Jerami Grant, nato il 12 marzo 1994 nella città di Hyattsville, Maryland, non sarà la prima scelta del prossimo draft e nemmeno il primo giocatore scelto tra quelli usciti quest’anno da Syracuse, onore che spetterà a Tyler Ennis, ma è un ragazzo speciale, non fosse altro per la nobiltà cestistica che gli scorre nelle vene: il padre, Harvey Grant, dodicesima scelta del Draft NBA 1988, ha militato 11 anni nella massima lega del basket mondiale e, sebbene si fosse fatto un nome suo specialmente negli anni passati a Washington, aveva la caratteristica principale di essere il fratello gemello del più famoso Horace, decima scelta del Draft precedente (1987) al servizio della lega per ben 17 anni passando tra le mani (è proprio il caso di dirlo) di gente come Michael Jordan e Shaquille O’Neal..non dubitiamo che i suoi stipendi siano serviti in parte per degli eccellenti psicologi, ma parliamo comunque di un 3 volte campione NBA, con una convocazione all’ All Star Game e 4 volte nel primo quintetto difensivo della lega. Ma Jerami è cresciuto con giocatori di ottimo livello anche al suo fianco, ovvero i suoi fratelli maggiori: terzo di quattro figli Jerami è fratello minore di Jerai, 4 anni a Clemson e ora nella lega australiana, e il più celebre Jerian (e il quarto si chiama Jaelin..possiamo solo immaginare la confusione della madre nel chiamarli), stella di Notre Dame purtroppo salita agli onori della cronaca nella scorsa stagione per i suoi deficit accademici che hanno portato alla sua sospensione per la stagione 2013/2014 a partire da fine dicembre, mentre il ragazzo viaggiava a 19+6 assist di media. Portare avanti l’araldo della famiglia Grant spetta allora più che mai a Jerami che essendo nato a Hyattsville non può che aver frequentato la locale DeMatha High School, culla di giocatori come Kevin Durant, e liceo prima dei più grandi Jerai e Jerian e ora del più giovane Jaelin..d’altra parte se uno è nobile deve frequentare i circoli adatti al suo retaggio.
Andiamo allora a conoscere meglio questo ragazzo, uscito da Syracuse dopo un ottimo anno da sophomore.
A circa 2.03 m di altezza e 2.20 m di apertura alare Jerami Grant è un’ala piccola NBA fatta e finita, che potrebbe giocare anche qualche minuto da 4 data la lunghezza delle sue braccia e un atletismo non comune. Dotato di eccellente elevazione e rapidità, con un primo passo difficile da contenere ed un buon controllo del corpo, non stupisce che il ragazzo cerchi principalmente conclusioni al ferro nelle quali peraltro è parecchio efficiente tirando col 57% e ottenendo molti viaggi in lunetta, quasi 8 a partita sui 40 minuti. A suo agio in situazioni di pick’n’roll, pick & pop così come ricevendo il pallone in isolamento in post alto, Grant attacca il ferro riuscendo a passare con abilità tra i difensori, spezzando i raddoppi e utilizzando un’ormai collaudata spin move.
Qui lo possiamo vedere in qualche giocata spettacolare..
..e in un’ancora più interessante dimostrazione di tutto il suo repertorio nell’eccellente prestazione servita nella partita contro Duke, probabilmente la più bella della stagione da poco conclusasi:
http://www.youtube.com/watch?v=QVN7L0ik4j0
Come dice giustamente Dick Vitale: “That’s his strength: attack,attack,attack”.
