La vita talvolta non concede sconti, ma un’ispirazione dopo un brutto incidente stradale può essere un toccasana per la tua mente, per ricominciare a vivere e lasciarsi tutto dietro le spalle. E’ questo quello che deve aver pensato Daniel Megeath, tifoso di Kevin Garnett sin dagli inizi della sua carriera in NBA, dopo aver perso l’occhio destro a causa di uno spiacevole accadimento con la sua macchina nel lontano 2003. Precisamente il 9 Febbraio 2003.
Daniel, al tempo, stava frequentando l’ultimo anno di Liceo quando si è ritrovato improvvisamente su un letto d’ospedale e un’operazione all’occhio destro, come detto in precedenza. Gli è stato rimpiazzato con una protesi oculare per nascondere il ‘danno’ ricevuto. Durante il suo ricovero in ospedale, Megeath osservava Garnett dominare l’All-Star Game 2003 e portarsi a casa il titolo di MVP del match. Rimase testimone dello spirito combattivo e guerriero di KG, uno spirito affine al suo… tant’è che Daniel chiese ai medici di incidere sulla protesi il numero 21 di Garnett. Un numero diventato ispirazione per lui.
Sono passati 12 anni dall’incidente e Daniel Megeath ha finalmente avuto l’opportunità di incontrare la sua ispirazione. Questo grazie all’aiuto di una connessione tra i due: trattasi di Erick Green, ex giocatore dei Denver Nuggets (e di Siena) che ha raccontato l’intera storia a KG il quale si è detto disponibilissimo ad incontrarlo. Detto fatto: ad inizio stagione Minnesota ha incontrato Denver… Daniel si è quindi mosso da Washington DC per il Colorado. Solo per la sua ispirazione. E questo è il racconto dell’incontro dalle parole dello stesso Daniel:
“Garnett è sceso dal pullman di squadra con un grosso sorriso e mi ha accolto come se ci conoscessimo da una vita. Abbiamo parlato un po’ della mia storia e gli ho detto che ho aspettato questo incontro per 20 anni, viaggiando da DC fino a Denver. Ha apprezzato moltissimo e quando gli ho chiesto, “dove eri il 9 Febbraio 2003?”, lui si è fermato e mi ha chiesto di ripetere ancora una volta la data… poi ha detto, “Ero all’All-Star Game!”.
Gli ho detto: “Lo so, ero su un letto d’ospedale a guardarti dopo il mio incidente d’auto che mi ha quasi ucciso.”
Gli ho detto quello che lui ha significato per me nella mia vita di come ho portato il suo numero sulla mia protesi oculare e il suo atteggiamento è cambiato. Abbiamo parlato un po’ di questo e anche della sua attuale situazione con la perdita di coach Saunders. Entrambi eravamo in lacrime. Ha insistito per autografarmi ogni cosa. Ha scritto “LOYALTY” sulla maglia dei Wolves e “The Big Ticket” su quella dei Celtics. Mi ha detto che ci saremmo risentiti presto dopo che gli ho dato tutti i miei contatti. Ecco… ho ricevuto poco dopo un messaggio da lui mentre tornavo alla mia macchina e diceva: “E’ stato davvero un estremo piacere incontrarti. Non mollare, continua ad ispirarci con tutto quello che fai e continua a farlo. E’ amore BRO… racchiuso nel mio numero. E’ stato un piacere incontrarti – Tic”
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