Kevin Durant, dopo una stagione travagliata condizionata dall’ormai arcinoto infortunio al piede, si è ripreso gli Oklahoma City Thunder ed è tornato a infiammare i parquet NBA. Le statistiche parlano per lui: 29.2 punti, 6.2 rimbalzi, 2.2 assist, 1.6 stoppate di media con il 50% dal campo e il 40% da tre. I Thunder hanno sin qui disputato solo cinque partite, ma la strada intrapresa da Durantula, nel tentativo di rilegittimare lo status di superstar nel minor tempo possibile, sembra essere quella giusta.
I Thunder, tuttavia, in contumacia Durant, sono stati partecipi della definitiva esplosione di Russell Westbrook; il play californiano, nel corso della passata stagione, ha sfornato un quantitativo incredibile di prestazioni stellari, chiudendo con 28.1 punti, 7.3 rimbalzi, 8.6 assist e 2.1 rubate di media e arrivando vicino a trascinare i Thunder ai playoff sostanzialmente da solo. In molti, dunque, si chiedevano come si sarebbero assestate le gerarchie interne dei Thunder e in particolare a quale delle due star indiscusse della squadra sarebbe stato attribuito (dal neo-coach Billy Donovan) lo status di go-to guy. Al momento i due si stanno dividendo gli oneri e stanno mantenendo medie statistiche comparabili, con Westbrook che si è assestato sin qui sui 28.6 punti, 7.0 rimbalzi e 10.6 assist, veleggiando non lontano dalla tripla doppia di media.
Ad affrontare il tema del supposto dualismo ad altissimi livelli tra Durantula e Westbrook ci ha pensato Durant stesso. L’ala dei Thunder, durante un’intervista nel postgame di Oklahoma-Toronto (gara persa 98 a 103), ha infatti riferito ai giornalisti che il fulcro (offensivo) della squadra è Russell Westbrook. Durant sembra quindi, con la pacatezza che lo contraddistingue, disposto a rivalutare il proprio ruolo all’interno del sistema-Thunder, riconoscendo, in un attestato di stima sincera, l’altissimo valore cestistico del compagno di trentelli.
I Thunder hanno tutto per fare paura a chiunque, è fondamentale, tuttavia, che coach Donovan riesca a impostare gerarchie solide e stabili al fine di mettere in luce lo strabordante talento del dinamico duo Durant-Westbrook. Oklahoma non può più permettersi di essere un’incompiuta.
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