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Phil Jackson crede nella Triangolo: “Non ci serve un playmaker”

Il presidente dei New York Knicks crede ancora nel sistema di gioco che lo ha reso grande e sostiene che la sua squadra non abbia bisogno di una point guard al top della lega.

Se c’è una persona nella NBA che ha costruito le sue fortune su uno specifico sistema di gioco quella persona è sicuramente Phil Jackson, attualmente presidente dei New York Knicks, che nei suoi anni sulle panchine NBA ha forgiato un inconfondibile marchio di fabbrica: la Triangolo. La Triangolo ha indubbiamente fatto le fortune di Jackson, che applicandola alle sue squadre si è messo in tasca ben 11 anelli (6 con i Chicago Bulls e 5 con i Los Angeles Lakers). Un curriculum così ricco parla sicuramente a favore di questo sistema che, da quando è arrivato a New York, Jacksons sta cercando di far riproporre anche ai Knicks, con risultati, però, almeno sinora, piuttosto modesti.

Nonostante ciò la strada della Triangolo rimane, secondo Jackson, la migliore per la rinascita dei Knicks e in questo senso il plurititolato presidente di New York ha parlato in un comunicato, intitolato “State of the New York Knicks“, indirizzato alla stampa nella giornata di venerdì. Tra una conversazione con Carmelo Anthony, e una lode nei confronti di Kristaps Porzingis, uno dei punti più discussi di questo comunicato è l’assoluta convinzione di Jackson che i Knicks non abbiano bisogno di una point-guard di livello assoluto:

Andare alla ricerca di un playmaker, fino a farlo diventare un’ossessione, non è necessario. Possiamo giocare anche senza.

A dire la verità, Jackson sembra sapere bene ciò di cui sta parlando: nelle sue precedenti 11 cavalcate vincenti, non ha mai avuto a roster un playmaker All-Star e la Triangolo non sembra avere bisogno di questo tipo di giocatore, prediligendo piuttosto ali e centri. Jackson continua anche, spiegando:

Abbiamo adottato una formazione con due guardie e stiamo avendo successo. Penso che abbiamo sorpreso molti nella lega per via del modo in cui giochiamo. Funziona così, e sappiamo che funziona.

La spassionata difesa della Triangolo messa in campo da Jackson sembra però perdere di forza in una lega che sta vivendo l’impennata del gioco perimetrale e che comincia a guardare con meno timore reverenziale un sistema di gioco che ha prodotto l’ultimo risultato vincente ormai sei anni fa (con i Lakers del 2010). I giocatori stessi hanno cominciato a esprimere perplessità sulla loro capacità di adattamento alla Triangolo, primo fra tutti Rajon Rondo, uno dei pezzi pregiati della prossima free agency, che ha apertamente dichiarato di non essere sicuro di poter giocare all’interno della Triangolo.

Nei Knicks il posto di point-guard è coperto da José Calderon, ma il veterano, prossimo 35enne, non sembra più in grado di far parte del quintetto titolare, motivo per cui New York ha sondato il mercato alla ricerca di una guardia da aggiungere al roster sia sulla trade deadline che nel periodo di firma dai giocatori tagliati. Proprio con questa formula dovrebbe arrivare Tony Wroten, ex Philadelphia 76ers, che non giocherà però in questa stagione, a causa di un infortunio e che i Knicks vorrebbero valutare con calma, a partire dalla prossima Summer League.

Phil Jackson, che ha rinnovato la fiducia nell’attuale coach ad interim Kurt Rambis, prosegue però dritto sulla sua strada:

Il nostro movimento sta andando avanti. In modo un po’ sotterraneo, al di sotto della superficie. Ma questo è uno dei nostri desideri, quello di avere un giocatore che penetri e di avere un giocatore che possa gestire queste responsabilità. 

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