosa non può passare inosservata. In post regala qualche movimento da leccarsi i baffi e (cosa più importante) torna a stoppare con una certa frequenza. E’ positivo, va incoraggiato. A Indiana serve come il pane. BENTORNATO
George Hill: 6,5. Il suo è un destino parallelo a quello dell’amico con il 55. Dopo un inizio di serie con il freno a mano, sta carburando lentamente. E’ un diesel, e non a caso sgancia qualche perla nel quarto periodo. In gergo medico potremmo usare il termine “convalescente”, ma considerando che il riferimento è a un play sano come un pesce ci risparmiamo l’aggettivo. IN CRESCITA
CATEGORIA FLOP
Lance Stephenson: 5. Stavolta i falli azzoppano lui. Due fischi in avvio gli tolgono minuti preziosi. A rimbalzo si fa sentire, ma perde 4 palloni (troppi) contribuendo con soli 5 punti figli di uno sciagurato 2/9 al tiro. Una serataccia ci può stare, anche per il signore delle triple doppie. Per sua fortuna a coprire il grigiore interviene l’ispirazione dei colleghi. ECLISSATO
Pero Antic: 4. Il torpore continua. Scalda i cuori dei tifosi perchè è un personaggio, appoggiandoci al calcio potremmo definirlo il Moscardelli della NBA. Ma a livello di rendimento il crollo è vertiginoso. Vede il canestro col binocolo, mette a referto la miseria di 2 punti. La tripla allo scadere gli offre l’occasione di riscattarsi con gli interessi, ma il mattone in equilibrio precario si stampa sul ferro. INVISIBILE