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DeMarcus Cousins mostruoso, ma i Kings non riescono a prevalere

Notte straordinaria per Boogie, che non riesce però a trascinare la squadra alla vittoria contro i New Orleans Pelicans

Se c’è una certezza in questa NBA è che DeMarcus Cousins è uno dei migliori centri, se non il migliore, in circolazione. Per questo non fa particolarmente notizia il fatto che nella notte di lunedì Boogie abbia messo insieme numeri da capogiro, segnando un’altra prestazione individuale da antologia. Ma, purtroppo per Cousins, questa prestazione, come molte altre nel corso della stagione, non si è tradotta in una vittoria per i Sacramento Kings.

Anche se questa volta la missione sembrava essere quasi compiuta: avanti di 17 punti sui New Orleans Pelicans all’inizio della seconda frazione di gara (e ancora di 8 a quattro minuti dalla fine della partita) i Kings hanno dilapidato il vantaggio acquisito concedendo agli uomini di Alvin Gentry due quarti di dominio, con 65 punti segnati e un break finale di 15-4 che hanno condotto la franchigia della Louisiana alla vittoria per 115-112.

Cousins ha fatto tutto il possibile per evitare questa disfatta: la sua prestazione da 40 pts (16/29 al tiro), 16 rbd, 4 ass e 4 stl parla da sola, soprattutto se si considera che è stata messa in campo contro uno degli altri lunghi al top della lega, Anthony Davis. Certo qualche neo nella notte di Cousins c’è stato: 5 palle perse per lui, e soprattutto due layup sbagliati nel momento chiave della gara (il secondo stoppato da Kendrick Perkins), ma è evidente che non bastano questi dati a compromettere la serata di DeMarcus.

Sacramento ha messo a nudo una disperata dipendenza da Cousins: nei 41 minuti in cui il centro titolare dei Kings ha calcato il parquet, la squadra ha condotto la partita di 9 punti, ma nei 7 minuti in cui George Karl lo ha tenuto in panchina, i californiani sono stati surclassati di 12 punti. Un trend che va avanti da una stagione: l’Offensive Rating di Sacramento scende di 8.2 punti ogni cento possessi con Cousins fuori dal campo. Un dato come minimo preoccupante.

Sicuramente l’anarchia a livello dirigenziale, con l’establishment e il coaching staff che non sono sempre sembrati remare nella stessa direzione nei mesi scorsi, non sta aiutando la squadra a ottenere risultati, ma è indubbio che un roster sicuramente competitivo sulla carta come quello dei Kings non può permettersi di buttare via le partite con tanta leggerezza.

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