Ormai è lecito pensare che i Warriors possano migliorare quanto fatto dai leggendari Bulls del ’95-’96 e chiudere la regular season con meno di 10 sconfitte. Gli appassionati di NBA si sono divisi in due fazioni: i supporters di Curry e compagni, da una parte, e coloro che sperano che il record di MJ e coach Zen resti inviolato, dall’altra. Il dibattito è polarizzato, da mesi, su queste due posizioni; ci sono stati, oltretutto, interventi diretti, e ottimistici, da parte dei leader dei Warriors. Mancavano ancora, a questo punto, delle prese di posizioni forti da parte dei membri del roster dei Bulls vincitori nelle Finals ’96. Prese di posizione che sono puntualmente arrivate.
Randy Brown, comprimario in quella leggendaria Chicago, ha affermato:
“Potrebbe scorrere dello champagne quando i Warriors perderanno la loro undicesima partita.”
Il centro di riserva Bill Wennington ha aggiunto:
“Non avevo mai pensato così tanto a quella stagione da 72-10. I Warriors sono vicini, possono farcela. Hanno appena perso la quarta partita e io mentirei se dicessi che la notizia non mi ha rallegrato. Ma i record e le regole sono fatti per essere superati. Succederà, un giorno. Più il record dura e meglio è. Ma loro sono una grande squadra.”
Riguardo all’atmosfera che si respirava nello spogliatoio dei Bulls quell’anno, Randy Brown ha detto:
“Mi ricordo quello che ci disse Michael (Jordan) nel training camp: dovevamo giocare ogni partita come se fossimo ai playoff. E lo abbiamo fatto. Eravamo una squadra di veterani. Avevamo un sistema. Ci è andata bene con gli infortuni, ne abbiamo avuti pochi. Quell’anno eravamo più concentrati rispetto alle altre due stagioni del threepeat. Il ’95-’96 era una questione di affari.”
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