Se dovessimo associare una parola ai Memphis Grizzlies degli ultimi anni, questa sarebbe continuità. Perché la franchigia del Tennessee ha sempre preferito puntare sullo stesso nucleo di giocatori, puntellandolo di stagione in stagione con qualche innesto specifico piuttosto che rivoluzionare l’intero organico. Se andiamo a vedere, infatti, il quintetto dei Grizzlies versione 2010-11, leggiamo: Mike Conley – Tony Allen – Rudy Gay – Zach Randolph – Marc Gasol. Fatta eccezione per Gay, infortunato per diversi mesi e degnamente sostituito da O.J. Mayo, quella squadra si qualificò ai playoff con l’ottavo seed, eliminando in uno storico primo turno i San Antonio Spurs; non stupisce quindi che da quel momento la dirigenza abbia deciso di dare fiducia allo zoccolo duro. Quattro titolari su cinque, in questa stagione 2015-2016, saranno gli stessi di un lustro fa.
55-27: questo il record dei Memphis Grizzlies nel 2014-2015. Quinto posto nella Western Conference, comodo 4-1 ai Trail Blzers nel primo turno playoff e uscita di scena contro i Golden State Warriors poi campioni NBA.
MERCATO
IN: Matt Barnes, Patrick Christopher, Jarell Martin, Brandan Wright.
OUT: Nick Calathes, Kosta Koufos, Jon Leuer
Il mercato non ha portato a grossi cambiamenti. Per un centro di riserva che se ne va (Koufos) ne arriva un altro (Wright), che, pur avendo caratteristiche leggermente diverse dal greco, non dovrebbe farlo rimpiangere. Ha salutato Calathes, che non ha mai realmente convinto coach Joerger, ed è arrivato Matt Barnes, che se riuscisse a mantenersi sotto controllo potrebbe rivelarsi una buona aggiunta per Memphis. Il “colpo” più importante è stato naturalmente il rinnovo di Marc Gasol, che si è lasciato convincere dagli oltre 113 milioni messi sul piatto dalla dirigenza (spalmati su 5 anni).
QUINTETTO BASE
PANCHINA
Beno Udrih – Vince Carter – Tony Allen – Matt Barnes – Brandan Wright
PAYROLL
COACH
Al suo terzo anno sulla panchina dei Grizzles, David Joerger è riuscito nel non semplice compito di rimpiazzare quel Lionel Hollins che tanto bene aveva fatto a Memphis, dando continuità all’operato del suo predecessore. Difficile aspettarsi di meglio da un allenatore così giovane (41 anni), che, rispetto alle passate stagioni, sembra avere quest’anno, oltre al solito validissimo quintetto, anche una panchina discretamente affidabile; a patto che Carter e Lee restino in salute e Barnes mantenga una certa continuità.
GIOCATORE CHIAVE IN ATTACCO
In una squadra che si basa così tanto sul collettivo è difficile individuare un giocatore chiave nella metà campo offensiva. Conley, Green, Randolph e Gasol sono 4 buonissime bocche da fuoco, che con ogni probabilità andranno a dividersi in maniera più o meno equa i possessi. Tra i 4 forse Z-Bo è quello con le più spiccate qualità offensive, in “virtù” anche del fatto che rispetto agli altri può dare qualcosa in meno nella metà campo difensiva. Quel che è certo, comunque, è che lo schema offensivo dei Grizzlies sarà sempre focalizzato sul dare la palla in post a uno dei due lunghi, con Green pronto a punire dall’angolo e Conley libero di inventare in caso di necessità.
GIOCATORE CHIAVE IN DIFESA
Il discorso fatto per l’attacco vale anche per la difesa. Nel gruppetto dei “Fantastici 4” Tony Allen prende il posto di Randolph, in quanto specialista che risulta davvero difficile da battere nell’uno contro uno. Con l’evoluzione del gioco e come evidenziato dagli scorsi playoff, Memphis tenderà a faticare contro le squadre che adottano una Small Ball estrema (vedi Golden State) non avendo un 4 particolarmente mobile; l’intensità difensiva che i ragazzi di Joerger sono abituati a mettere in campo, in ogni caso, renderà la vita difficile a qualsiasi avversario.
