Al primo giorno di free agency i Cleveland Cavaliers non hanno perso tempo, blindando subito Kyrie Irving, il talentuoso playmaker selezionato con la prima scelta assoluta (una piacevole consuetudine in Ohio negli ultimi anni) nel 2011.
Il numero 2, da molte parti ritenuto come possibile partente, ha firmato un accordo che lo legherà ai Cavs per 5 anni, la massima estensione (in termini sia temporali che monetari) che il salary cap permette di sottoscrivere dopo i primi 4 anni di contratto da rookie.
L’accordo entrerà in vigore dalla prossima stagione (2015/2016) e le cifre sono ancora da stabilire, in quanto il playmaker potrebbe beneficiare della cosiddetta “Derrick Rose rule”, così ribattezzata in quanto il primo a trarne vantaggio è stato proprio il giocatore dei Bulls (così come Paul George la scorsa stagione). Difatti essa prevede delle migliorie contrattuali per quelli che nei primi anni di NBA riescano a performare già ad alti livelli.
I parametri di selezione sono:
– 2 partecipazioni in quintetto all’All Star Game (Irving è già partito titolare l’anno scorso e potrebbe ripetersi);
– essere nominati MVP della stagione (ogni riferimento a Derrick Rose non è puramente casuale);
– presenza per 2 volte all’interno dei 3 quintetti All-NBA.
Il massimo salariale previsto per il primo rinnovo infatti parte da una base del 25% del cap, ma, se si rientra all’interno di uno dei parametri sopracitati, tale valore sale al 30% (diventando in sostanza un contratto che fino al 2011 si poteva sottoscrivere soltanto dopo 9 anni di “militanza” NBA, un bel balzo).
Per tutte queste ragioni parlare di cifre è ancora prematuro (Woj di Yahoo Sport ipotizza un valore prossimo ai 90 milioni). La certezza è che i Cavaliers sembrano sempre di più al lavoro in attesa del grande ritorno di LBJ.
Anche se “Il Prescelto” non dovesse tornare però, stanno già trovando il modo di consolarsi.