Il draft NBA con le sue tavole rotonde, i telefoni che squillano, le voci che si accavallano, le scelte, la dura voce del popolo, la gioia dei vincitori e le lacrime degli sconfitti è sicuramente il momento della stagione che più si avvicina ad una certa idea di politica, perlomeno quella che intendiamo guardando film o serie tv e non quella a volte reale di chi gioca a Tetris in Parlamento, posto che indubbiamente, date certe scelte del passato, sorge il dubbio che anche alcuni GM fossero più intenti a giocare a “Snake” che non a valutare i talenti in lizza. Tuttavia i veri protagonisti della notte rimangono i giocatori, portatori di sogni e speranze nei tifosi: alcuni offrono più sicurezza, altri del sano rischio ricco di potenzialità, oramai meglio se proveniente da terre lontane. Come si possono suddividere allora le varie fazioni di questo Draft, pardon, di questa elezione? Andiamo a vederli, posto che ormai i due capifila sembrano decisi e d’altra parte non potrebbero esserci elezioni degne di questo nome senza due forti leader in contrapposizione.
Candidati Presidente:
Andrew Wiggins – Jabari Parker
I candidati durante una pausa estiva con canottiere che riportano il loro nome. Parker addirittura col numero 1. Ego smisurato per entrambi.Ovviamente la scelta ricade su di loro, i due golden child, uno americano, l’altro un utopico futuro presidente canadese. La nazione si rivede in loro, anche se naturalmente non ha mai avvicinato la loro grandezza, perché sono due volti puliti, giovani, ricchi di speranze e che sanno come trasmettere le stesse anche ai propri elettori. Parker è la scelta più sicura e conservatrice, nato in una mangiatoia Jabari è il rappresentate di una partito Repubblicano basato sui vecchi e sani valori con un contorno molto forte di morale cristiana. Wiggins è invece il volto nuovo, la scelta più azzardata, ma al contempo affascinante, con grandi promesse ancora però (quasi) tutte da dimostrare. Il popolo è scettico, ma i giovani credono molto in lui, novello Che pronto alla rivoluzione. Il dibattito di inizio anno tra i due non ha risolto i dubbi, rendendo forse la scelta ancora più difficile. Avrà la meglio qualche frizzante convegno di Wiggins o la nazione deciderà di affidarsi al solido e rassicurante Jabari? Stanotte lo scopriremo, ma i due non sono certo soli in questa corsa al potere. Nel frattempo lasciamo che si presentino da soli:
L’uomo nell’ombra:
Wiggins ed Embiid quando erano ancora conosciuti come i Blues BrothersPrimo tra gli altri il già dimenticato, ma vero protagonista della storia, Joel Embiid: compagno di partito di Wiggins, da nome meno quotato dell’amico era divenuto il rappresentante più atteso di tutto il gruppo, ma un incidente “diplomatico”, forse organizzato nell’ombra proprio dal nuovo candidato, lo ha fatto cadere nelle quotazioni pre-elezioni, da Presidente o Vice del buon (?) Andrew infatti Joel, dal Camerun con furore, è passato ad elemento abbandonato a sé stesso in una caduta che potrebbe essere anche più dura del previsto. Tuttavia parliamo di un personaggio che sa bene il suo mestiere, forse meglio di chiunque altro, ed è pronto, nel giro di qualche anno, a far ricredere tutti e divenire il numero 1, indipendentemente dai mezzi che dovrà usare. Non vincerà le elezioni, ma il nuovo presidente non potrà stare sicuro per tutti gli anni del suo mandato. Perché la vendetta è un piatto che si serve freddo.
