I Los Angeles Lakers si trovano a dover fronteggiare probabilmente il momento più difficile della loro storia: un roster che appare all’inizio di una difficile ricostruzione, comportamenti bizzarri di alcuni giocatori (vedi Ronnie Price), il gioco ancora da definire, una classifica impietosa che momentaneamente dice ultimo posto della Western Conference con 3 vittorie a fronte di 13 sconfitte e la quasi matematica certezza già da ora che questa sarà la seconda stagione consecutiva senza accesso alla post season.
Se a tutto ciò aggiungiamo anche la pazienza dell’allenatore Byron Scott che sembra esaurirsi, il quadro è davvero tragico. Dopo la sconfitta contro i MMinnesota Timberwolves, vittime di numerosi infortuni, subita Venerdi notte per 120 a 119, l’head coach dei Californiani si è lasciato andare ad un bizzarro sfogo che ha lasciato i giornalisti presenti in sala alquanto perplessi: questi i passaggi principali riportati da ESPN.com:
“Siete mai stati allo zoo? Avete mai visto i gorilla, le scimmie, i leoni e gli elefanti, e loro che vi restituivano lo sguardo? Bene, è esattamente quello che è successo stasera. Minnesota ci riguardava allo stesso modo. (…) Non c’è nessuno in questa lega che dovrebbe pensare “Questa è una vittoria facile”. Punto. (…) Li guardavamo e pensavamo che fossero inferiori a noi, questo è quanto. Siamo stati pigri difensivamente, ci tiravamo la palla addosso. (…) Prima o poi ti stufi di essere pestato, cominci a reagire da uomo e fai le cose che dovresti fare”.
Stando ad alcune interpretazioni, le concitate parole di Byron Scott si riferivano a come i suoi giocatori abbiano sottovaluto i T’Wolves, giunti a Los Angels per nulla intimiditi dalle “prestazioni” dei Lakers, nonostante li avesse avvertiti durante la mattinata, prima della partita e perfino all’intervallo di non esaltarsi per le recenti (poche) vittorie ottenute e soprattutto di non lasciarsi ingannare dalla squadra avversaria decimata dai problemi fisici e dalla classifica di Minnesota che recitava 3-10; questo il punto focale della sconfitta per l’head coach, che ha ripetuto durante tutta la conferenza stampa le parole “mancanza di concentrazione” per ben sei volte.
Non sono serviti dunque la doppia-doppia di Jeremy Lin con 18 punti e 11 assist, i 26 punti di Kobe, i 19 di Wesley Johnson e 16 dalla panchina di Nick Young; i consigli di coach Scott sono stati spazzati via (oltre che dalla superficialità degli stessi Lakers) dall’energia dei Wolves illuminati dai 22 punti di T-Young, dai 25 di Williams e soprattuto dai 28 del rookie Zach LaVine che giocava contro il suo idolo adolescenziale Bryant, surclassandolo.
I problemi in casa Lakers dunque non sembrano essere vicini alla risoluzione; quanta pazienza è rimasta a Scott, prima del prossimo “rant“?