RIVELAZIONE DELL’ANNO
Considerando che gran parte dei giocatori in maglia Grizzlies sono già ampiamente affermati nella Lega, la scelta ricade, in maniera abbastanza sorprendente, su Brandan Wright. Dopo le buone cose fatte vedere l’anno passato ai Phoenix Suns, a Memphis il 28enne statunitense potrebbe trovare l’ambiente giusto per diventare un fattore dalla panchina. Allenarsi insieme a due giocatori come Randolph e Gasol ed essere seguito da un allenatore che dà molta importanza ai suoi lunghi come Joerger, non potrà far altro che giovare a Wright, che dovrà portare soprattutto difesa, rimbalzi ed energia a una Second Unit che verosimilmente giocherà con 4 piccoli oltre a lui.
MIGLIOR COMPRIMARIO
Reduce da una buona annata in maglia Grizzlies, per il ruolo di miglior comprimario premiamo Courtney Lee, che dovrà portare punti e freschezza dalla panchina. I 10 punti di media con il 40% da tre con cui ha viaggiato lo scorso anno sarebbero oro per Memphis; Joerger potrà sfruttare Lee anche in quei momenti della partita in cui serviranno maggiormente i punti dell’ex Boston rispetto alla difesa di Allen.
MIGLIOR INNESTO
Visto il mercato quasi nullo operato dalla dirigenza Grizzlies, la scelta in questo caso è abbastanza obbligata: dev’essere Matt Barnes il miglior innesto per Memphis, che spera di aver trovato un giocatore in grado di guidare la fase difensiva della second unit aggiungendo, di tanto in tanto, qualche tripla. Se riuscirà a lasciare da parte la vita al di fuori del parquet (e in questo caso l’essere passato da Los Angeles a Memphis potrebbe aiutare) la sua acquisizione potrebbe veramente rivelarsi una mossa azzeccata.
PUNTI DI FORZA
Semplicemente la difesa. Secondi per punti concessi (95.1 a partita) e terzi per canestri avversari subiti (36), i Grizzlies dovranno ripartire anche quest’anno dalla propria metà campo. Avendo mantenuto per il 90% gli stessi giocatori non dovrebbe essere difficile, considerando oltretutto che Joerger è un coach che, proprio come Hollins prima di lui, conferisce alla fase difensiva un’importanza notevole. Offensivamente parlando, l’asse Conley – Randolph – Gasol potrà far vedere ottime cose, ma sicuramente il principale punto di forza di Memphis è la difesa.
PUNTI DI DEBOLEZZA
Nonostante l’arrivo di Green abbia leggermente migliorato le cose, è lampante come Memphis sia una squadra con un basso livello di pericolosità da oltre l’arco. Complice anche l’assenza di un giocatore in grado di andare costantemente oltre i 20 punti a partita, i Grizzlies dipendono in maniera eccessiva dal gioco in area di Gasol e Randolph; com’è noto, nell’NBA moderna cavalcare troppo il gioco in post fatica a portare i frutti sperati (sebbene Gasol e Randolph siano una delle pochissime eccezioni che ancora funzionano). Penultimi per triple segnate lo scorso anno, se vogliono provare ad andare oltre il secondo turno playoff (peraltro difficilmente raggiungibile già quest’anno guardando gli altri roster a Ovest) i Grizzlies dovranno lavorare su questo aspetto.
MIGLIOR SCENARIO
Il quintetto continua a fare faville come negli ultimi anni, mentre dalla panchina Barnes, Carter e Lee bombardano da oltre l’arco con Wright a ripulire tutto sotto i tabelloni e Udrih a dirigere l’orchestra. Record di 58 vittorie e 24 sconfitte, quarto posto nella in classifica, finali della Western Conference sfiorate, con un’uscita in gara-7 al secondo turno playoff.
PEGGIOR SCENARIO
Randolph e Gasol passano parecchio tempo in infermeria, Barnes si rivela un flop e la squadra senza le sue due torri fatica su entrambi i lati del campo. Record di 42 vittorie e 40 sconfitte, nono posto in classifica e stagione salutata anzitempo senza nemmeno i playoff.
SCENARIO REALISTICO
La squadra manterrà la solita vocazione difensiva, faticando in attacco ma riuscendo comunque a ottenere un buon numeri di vittorie. Il record a fine stagione sarà intorno alle 52 vittorie e 30 sconfitte; sesto posto nella Western Conference ed eliminazione al primo turno playoff.