Vice Presidente di ala Wiggin-ternazionale:
Il programma di Wiggins è chiaro, rivoluzionare il paese, divenire il primo Presidente non statunitense e attuare cambiamenti drastici, gettando la vecchia classe dirigente nel dimenticatoio. Per fare questo però ha bisogno di uomini forti alle sue spalle e chi meglio di un altro giovane fenomeno proveniente da lontano? Dante Exum, bionico australiano pronto a dimostrare che la sua non è solo una terra di canguri e animali pericolosissimi, ma anche di giovani rampolli destinati a formare il nuovo gotha dirigente. Il nome letterario e le origini esotiche gli assicurano il voto dei club del libro e degli elettori più radical chic, i conservatori hanno seri dubbi sulle sue possibilità di adattarsi alla realtà statunitense, si susseguono voci sul suo essere solo “chiacchiere e distintivo” e il suo lavoro in terra natia sembra insufficiente per avere un posto di cotanto prestigio, ma gran parte della nazione sembra pronta ad accettare la scommessa e il suo posto pare ormai assicurato. Di certo lui arriverà preparato all’appuntamento, fisicamente e mentalmente, come mostra in questo video elettorale:
Vice Presidente di ala Parker-icana:
Il giovane Parker con la sua forza mormona assicura una netta vittoria nello stato dello Utah, ma quando lo stato dei laghi sceglierà il suo Presidente probabilmente sarà già tardi per Parker, il quale dovrà muoversi d’anticipo e affidarsi ad un volto nuovo, pieno di speranze e possibilità future, che attiri anche la frazione più giovane e desiderosa di novità all’interno del popolo elettore. Sì perché Wiggins con questa sua Revolucìon rischia di avere la meglio ed il partito conservatore non può permettersi una tale caduta: Noah Vonleh, dotato giustamente di un rassicurante nome biblico, ma dal piglio più accattivante, sembra essere l’uomo giusto per portare al potere una coppia giovane che dia al contempo però maggiori sicurezze rispetto al blocco straniero. Se il Noè biblico unì tutte gli animali in una sola arca, a Noah spetterà il compito di portare ogni tipo di elettore a sostenere il progetto di Jabari.
Senatori di ala Wiggin-ternazionale:
Dario Saric – Jusuf Nurkic – Jordan Bachynski – Bogdan Bogdanovic – Nik Stauskas – Tyler Ennis – Clint Capela
I grandi uomini nulla sono senza dietro una grande donna. Vero. Ma soprattutto senza avere le spalle parate da un partito degno di questo nome, con elementi di valore pronti allo stesso tempo a dedicarsi ai lavori più sporchi e non intendiamo certo lavare i piatti. No perché la qualità di certo non manca tra i senatori del candidato Presidente Wiggins, una miscela di volti internazionali pronti a ribaltare il Campidoglio come fosse il parlamento ucraino.
Tra i senatori di Wiggins mancano campioni mondiali dei pesi massimi, ma di certo non caratteri forti che sanno come usare le mani, anche se in altra maniera: è il caso di Jusuf Nurkic, 2.10 di 120 kg che potrebbe essere il capofila della frazione balcanica finché il suo compagno di maggior valore, Dario Saric, sarà in missione all’estero. Probabilmente ad incitare così le folle per l’arrivo della futura Revolucìon:
Preparate le molotov.
Non privo di carattere è anche Bogdanovic, ultimo membro del triumvirato balcanico, serbo forgiato nel sangue e nell’acciaio, come da tradizione. Dati i maestri che ha avuto non abbiamo alcun dubbio che ora sia pronto a non sbagliare più e ad affrontare il futuro con quel pizzico di determinazione e follia che caratterizza il suo popolo, da soldato semplice pronto a diventare l’eroe di una nuova conquista dell’America
Addestramento superato.
Abbiamo poi Jordan Bachynski, connazionale di Wiggins che sarà in un angolo durante la notte dell’elezione, aspettando il suo turno, ma pronto a rovinare il sonno di ogni nemico:
Quando meno ve lo aspettate, spunterà alle vostre spalle dal basso dei suoi 220 centimetriNik Stauskas rappresenta invece il volto pulito di questo gruppo di senatori destinati a ottime cose e magari a future presidenze, un mix di culture che gli consentirà di essere subito uno dei portavoce principali del partito, colui che potrà andare a parlare alle famiglie per rubare voti al partito di Parker, senza far piangere i bambini come farebbero Psyco-Saric o Boogie Man- Bachynski, loro sarà meglio lasciarli complottare nelle cantine di Zagabria.
Il vero capogruppo però è Ennis, canadese come il candidato Presidente, volto da fanciullo, ma istinti da killer silenzioso, sempre freddo nei momenti più caldi: il suo nome potrebbe passare sotto traccia, ma sarà meglio per i suoi avversari, e forse anche per i compagni di partito, non distrarsi, prima che zittisca anche loro così:
http://www.youtube.com/watch?v=AAOIdhEJ1Hg
Senatori di ala Parker-icana:
Doug McDermott – Elfrid Payton – Shabazz Napier – Gary Harris – Julius Randle – Marcus Smart – Aaron Gordon
Senato ancora più sfaccettato (ma di certo non più sfacciato) per il partito di “Big Baby Jesus” Jabari Parker: i senatori di quest’ala si dividono infatti tra lavoratori indefessi, nomi in giro da anni che rassicurano la nazione di chi suda e fatica ogni giorno, e giovani rampolli che però danno più sicurezze delle controparti Internazionali, almeno alla parte più conservatrice del paese.
