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Intervista a Niccolò Trigari: “Cleveland sorpresa negativa. Voto Curry come MVP”

Premessa, intervista data al 22 Gennaio 2015.

E’ passato qualche giorno ma gli argomenti non cambiano. Con la stagione NBA ormai al giro di boa, abbiamo chiesto ad uno degli ex volti NBA di SportItalia, Niccolò Trigari, di darci una sua visione sull’attuale situazione, partendo da Cleveland, passando per San Antonio ed arrivando a toccare anche la Nazionale italiana.

 

Cleveland arranca, San Antonio non brillantissima come l’anno scorso e Chicago che sembra stia perdendo un po’ la bussola. Ti aspettavi tanta difficoltà per queste franchigie in regular season?

Mi ha stupito il rendimento degli Spurs, ma per loro il bello arriva sempre dopo l’All Star Game e col ritorno di Kawhi Leonard non mi preoccuperei. I Bulls stanno vivendo un momento difficile, ma hanno tutto il tempo per ritrovare la retta via e, in questo senso, il rientro di Noah sarà prezioso. La vera sorpresa negativa è Cleveland.

Atlanta prima ad Est con 27 vittorie nelle ultime 29: dobbiamo davvero credere a degli Hawks, non dico da titolo, ma almeno da contender? Oppure ai playoff potrebbero incontrare difficoltà?

Hanno il miglior record della Eastern e nell’intera Lega nessuno può vantare altrettante vittorie contro squadre con bilancio in attivo: il diritto di essere considerata almeno una contender, la truppa di Budenholzer se lo è guadagnato.

New York con una delle peggiori stagioni della sua storia: quali sono per te gli errori effettuati in off-season dai Knicks e da Phil Jackson?

Sono anni che i Knicks sbagliano quasi ogni scelta (non parlo solo di Draft) e la squadra attuale è l’impietoso riassunto di tutti gli errori commessi. Phil Jackson ha avuto un ruolo piuttosto limitato nel generare l’attuale disastro.

Andando ad Ovest: Golden State con un basket più o meno celestiale, Dallas con Rondo in più, Houston che a tratti sembra convincere. Pensi possano lottare per il titolo? Chi ti convince di più tra le tre citate?

Quest’anno non vedo squadre imbattibili, perciò tutte possono pensare di fare strada. Golden State indubbiamente ha una marcia in più e, anche se faccio ancora fatica a immaginarla con l’anello al dito, oggi va quantomeno inclusa tra le favorite, anche perché avrebbe il vantaggio del fattore campo e non mi risulta che sia facile vincere a casa loro.

Siamo a poco più di metà regular season NBA: vedendo la situazione fino a qui, chi voteresti come MVP della stagione e perché?

Stephen Curry, perché (oltre al fatto che è una delizia vederlo in campo) é l’elemento imprescindibile della squadra che sta giocando meglio.

Situazione Cleveland: si vocifera di un LeBron non troppo convinto di Blatt. Kevin Love che non si sta esprimendo al massimo e squadra sotto le aspettative. Pensi possano lottare per il titolo oppure hanno troppi difetti? Quale pensi possa essere la quadratura del cerchio?

Oggi sembrano molto lontani dalla quadratura del cerchio, ma potrebbero anche trovarla (non credo che la soluzione debba venire necessariamente dall’esterno). Visto come hanno giocato fino a questo momento, dovrei escludere che possano competere per il titolo ma, se devo essere sincero, ancora non me la sento.

Passaggio dall’ Ncaa all’Nba: visto che molti rookie sono vittime di infortuni al primo anno (dopo un solo anno di college, come ad esempio Parker), secondo te a cosa è dovuto? Forse al fatto che non arrivano pronti fisicamente al salto? E di conseguenza non sarebbe meglio restare al college un altro anno?

Mi sembra che si rompano tutti, giovani e vecchi. Non sono convinto che sia un problema da aggiungere alla lista delle ragioni per cui sarebbe meglio che i ragazzi trascorressero qualche anno in più al College.

È percorribile il progetto di una superlega europea che riunisca i migliori club? Nel caso sul modello dei campionati nazionali o sul modello NBA? L’espansione della Nba in Europa è mera fantascienza o ci sono delle possibilità per provare in futuro?

Oltre a incontrare l’ovvia resistenza di tutte le Leghe nazionali, un progetto simile contrasterebbe con gli istinti dei tifosi, che continuano a individuare nel campionato il principale obiettivo della stagione. Non sarà facile convincere chi ha sempre occupato le tribune a mettere in cantina decenni di rivalità. Sul tema dell’NBA in Europa, sono molto scettico a breve scadenza, ma non escludo che in futuro possa accadere.

Come vedi la nazionale in vista degli Europei se Belinelli, Gallinari, Bargnani, Datome e Hackett dovessero esserci?

Ha un grande potenziale, indipendentemente dalla disponibilità di tutti i nomi che hai fatto. Certo, essere al completo e in buone condizioni fisiche, sarebbe ideale, anche perché, tra gli obiettivi, ce ne sarebbe uno molto ambizioso…

Cosa ne pensi del lavoro che la LNP sta facendo per il movimento cestistico e cosa può imparare la serie A dalla stessa LNP? Quali sono i suoi punti di forza e in cosa può migliorare.

La LNP è stata protagonista di molte apprezzabili iniziative, ma non ha molto senso fare paragoni, né concentrarsi su una singola componente del nostro movimento: è necessario che tutte lavorino con profitto e nella stessa direzione, altrimenti i frutti (anche quelli migliori) finiranno per essere dispersi.

Negli ultimi anni assistiamo spesso a fallimenti, crisi societarie nel mondo del basket e dello sport in generale. Pensi che l’introduzione di un Salary Cap modello NBA per esempio in Serie A di Basket possa quantomeno ‘contenere’ queste situazioni?

Faccio una premessa: quello che succede a molte società sportive non è molto diverso da ciò che accade in ogni ambito lavorativo (non parlo
per sentito dire…). Detto questo, più che un ‘salary cap’ (non riesco neppure a immaginare come applicarlo all’attuale Serie A), servirebbero regole più severe per garantire che ogni squadra abbia i mezzi necessari ad affrontare la stagione. Soprattutto per i campionati dilettantistici, non sarà facile trovare una soluzione.

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