Una volta conclusasi la serie di Primo Turno con un secco 4-0, ecco le nostre personalissime pagelle di quanto successo nella sfida tra i Miami Heat ed i Charlotte Bobcats.
LeBron James: 7,5. Il fatturato in 4 partite di LBJ? 30 punti, 8 rimbalzi, 6 assist e 2,3 recuperi ad incontro, il tutto tirando col 55% dal campo. Primi tempi non sempre dominanti, riprese da trascinatore, nonostante qualche palla persa di troppo. In difesa non si è spremuto più di tanto, in attacco ha avuto poche risposte dai Bobcats, finendo spesso al ferro ed abusando in post dei suoi diretti avversari.
Dwyane Wade: 6+. Un inizio molto incoraggiante, anche, se non soprattutto, per le condizioni fisiche. Presente in alcune delle folate nelle partite casalinghe, si è andato un po’ spegnendo, preservandosi anche per i turni successivi. Secondo realizzatore Heat con 17,5 di media, da rivedere la propria metà campo con diversi possessi da puro casellante.
Chris Bosh: 6,5. Qualcosina in più rispetto a Wade perché ha messo tiri molto importanti, sia nei parziali spacca-partita sia per sigillare la decisiva gara-4. Quasi il 70% al tiro da 3 punti e doppia cifra di media, ma per il resto è lecito attendersi maggiormente, anche alla voce rimbalzi (5,3).
Ray Allen: 4,5. Partendo da una panchina che non ha eccessivamente scintillato, come giudicare una serie in cui He Got Game ha fatto registrare 3,3 punti di media con un misero 27% dalla lunga distanza? Allen è stato invisibile per tutti e 4 gli episodi, senza riuscire ad incidere sull’andamento delle gare. Atteso ad un urgente miglioramento già dal prossimo impegno nella postseason.
Erik Spoelstra: 6. Qualche passaggio a vuoto per il delfino di Pat Riley. Tanti minuti col quintetto lungo che, date le caratteristiche degli avversari, non era forse il più indicato. Anche in difesa si è cercato di mischiare le carte, con risultati alterni e non sempre continui. Forse troppi i minuti dati a Lewis, chiaramente sul viale del tramonto già da tempo.
Al Jefferson: 6,5. La sfortuna si è accanita su Big Al sotto forma di fascite plantare sin dal primo quarto di gara-1. Ha stretto i denti, è stato protagonista dei momenti migliori di Charlotte ma ha dovuto alzare bandiera bianca nell’ultimo incontro, osservando i suoi compagni in borghese. Alla fine 18,7+9,3 e tanti rimpianti, ma una stagione decisamente da ricordare.
Kemba Walker: 7-. Lo penalizziamo leggermente per un’anonima gara-3, quella che poteva riaprire i giochi. Per il resto il folletto da UConn ha impressionato nella sua prima apparizione sul grande palcoscenico dei Playoffs, facendo impazzire i diretti marcatori e terminando con 19,5 punti di media. Triple e floater in penetrazione il suo mix vincente, con tante responsabilità prese nei momenti che scottano. Questa esperienza potrebbe aiutarlo a crescere ulteriormente.
Josh McRoberts: 6. Uno degli ultimi ad arrendersi. 11,5 punti e quasi 7 rimbalzi ad incontro, uno dei più costanti dalla lunga distanza per i Bobcats, nonché forse l’unico, oltre a Walker, ad essere in grado di uscire dallo script della gara. Protagonista di qualche contatto al limite con James, è uno dei big man forse più sottovalutati della Lega.
Gerald Henderson: 5. Qualche buon inizio di gara, per poi scomparire senza riuscire ad incidere. Il metronomo di Charlotte non è riuscito a dare il proprio contributo alla causa, sia in attacco che in difesa. Anche per lui si trattava di esordio nella postseason, probabilmente potrebbe fare da cambio di lusso in dei Bobcats più competitivi.
Steve Clifford: 6-. Chiaramente il materiale a disposizione non era dei migliori, soprattutto data la caratura dell’avversario. In difesa ha costruito un bell’impianto, anche se magari poteva accerchiare maggiormente James nei possessi decisivi. In attacco c’è da lavorare, la virtuale assenza di Jefferson non ha aiutato, ma rimane un’annata da incorniciare.
Alessandro Scuto