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Road To Draft

Adidas Eurocamp: i grandi del futuro…e non solo.

Gli occhi che brillano non sono quelli legati alle Finals, i brividi sono creati da un gruppo di ragazzi che sta sgroppando da ore su e giù lungo il parquet della Ghirada. Siamo a Treviso, per il secondo anno consecutivo, abbacinati dall’impressionante quantità di talento regalata dall’Adidas Eurocamp.

Vasa Micic

Una fucina di giovani promesse che non superano il ventunesimo anno d’età. La cornice è una concentazione spaventosa d’addetti ai lavori, coach nostrani e non solo, osservatori d’oltreoceano e procuratori dalle mani sudate.

Il programma è routine ormai per questa manifestazione: si comincia di prima mattina con foto, stretching, divisione in quattro squadre e poi tanta, tanta intensità e pallacanestro. Qui non si tratta d’una vetrina, ma d’un vero e proprio riflettore che può fungere da catapulta per i piani superiori, quelli vicinissimi al paradiso.

Nella giornata di sabato, quella a cui abbiamo presenziato, in evidenza sicuramente la point guard serba Vasa Micic, dato come sicura scelta oltre la 30 al prossimo draft. Fattezze non sublimi le sue, ma mani e testa visionarie, appannate però dalla stanchezza dopo il primo paio d’ore.

Eric Lombardi è il primo dei tre italiani a mettersi in mostra, illuminando con prove di volo sopra il ferro ed una verticalità inspiegabile. L’ala di Biella condivide il tricolore, in questa manifestazione, con Della Valle e Abass, entrambi positivi e con la giusta personalità.

Incanata sicuramente la samba briosa di Freire, white chocolate brasiliano in forza all’Obradoiro. Un vero e proprio cubo di massa ed invenzioni. A fargli compagnia un altro giovane verdeoro: Lucas Mariano, lungo che ha costruito un tiro perimetrale molto interessante.

Divertente e di rara prospettiva il duello sotto i ferri tra i centri Moustapha Fall e Artem Pustovyi, entrambi ben oltre i 215 cm.

Particolare invece la presenza dei due svedesi della cantera blaugrana: Hakanson ed Erikkson, figli della globalizzazione cestistica e d’un basket pulito ed essenziale, sintetizzato alla perfezione soprattutto dal secondo.

Thon Maker in maglia Usa

Il vero attimo di meraviglia giunge nell’orario di pranzo, durante l’amichevole tra Francia under 20 e Usa under 18. La vittoria è dei francesi, un 77-67 costruito su una dimensione fisica di livello superiore, con quasi tutti i galletti già formati ed impostati per categorie professionistiche. Risultato che non rende giustizia però alle rare gemme arrivate dall’altra parte del mondo.

Thon Maker, classe ’97, prospetto assoluto di 213 cm, corpo alla kg per movenze alla kd. Una è la sicurezza, qui si sta parlando d’una futura stella Nba e le gomitate tra osservatori e gm non fanno che confermare ciò. Brandon Ingrim è invece nato per il gioco. Balla dentro la maglia con il suo peso irrisorio, allo stesso modo danza sul legno con braccia da pterodattilo ed una tecnica ammaliante.
Jaylen Brown è invece Nick Young. La somiglianza è assoluta, il baricentro accentuato, la postura, la consapevole follia. Ha solo 17 anni e gioca già da leader assoluto.

Ciliegina sulla torta d’un evento catalizzante per l’intero mondo del basket, sono stati gli ospiti speciali. Alcuni nomi? Tra i coach l’assassino dell’Alaska Trajan Langdon, Lionel Hollins e Jerry Stackhouse. Tra il pubblico strettamente legato al marchio Adidas spiccano Ricky Rubio, il Gallo, Batum e Gigi Datome. Hanno invece parlato in brevi conferenze anche Alexander Djordjevic e Vlade Divac.

Vlade Divac e la sua arte oratoria

 

 

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