Ottantuno punti rappresentano ancora oggi la seconda prestazione offensiva più “importante” di sempre, distante di 19 lunghezze dal record leggendario di Wilt Chamberlain.
Kobe Bryant. E’ lui il “colpevole” dei già citati 81, e tra poco scenderà in campo contro un altro mostro offensivo dal nome di Steph Curry. I Los Angeles Lakers (12 vittorie e 51 sconfitte stagionali) affrontano i tremendi Golden State Warriors da 55 vittorie e 5 sconfitte: il risultato è forse già scontato, ed i giornalisti spostano l’attenzione con una domanda che farà sicuramente parlare. Può Curry battere il record di carriera di punti realizzati di Kobe Bryant nella magica nottata contro Toronto di 10 anni fa?
“Nessuna possibilità” risponde il ragazzo con la faccia da baby-killer. “C’è una ragione sul fatto che la gente ancora parli di quella partita anche oggi. E’qualcosa di assolutamente speciale. Noi (Warriors) abbiamo un sistema di gioco differente, Kobe aveva un motivo per tirare così tanto in quella partita contro i Raptors. La sua continuità è stata irreale. So che quei Lakers non avevano altre armi offensive, e Toronto provava a fermarlo senza riuscirci. E’ sbalorditivo pensare a come abbia fatto.“
Alla domanda ha voluto rispondere anche Byron Scott, head coach dei Lakers: “Se c’è un ragazzo in questa lega che abbia la possibilità di battere questo record, è lui. Ma loro hanno molte altre armi da utilizzare e quindi non hanno bisogno che lui faccia quel tipo di partita o che tiri 40 volte.”
Chi in quella partita da 81 punti era al fianco di Kobe Bryant è Luke Walton, assistente allenatore proprio dei Golden State Warriors, che ha espresso la sua opinione utilizzando queste parole: “Steph è così talentuoso che si può assolutamente pensare che ci sia una possibilità. Ma non penso sia molto realistico. Nel momento in cui siamo ampiamente in vantaggio mandiamo Steph in panca per farlo riposare.”