Facciamo un passo indietro. Playoff 2015. Gli Houston Rockets dopo aver sconfitto i Mavericks (secco 4-1) e i Clippers (grazie ad una rimonta incredibile da 3-1 sotto) depongono le armi soltanto nella finale della Western Conference contro i Golden State Warriors, poi laureatisi campioni NBA. Insomma, un’annata eccellente su cui costruire le fondamenta per raggiungere i successi futuri.
Ecco, vedendo come è iniziata la stagione 2015/2016 dei Rockets sorge qualche dubbio. Nelle prime 11 partite, 4 vittorie e ben 7 sconfitte, tra l’altro giunte anche contro squadre che non fanno esattamente tremare i polsi: Denver Nuggets (2 volte), Brooklyn Nets (unico successo fino a questo momento), Boston Celtics e Dallas Mavericks.
A dirla tutta, dopo le 3 sconfitte nelle prime 3 uscite stagionali, la situazione sembrava essersi incanalata sul binario giusto con 4 W consecutive. Invece, dopo la vittoria contro i Clippers del 7 novembre, a Houston hanno definitivamente spento la luce. 4 sconfitte nelle ultime 4 partite con uno scarto medio di 11 punti. Ieri notte, la debacle contro i Celtics ha peggiorato il già allarmate record casalingo portandolo a 2-5.
Quando una squadra con ambizioni da titolo fatica a trovare sé stessa, qualche cambiamento è necessario. Il primo ad esserne consapevole è il coach Kevin McHale, che sta pensando ad una modifica dello starting five. Con Patrick Beverley ai box, le possibilità non sono tante. Fuori il playmaker titolare Ty Lawson e spazio a Marcus Thornton o a Jason Terry. Un cambio di questo tipo attribuirebbe a James Harden ancora più responsabilità di quante non ne abbia già adesso.
Se questo cambio non dovesse migliorare la situazione, allora diventerebbe ufficiale: Houston abbiamo un problema…un grosso problema.