La NBA è fatta di ricordi che ne hanno costruito una dimensione, cambiata nel tempo ma sempre dedita a quelle icone che hanno proiettato il mondo intero in una galassia alternativa. Michael Jordan è stato l’uomo che forse più di tutti ha reso l’idea di cosa significasse giocare in NBA e, con una carriera sotto forma di montagne russe, ha vissuto tutti i passaggi della superstar: da promessa a faccia della lega, passando per la disperazione e, inevitabilmente, il ritorno in pompa magna. Nel primo pomeriggio del 18 Marzo 1995 l’America sportiva venne completamente sconquassata. Sì, perché esattamente vent’anni fa veniva pubblicato il più breve comunicato stampa della storia dello sport a stelle e strisce. La firma è di Michael Jordan e il messaggio è chiaro: “I’m back”. Jordan, dopo una parentesi della sua carriera dedicata al baseball in onore di suo padre, tornerà di lì a breve a calcare il parquet del palazzetto di Chicago, aiutando i Bulls di Phil Jackson e Scottie Pippen a conquistare un altro three-peat. In sua assenza i Bulls avevano raggiunto i Playoff senza però conquistare l’anello che li avrebbe consacrati come squadra prodigio capace di vincere anche senza la stella, la più forte della NBA. Anniversari di momenti che hanno cambiato la storia della lega, e della storia comune che lega i fan a questo meraviglioso gioco.
20 years ago today, Michael Jordan said “I’m back.” (via fax)