La sfida playoff dell’Ovest sembra già essere piuttosto accesa, a regular season appena cominciata e a diversi mesi all’inizio della postseason. I Golden State Warriors hanno sconfitto sia i Los Angeles Clippers che i Memphis Grizzlies nel corso di questa settimana (mercoledì la vittoria contro i Clippers, lunedì quella contro i Grizzlies); i Grizzlies, in particolare, hanno perso addirittura di 50 punti (119-69), facendo registrare la peggior sconfitta nella storia della franchigia. I Clippers, dopo una partita contro Curry e soci tirata fino alla fine, hanno deciso di gettare sale sulle ferite dei Grizzlies. Il profilo Twitter ufficiale dei Clips, infatti, poco dopo il termine del match finito 112-108 pro-Golden State, ha postato la seguente frase:
“Final from Oakland… GSW 112 LAC 108 #didntloseby50“
Il riferimento alla drammatica sconfitta dei Grizzlies di due giorni prima non poteva essere più cinico e palese. Il concetto espresso dai Clippers (o perlomeno dallo staff social della squadra), tuttavia, al di là della semplice presa in giro, è piuttosto rilevante. LA, infatti, avendo disputato un match intenso e giocato alla pari con i campioni uscenti (dati come favoriti per la vittoria finale anche quest’anno), avevano tutte le intenzioni di rimarcare la propria appartenenza all’elite NBA, al novero di squadre in grado di recitare un ruolo da protagoniste fino alle ultimissime fasi della postseason. Quindi, oltre al puro scherno riservato ai Grizzlies, lo staff dei Clippers intendeva pure rimarcare come la squadra di Memphis non possa al momento, data la rilevanza della sconfitta, fregiarsi legittimamente del titolo di contender.
Le risposte – piccate – dei giocatori di Memphis non si sono fatte attendere. Courtney Lee, guardia dei Grizzlies, ha affermato:
“È un comportamento infantile. Noi abbiamo perso di 50 ma ci siamo subito riproposti di guardare avanti. Invece sembra che ai Clippers la sconfitta bruci. Hanno dovuto spostare l’attenzione da loro a noi. Ma, a quanto mi risulta, una sconfitta rimane una sconfitta.”
Tony Allen è stato ancora più diretto:
“Penso che i loro responsabili Twitter debbano essere licenziati. Cercare di fare notizia con la sconfitta, piuttosto che con la vittoria, è una cosa che non avevo mai visto. Chi è orgoglioso di perdere? Che sia di uno, di due, di tre, o di 50? Credo non ci sia altro da aggiungere.”
Laconico, come al solito, Zach Randolph:
“Non do peso a tutto quel chiacchierare e instagrammare e twittare e parlare a vuoto. Le partite si giocano in campo.”