“That guy has some mental issues, man. He’s a talented player. He has an opportunity to be the face of that organization, but I don’t think he wants it.”
Dicembre 2012, parole e musica di Oj Mayo. Tre anni dopo i dubbi sul carattere del giocatore in questione rimangono, ma nessuno ormai mette in discussione il fatto che sia diventato il volto più rappresentativo della squadra capitolina californiana.
Si sta ovviamente parlando di DeMarcus Cousins. Diamo uno sguardo a come sia variato il suo gioco rispetto alle passate stagioni.
I Kings stanno prendendo sempre più la forma di una squadra allenata da Karl, giocando ad un ritmo frenetico (102 possessi per 48 minuti,dietro solo ai Suns). Cousins sembra essersi adattato ottimamente a questa situazione e, essendo un perno della squadra (a Sacramento ha infatti davanti il solo Rondo per True Usage (statistica che guarda alla % di giocate offensive di squadra alle quali il giocatore contribuisce), DMC ha rivisto un po’ le sue caratteristiche in fase di possesso.
Ha abbassato il tempo medio di ogni suo possesso e soprattutto è passato dal 7.3% al 3% in un’ interessante misurazione. Quale? Quella della percentuale di tiri presi dopo aver tenuto palla per più di sei secondi. Questa statistica a mio avviso può essere un’ interessante finestra aperta sul conflittuale rapporto tra il mondo Karl e il mondo Cousins, altra superstar costretta a misurarsi con la concezione “democratica” del basket del coach ex-Denver.
DMC si è presentato al via di questa Regular Season avendo scoccato solo 10 tiri da oltre l’ arco nella sua carriera… dopo 10 partite è già a quota 42. Cousins sta prendendo il 17% dei suoi tiri con i piedi fuori dalla linea dei tre punti e li sta realizzando col 38%.
Come appare anche dalle heatmap le conclusioni sacrificate in favore delle triple sono quelle prese dal mid-range, i numeri infatti ci dicono che da questa zona il DMC attuale si prende la metà dei tiri che era abituato a prendersi in carriera (dal suo ingresso in NBA a questo ottobre, tre tiri su dieci del centro venivano dal mid-range).
Una situazione in cui il centro si continua a fidare del suo jumper, anche se da quella mattonella sta tirando peggio rispetto alle stagioni passate.
Karl è storicamente un allenatore che pone grande enfasi sul gioco in transizione e Cousins sta sfruttando benissimo questa situazione, e spesso lo fa proprio per tentare il tiro da tre.
In transizione Cousins produce 1.16 punti per possesso. È primissimo tra i lunghi “tipici” per frequenza di attacchi tentati in transition (15,5% di tutte le sue conclusioni) ed ha la stessa produzione media di Lebron James che sembrerebbe avere un gioco ben più adatto al contropiede del centro da Kentucky.
Alla transizione è collegata un’ altra peculiarità nel gioco di DMC: i drives. Questo parametro misura i possessi utilizzati partendo da almeno 6 metri dal canestro e conclusi in entrata (non vengono conteggiati quelli che avvengono in contropiede).
DMC porta in giro i suoi 130 kg così.
Griffin utilizza questa situazione 4.6 volte a partita ed è un’ eccezione tra i vostri classici lunghi da doppia doppia, gli altri hanno infatti valori non significativi. Gli altri fuorchè DMC che con un irreale 7.9, si lascia sorprendentemente alle spalle giocatori come Wall, Wade o Giannis. Non è finita qui, perché quei piedi da ballerino (il soprannome Boogie dice nulla?) gli permettono di andare a punti in questa situazione nel 91% delle volte (primissimo per efficienza).
DMC si trova a sfruttare questa sua abilità spesso in situazione di transizione primaria o secondaria, quando gli altri Kings si spaziano per lasciargli l’area libera come nella situazione qui sotto.
Infine bisogna anche parlare del rapporto di Cousins con i tiri liberi (realizzati con il 79%). Il numero 15 deve a questo fondamentale il 30% del suo fatturato in quanto a punti totalizzati. Ogni partita si presenta sulla linea della carità poco meno di 11 volte, secondo in questa particolare classifica solo a Harden. La Barba più famosa della lega deve tuttavia arrendersi e concedere la testa della classifica a Boogie per quanto riguarda i falli guadagnati, dove con 8.5 insegue gli 8.8 che si procura il centro (Anthony Davis è terzo a 6.3!).
Questi sono solo alcuni dei possibili punti di vista per guardare alla stagione di Cousins, che forse non avrà mai la leadership necessaria a caricarsi una franchigia sulle spalle, ma rimane certamente un giocatore unico.