Derrick Rose sta vivendo una stagione difficile. L’ex MVP, martoriato da quasi un quinquennio da infortuni di grave entità, ha saltato ben 212 partite negli ultimi quattro anni. Sin qui Rose, nel corso della stagione 2015-2016, ha attraversato alti e bassi (con i bassi che sono stati preponderanti sugli alti). Ma il play di Chicago non ha alcuna intenzione di arrendersi al logorio fisico causato dagli infortuni.
Rose ha parlato della sua volontà di recuperare la miglior condizione psicofisica passo dopo passo:
“Entrando in questa stagione, l’obiettivo era semplicemente quello di giocare il maggior numero di partite possibile. Voglio disputare una regular season solida, giocare duro nei playoff – quando sarà il momento – e nel frattempo essere accorto e prendermi cura del mio corpo, sforzandomi anche di aiutare i miei compagni a migliorare.”
Il play è sembrato fiducioso, anche se i fan dei Bulls potrebbero reputare le sue considerazioni troppo morigerate. Chicago, che ha trovato un leader da top-10 NBA in Jimmy Butler, ha bisogno ora più che mai del suo ex MVP; i playoff non sono lontani e molti giocatori importanti di Chicago sono entrati – o stanno per entrare – nella fase declinante della propria carriera (Joakim Noah, Kirk Hinrich, Pau Gasol, Taj Gibson). I Bulls, in un Est in crescita ma privo di formazioni di spessore assoluto (tranne i Cavs di LeBron e Irving), avrebbero tutte le carte in regola per tentare l’assalto alla Finale di Conference. Rose permettendo. Chicago non può prescindere da un innalzamento del livello di gioco dell’MVP del 2010-2011 (Rose, al momento, è 250esimo in NBA per Player Efficiency Rating), con l’incognita del suo fisico martoriato che continua a pendere incombente sul futuro dei Bulls. Derrick, per adesso, preferisce essere cauto:
“L’anno prossimo. L’anno prossimo metterò di nuovo in gioco i miei obiettivi individuali.”
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