McDermott guida il gruppo di chi è ormai in giro da anni, per di più con un lavoro impeccabile: mai una parola fuori posto, mai promesse non mantenute e sempre tanta concretezza. Cresciuto sotto l’ala protettiva del padre, è il figlio che tutte le madri vorrebbero, dopo Jabari, ma lui sappiamo che è nato per Immacolata Concezione.
http://www.youtube.com/watch?v=J4gWU37Qixs
Con questa 1 milione di voti se lo sono guadagnato.
Payton, Napier e Harris sono uomini che si sono fatti dal nulla, tuttora a volte sottovalutati, derisi dai giovani che si riconoscono maggiormente nelle molotov e nelle occupazioni di Saric e Bogdanovic, ma lentamente anche loro devono aprire gli occhi davanti al valore del terzetto e la presa di potere da parte di questo nucleo è sempre più vicina. Partiti dalla Domenica del Villaggio e giunti al pre-serale di Canale 5, i ragazzi terribili sono segretamente temuti da tutti. Non si escludono corteggiamenti da parte di partiti avversari.
La coalizione però rimane in bilico tra gli indefessi lavoratori e la nuova scuola, necessaria per guadagnare punti: Gordon, Randle e Smart sono giovani e a volte un po’ scapestrati come i ragazzi della 3a C, ma leader nell’animo, aggressivi nel proprio lavoro, pronti alla scalata, ma capaci comunque (al momento) di restare al proprio posto, sempre di altissimo livello. Lo scandalo Smart, visto da 20 mila testimoni interloquire animatamente con un elettore del partito, ha creato non poche grane, ma il suo valore lo ha fatto tornare dai compagni a braccia aperte anche perché un partito senza qualche problema legale non sarebbe degno di questo nome.
http://www.youtube.com/watch?v=6ha3S3kwAQE
I Cani sciolti:
K.J. McDaniels – T.J. Warren – P.J. Hairston – Adreian Payne – Cleanthony Early – Jerami Grant – Glenn Robinson III
E’ un duro mondo quello della corsa al potere, sembra impossibile superare le barriere dei nomi più forti e quotati, i candidati sono due e si giocheranno tutti i voti, alle loro spalle senatori assetati di successo che potrebbero anche tradirli, mentre Embiid guarda dalla finestra come James Stewart ne “La finestra sul cortile”. Nel frattempo gli auguriamo una Grace Kelly al fianco.
Una diapositiva di Embiid questa notte. Non la bionda, l’altro.Tuttavia questi non sono i soli protagonisti, ci sono tanti uomini pronti ad assaltare i piani alti in solitaria o con un manipolo di fedeli: è il caso del roboante K.J. McDaniels, uomo dal nome volutamente misterioso e criptico (e non è l’unico di questo gruppo), il Mister X pronto a ribaltare le carte in tavola, o anche dei figli di papà Glenn Robinson III e Jerami Grant, uomini dalle nobili origini che stanno già organizzando la salita al potere, magari con una campagna sostenuta economicamente dai papà, ricchi feudatari di un mondo che non c’è più. Ci sono Warren, Early, Payne e Hairston brillanti rappresentanti della civiltà che ha avuto la meglio sulle difficoltà della vita e sullo scetticismo di chi li circondava e non è detto che non si ripetano anche la notte delle elezioni, guadagnando magari posizioni di valore a discapito di senatori che potrebbero essere tagliati fuori senza pietà. Scontata la colonna sonora della loro marcia con gli elefanti:
I protagonisti non mancano, la storia nemmeno, è tutto apparecchiato perché si possano svolgere queste “elezioni” che per fortuna potremo goderci serenamente, senza che le sorti di un popolo siano in pericolo. O forse no?
L’ articolo contiene elementi di fantasia. Dario Saric fino a prova contraria non ha ancora ucciso nessuno e/o organizzato colpi di stato. Sono in corso test del DNA per accertare le origini di Jabari Parker.