e basta vedere una sua shot chart per comprendere cosa si intenda:
A livello difensivo la 2-3 continua di Boeheim a Syracuse non permette grandi riscontri diretti con il gioco che vedrà impegnato Jerami in NBA, ma saltano comunque all’occhio alcune qualità del ragazzo: un’eccellente velocità laterale, buone doti di contenimento degli avversari, il tutto senza considerare i vantaggi che gli concede il proprio fisico, che gli permette di difendere su giocatori veloci e anche più lunghi di lui, oltre ad aiutarlo nella difesa lontano dalla palla e sulle linee di passaggio. Spesso i giocatori di Syracuse hanno qualche problema di adattamento alla difesa prevalentemente a uomo della NBA, ma Jerami pare avere tutte le carte in tavola per essere un ottimo difensore anche in NBA. Giocatore dalle energie apparentemente quasi infinite oltre ad essere il miglior difensore della zona di ‘Cuse Grant sfrutta queste sue doti da atleta olimpico anche a livello di rimbalzi offensivi, 2.4 a partita quelli catturati nella stagione appena passata, un numero ottimo. A 20 anni da poco compiuti Grant ha poi ancora ampi margini di miglioramento e, dopo un anno da freshman nell’ombra, ha dimostrato il salto qualitativo di cui è capace con un po’ di fiducia e tempo di gioco, raddoppiando i minuti sul campo nella stagione da sophomore, ma triplicando i punti, oltre ad aver dato qualche segnale positivo a livello fisico, anche grazie al lavoro estivo con lo zio Horace, dove però rimane ancora un po’ gracile.
La “dubbia” meccanica di tiro di GrantI limiti maggiori del giocatore risiedono innanzitutto nel suo tiro: meccanico, poco fluido, con il rilascio lento e tardivo rispetto al picco dell’elevazione e che avviene pericolosamente decentrato alla sinistra del volto, portandolo in tutta la stagione ad un misero 17 su 59 dal campo a livello di jumper, con 0-5 da tre (yikes) ed un appena sufficiente 67% ai liberi. Un’ala piccola senza tiro e che possa essere battezzata con tanta facilità, impedendo ai suoi di allargare il campo, è difficilmente collocabile in ambito NBA, non siamo ai livelli di Michael Kidd-Gilchrist, ma c’è parecchio lavoro da fare su questo aspetto. Il ball-handling è poco convincente, con movimenti limitati, eccezion fatta per la già citata spin move, ed una forte tendenza ad andare a destra. Più a suo agio nel ruolo di chi riceve palla che non di chi serve i compagni Jerami dimostra una comprensione del gioco ancora basilare e scarse doti di passatore che non sono vitali in un giocatore del suo ruolo, a differenza del tiro, ma sempre più richieste in una lega di “tuttofare”. Difensivamente i suoi numeri a livello di rubate e stoppate sono parecchio bassi considerando le sue doti atletiche e fisiche, seppur in un contesto di continua difesa a zona, mettendo in mostra delle limitate doti di anticipatore a differenza ad esempio di un pari ruolo proveniente dalla stessa conference come K.J. McDaniels di Clemson. C’è del lavoro da fare anche a livello fisico, dove come già detto risulta ancora po’ gracile, il che limita la sua versatilità difensiva nel momento in cui deve difendere contro 3-4 particolarmente fisici. Seppur vada a cercare il contatto per andare in lunetta e affronti senza timori le frontline avversarie, il suo fisico ancora da costruire gli rende spesso difficili le conclusioni con contatto , ma la sua aggressività sul campo lascia ben sperare. Stesso dicasi per i rimbalzi difensivi dove fa un buon lavoro, ma qualche kg in più sarà necessario in una lega fisica come l’NBA. Più dubbi invece sul suo gioco in post spalle a canestro: poche ed imprecise le conclusioni, per essere un giocatore professionista dovrà sviluppare almeno un aspetto tra il gioco in post o quello perimetrale, entrambi deficitari al momento.
Proiettato tra la ventesima e venticinquesima chiamata Jerami Grant dovrebbe finire in una buona/ottima squadra NBA (ma alla 23 ci sono i Jazz), il che verosimilmente lo limiterà a livello di minuti sul campo, il che comunque tendenzialmente è negativo per il ragazzo, ma, guardando il rovescio della medaglia, potrebbe concedergli tempo per concentrarsi sugli allenamenti e migliorare in primis a livello di tiro e muscolatura: due aspetti ampiamente migliorabili con l’allenamento e che potrebbero cambiare radicalmente la sua prospettiva come giocatore della lega, divenendo un importante giocatore di rotazione in una squadra di livello medio-alto.